Si chiamava Uria e fu fondata dai Dauni (I millennio a.C.), benché altri la vogliano fondata da Idomeno, re di Creta profugo della Locri greca.
Ma terremoti o maremoti avrebbero lasciato tracce, come ancora l’azione del mare – questa volta più lenta – per effetto di un bradisismo. Proviamo allora a pensare ad altro è più radicale evento naturale, come ad esempio uno sprofondamento del suolo dove la città sorgeva.
Quasi tutte le città hanno origini remotissime. Ma non tutti i centri abitati dell’antichità hanno avuto la fortuna di arrivare ai giorni nostri. Guerre, cataclismi e abbandoni conseguenti a mutamenti politici, economici o ambientali hanno prodotto il fenomeno delle città scomparse e di cui resta traccia solo nelle memorie dei cronisti.
La Puglia non è stata immune da detto fenomeno. Si prenda il caso di Uria. Malgrado ripetute campagne di scavo, non è stato ancora possibile stabilire dove esattamente sorgesse questa antica città del Gargano, la cui esistenza è confermata da Strabone, Tolomeo, Plinio il Vecchio e Dionigi il Periegeta. Di essa si sa che fu fondata dai Dauni (I millennio a.C.) – benché altri la vogliano fondata da Idomeno, re di Creta profugo della Locri greca – e che, dopo essere stata grecizzata fra l’VIII e il V secolo a.C., toccò l’apice della prosperità in era preromana, tanto da avere un proprio conio. E poi ? …
E poi Uria smette di esistere, scompare in età imperiale, in modo rimasto inspiegato. Fu ‘livellata’ al suolo da un terremoto ? Una leggenda parla di una città popolata da gente peccaminosa e violenta che il Cielo volle punire con un diluvio… Le leggende hanno sempre un fondo di verità. Se per diluvio si intende una enorme massa d’acqua che si riversa da qualche parte, è lecito pensare anche ad un maremoto che si accanisca contro un centro costiero.
Ma terremoti o maremoti avrebbero lasciato tracce, come ancora l’azione del mare – questa volta più lenta – per effetto di un bradisismo. Proviamo allora a pensare ad altro è più radicale evento naturale, come ad esempio uno sprofondamento del suolo dove la città sorgeva.
Nei territori carsici come la Puglia, le doline sono frequenti. Si tratta di buchi di forma grosso modo circolare che si aprono improvvisamente nel terreno e che sono prodotti dal collasso di uno strato superficiale di roccia. Spesso a determinare questi collassi è l’erosione prodotta dallo scorrere di un fiume sotterraneo che nei millenni scava caverne via via più grandi.
Quando il tetto della spelonca oltrepassa il limite di resistenza, crolla dando vita ad una dolina. Nel caso di Uria, se essa trovava posto nei pressi del Varano, come vuole la più recente scuola di pensiero, niente di più facile che nella voragine in cui precipitò la città si siano riversate le acque del lago. Infine, il depositarsi di fango e sassi sul fondo della voragine potrebbe aver cancellato ogni traccia di Uria.
Dunque, anche scandagliare i fondali del più grande lago costiero d’Italia non basterebbe a restituire gli avanzi della città perduta. E il mistero di Uria resta inviolato.
quotidianodi foggia