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27 GENNAIO 2025 – GIORNO DELLA MEMORIA. UN LEGAME TRA PASSATO E PRESENTE NELLE MIGRAZIONI FORZATE. DICHIARAZIONE DEI MISSIONARI SCALABRINIANI PRESENTI IN EUROPA E AFRICA

Il Giorno della Memoria è l’opportunità per non dimenticare le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale e la tragedia dell’Olocausto, dove milioni di uomini, donne e bambini furono deportati, perseguitati e uccisi. Questo momento di riflessione ci invita non solo a rendere omaggio alle vittime, ma anche a guardare al presente, dove le migrazioni forzate continuano a causare sofferenze indicibili e spesso silenziate.

Oggi, come ieri, i migranti e i rifugiati sono costretti a fuggire da guerre, persecuzioni e povertà, e affrontano innumerevoli pericoli nel loro percorso verso “una terra migliore”. La rotta del Mediterraneo, ancora una volta, è testimone di tragedie quotidiane, con migliaia di morti che, quasi sempre, non trovano eco nei notiziari. Nel 2024 il bilancio delle vittime nel Mediterraneo ha toccato quota 2.279 dispersi (più dei 2.271 del 2023) e in un caso su cinque si tratta di minori. Le acque che un tempo univano popoli e culture ora sono diventate il luogo di morte per chi tenta di raggiungere un futuro migliore, ma finisce vittima della disumanità e dell’indifferenza.

In Libia o in Tunisia, i migranti sono rinchiusi in condizioni disumane, subendo torture, traffico di esseri umani e violazioni dei diritti fondamentali. La detenzione nei campi di prigionia nei cosiddetti “hub di detenzione” dei Paesi extra-UE è diventata una triste costante che rimanda alla brutalità che segnò i lager nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Anche la rotta balcanica, dove si concentrano migliaia di rifugiati in fuga da conflitti nei Balcani, in Medio Oriente e in Africa, è teatro di violenze, respingimenti e maltrattamenti. Migliaia di persone sono costrette a vivere in condizioni di estremo disagio, sperimentando la stessa deumanizzazione che tanti, negli anni del Secondo conflitto mondiale, hanno dovuto subire con le deportazioni nei campi di concentramento.

Oggi, mentre rendiamo omaggio alle vittime della Seconda Guerra Mondiale, non possiamo dimenticare le sofferenze che continuano a colpire le persone costrette a migrare. La memoria storica ci impone di non voltare lo sguardo, ma di lottare affinché tragedie simili non si ripetano mai più. Le guerre, la discriminazione, e le persecuzioni che ancora oggi spingono milioni di persone a fuggire, devono essere riconosciute e affrontate con la stessa determinazione con cui affrontammo, negli anni successivi alla guerra, la lotta contro l’odio e l’intolleranza.

Rinnoviamo il nostro impegno per la protezione dei diritti umani e la creazione di politiche migratorie che rispettino la dignità e la sicurezza di ogni persona, affinché le sofferenze del passato non si ripetano. In memoria delle vittime della Shoah e di tutti i migranti, rifugiati e profughi di ieri e di oggi, dobbiamo essere vigili, solidali e pronti ad agire per costruire un mondo più giusto.