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AFFITTI BREVI, CHI È IN REGOLA? VIA ALLE SANZIONI PER CHI NON RISPETTA LE NUOVE NORME: CHECK IN, CIN, KEYBOX, COSA CAMBIA

Affitti brevi, nuove regole e sanzioni in vigore dal 2025

Dopo una fase sperimentale in estate e un periodo di adeguamento alle nuove regole, dal primo gennaio 2025 l’obbligo di Codice identificativo nazionale (Cin) e le disposizioni del ministero del Turismo sono ufficialmente entrate in vigore e con esse anche le sanzioni in caso di mancata esposizione. Gli immobili destinati al mercato dell’affitto turistico sotto i 30 giorni, infatti, dovranno esibire sia fisicamente che negli annunci su piattaforme come Airbnb o Booking.com il codice assegnato, altrimenti incorreranno nelle sanzioni previste dalla norma.

Secondo i dati del Centro studi Aigab (Associazione italiana gestori affitti brevi, che rappresenta i property manager), su circa 35 milioni di abitazioni residenziali (fonte: Istat, marzo 2023) ben 10 risultano non utilizzate (29%) ma solo 640 mila sono destinate alle locazioni turistiche.

Vediamo cosa cambia per proprietari e gestori di immobili in affitto breve con l’arrivo del nuovo anno.

Il rilascio del Codice identificativo nazionale (Cin)

Secondo i dati del ministero del Turismo (aggiornamento del 3 gennaio), il 79,27% delle strutture ricettive registrate alla banca dati – pari a 453.540 unità, su un totale 572.152 – ha ricevuto il proprio Cin. Di questi, 5.162 sono in fase di verifica amministrativa. La pratica burocratica, ampiamente discussa, ha allungato i tempi, tant’è che in un primo momento i termini per l’acquisizione erano fissati al 2 novembre 2024. Il ministero ha deciso di farlo slittare fino al primo gennaio 2025 per fornire agli operatori del settore il tempo necessario ad adeguarsi alla normativa.

Le regioni più virtuose, stando al numero di rilasci di Cin, sonola Toscana (54.148), il Veneto (48.751), la Lombardia (48.469), il Lazio (40.254), la Puglia (36.722) e la Sicilia (35.418). Sul sito ufficiale del ministero del Turismo, inoltre, è possibile verificare l’autenticità di un codice.

Come fare domanda per ottenere il Cin

Chi ha avviato un’attività ricettiva tramite affitti brevi, quindi, dovrà ottenere il Codice identificativo nazionale del proprio immobile. Come fare? La procedura, comunque, avviene interamente online: chi è già in possesso di un codice provinciale o regionale dovrà accedere alla Banca dati sopra citata e presentare domanda sulla piattaforma per sostituirlo con un Cin o renderlo regolare a livello nazionale. Mentre, chi non ha nessun codice dovrà accedere con identità digitale – Spid o Carta d’identità elettronica (Cie) – e inserire le informazioni necessarie. Sono richiesti tutti i documenti dell’immobile, autenticati con firma digitale: planimetria, rendita catastale e atto di proprietà.

Avviare l’affitto breve per la prima volta

Nel caso in cui si decida di avviare l’attività di affitto turistico per la prima volta, prima di richiedere il Codice identificativo regionale (Cir) e poi nazionale (Cin), è necessario presentare domanda sul portale del ministero dello Sviluppo e del Made in Italy: tale richiesta rappresenterà il documento che di fatto dichiarazione l’inizio dell’attività, dal momento che verrà automaticamente inviata al Comune dove è accatastata la struttura. Questa procedura è necessaria anche se si intende mettere in affitto sporadicamente la casa in cui si vive.

Entro 30 giorni, il Comune dovrà rispondere per fornire il via libera. Dopodiché, è necessario l’okallo Sportello unico attività produttive (Suap) per ottenere il Cir, a sua volta utile ad attivare il Cin.

Le sanzioni

A partire dal 2 gennaio, se un immobile o una struttura ricettiva sarà colta priva di Cin, la sanzione applicabile varia da 800 a 8 mila euro. Se, invece, il proprietario ha ricevuto il codice ma non lo ha esposto in maniera corretta – quindi sia all’esterno dello stabile in cui è collocato l’appartamento o indicato nell’annuncio pubblicato sulle diverse piattaforme online – la multa può variare da 500 a 5 mila euro. Anche i soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e dei soggetti che gestiscono portali telematici rischiano di incorrere in una sanzione, il cui valore va da 500 a 5 mila euro. Per questo motivo, è prevista anche l’eliminazione dell’annuncio da tutti i canali in rete, se non è indicato il Cin. Airbnb, ad esempio, li oscura in automatico, rendendo impossibili le prenotazioni.

I sistemi di sicurezza

Le nuove regole prevedono anche alcuni requisiti fondamentali che gli immobili e le strutture devono rispettare poter avere il Cin: ogni abitazione funzionale all’attività di affitto breve deve disporre di specifici sistemi di sicurezza, quali dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e soprattutto del monossido di carbonio. Devono essere ovviamente controllati e verificati regolarmente e funzionanti in caso di controlli per garantire la sicurezza degli ospiti durante i soggiorni. Inoltre, è obbligatorio dotare le case di un estintore portatile a norma di legge. Oltre a tali dispositivi, la sicurezza all’interno degli immobili dovrà essere tutelata con il rispetto di specifiche norme nazionali, la cui applicazione prescinde da quelle locali.

corrieredellasera