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VIESTE/ “FACEVO IL DOPPIO GIOCO”: LE VERITÀ DEL PENTITO TROIANO NEL PROCESSO “OMNIA NOSTRA”

Alla sbarra Lombardi e Scirpoli. Il viestano, oggi collaboratore di giustizia con il suo ex capo Raduano, è stato sentito nel procedimento penale contro il clan garganico.

È giunta l’ora di Gianluigi Troiano nel processo “Omnia Nostra”. Nelle scorse ore, il 32enne pentito di Vieste detto “U’ Minorenn” o “Il piccolino” è stato sentito a Foggia nell’ambito del processo contro il clan garganico Lombardi-Scirpoli-Raduano.

Troiano ha ricapitolato i rapporti tra i gruppi criminali di Vieste, Mattinata e Manfredonia ricordando i rapporti di forza e soffermandosi sugli affari criminali tra estorsioni, furti e rapine con riferimenti ai suoi legami con il boss Marco Raduano detto “Pallone”, capo del clan omonimo fino alla sua decisione di collaborare con la giustizia. Sia Troiano che Raduano, infatti, sono oggi pentiti di mafia dopo la cattura avvenuta nel febbraio 2024 al termine di un lungo periodo di latitanza. “U’ Minorenn” venne beccato in Spagna, il capoclan in Corsica.

Troiano ha sostanzialmente confermato quanto riferito poco dopo la sua decisione di collaborare con gli inquirenti. “Sono entrato nell’organizzazione dall’anno 2010 – aveva spiegato -. All’epoca era sotto il gruppo di Angelo Notarangelo. Dopo il suo omicidio ha preso il potere Raduano. Ho fatto parte anche del gruppo Miucci-Perna, durante la detenzione di Raduano.

Poi ho abbandonato il gruppo Miucci-Perna. Subito dopo la scarcerazione di Raduano ho fatto il doppio gioco e stavo sia con Raduano che con Miucci. Il gruppo di Raduano era contrapposto a quello di Miucci dopo l’omicidio del cognato Giampiero Vescera.

Poi il gruppo Raduano si è avvicinato al gruppo Lombardi-La Torre-Scirpoli. Sono entrato a far parte anche di quest’ultimo gruppo, a sua volta associato col gruppo Moretti-Lanza. Ne ho fatto parte sino all’attualità. Questi gruppi commettevano narcotraffico, estorsioni, omicidi e rapine a portavalori. Posso riferire su omicidi e ho partecipato all’omicidio di Omar Trotta. Ho fatto parte personalmente di questo omicidio”.

La testimonianza di Troiano in “Omnia Nostra” ha ruotato in modo particolare sul suo presunto doppio gioco, inizialmente sarebbe stato molto vicino a Enzo Miucci, capo dei montanari Li Bergolis, per poi allearsi a Raduano, quest’ultimo in affari con il mattinatese Francesco Scirpoli detto “Il lungo” e con il manfredoniano, di origine montanare, Matteo Lombardi detto “A’ Carpnese”. Quest’ultimo e Scirpoli sono tra i principali imputati proprio in “Omnia Nostra”. Con loro alla sbarra anche Michele “U’ Cumbarill” Lombardi, figlio di Matteo e Mario Scarabino detto “Lo zio”, parente del boss ammazzato Pasquale Ricucci “Fic secc”.

A Foggia è in corso il rito ordinario del processo a carico di oltre 20 persone, mentre altri imputati sono già stati condannati in secondo grado col rito abbreviato. Alla sbarra spiccano i boss Matteo Lombardi, 54 anni e Francesco Scirpoli, 42 anni. Con loro in attesa di giudizio Michele Bisceglia, Pasquale Bitondi, Luigi Bottalico detto “Pazziarill”, Alessandro Coccia, Leonardo D’Ercole, Michele D’Ercole, Emanuele Finaldi alias “Martufello”, Vittorio Gentile, Sebastiano Gibilisco, Raffaele Greco, Hechmi Hdiouech, Giuseppe Impagnatiello detto “Spaccatidd”, Pietro La Torre alias “U’ Muntaner”, Pasquale Lebiu, Catello Lista detto “Lino”, Michele Lombardi, Umberto Mucciante, Massimo Perdonò, Bruno Renzulli, Mario Scarabino, Salvatore Talarico e Gaetano Vessio. Si torna in aula a fine gennaio per sentire i collaboratori di giustizia, Francesco Notarangelo detto “Natale” e Danilo Della Malva alias “U’ Meticcio”.