«Il rapporto cinema-Gargano non sarebbe che una curiosità in più per i visitatori del promontorio indotti dai film alla ricerca di luoghi utilizzati come location, se il Cinema non fosse quella che è stata definita la “settima arte”». Lo afferma Anna Maria Renzetti nel fondamentale volume “Il Gargano sotto i riflettori”, pubblicato dalla casa editrice Italic nel 2015. Secondo la studiosa, è l’apparentamento arte-cinema a rendere tale rapporto complesso e polivalente, di rilevanza culturale per la trascrizione metaforica che il cinema è in grado di operare delle molteplici componenti di un determinato spazio.
(. ..) L’interazione della Puglia con il cinema, partito dagli anni venti del Novecento, non si è mai fermato. Anche nel presente, il rapporto è vivo e intenso: lo dimostrano l’opera di attori e registi che contribuiscono alla qualificazione del cinema italiano e l’utilizzo sempre più frequente del territorio pugliese come set per film di autori provenienti da altre parti d’Italia e del mondo.
«Il cinema sembra dunque appartenere al patrimonio genetico della Puglia di cui il Gargano è parte, ed è proprio il cinema l’arte che più riesce a valorizzare la multiforme natura della terra garganica, la sua unicità di spazio attraversato da confini incerti tra passato e presente, tra mondo arcaico e mondo moderno. Nell’insieme dei film girati sul promontorio se ne possono distinguere alcuni che hanno il Gargano come tema, contenuto, oggetto e altri in cui esso è semplicemente location, ambiente, contenitore di volta ogni volta diverso, che può assumere elementi di altri paesaggi e altre realtà.
Ma sia gli uni che gli altri utilizzano le potenzialità figurativo-simboliche non per circoscrivere storia e personaggi entro limiti regionali, ma per dare loro un respiro più universale».
È alla ricerca di queste peculiarità che gli studiosi di “Carta Calenella 21 per le Culture e per le Scienze” si sono riuniti, domenica 2 febbraio, nella Sala Consiliare del Municipio di San Nicandro Garganico (Foggia).
Il Tema della XV Adunanza ha riguardato i :”Paesaggi Cinematografici del Gargano”.
Dalle ore 10, nella sessione mattutina, dopo i saluti del sindaco Matteo Vocale e l’introduzione di Nello Biscotti, si sono alternati i seguenti relatori con dissertazioni frutto di esperienze di studio, di ricerca, di produzione culturale:
Teresa Maria Rauzino, L’Antimiracolo (1965) e i docufilm garganici di Elio Piccon;
Salvatore Ritrovato, Post-realismo e trasfigurazione ne “Il Figlio dell’Uomo” di Virgilio Sabel (1954);
Alessandro Rota, Raccontare il patrimonio culturale del Gargano per salvarlo dall’oblio;
Daniel de Lucia, “Zefat-San Nicandro. Il viaggio di Eti” (2010): la scoperta delle proprie origini nella produzione cinematografico-letteraria ebraica e israeliana contemporanea;
Antonio Daniele, Gargano che appare e scompare: su “La legge” (1959), dal romanzo al film;
Maria Antonietta Di Sabato, Il Cinema sul Gargano: La Visione Poetica di Vincenzo Totaro e il fermento culturale di Manfredonia;
Matteo Coco, Da Francesco de Robertis a “La stazione”. Il cinema neorealista a San Marco in Lamis e sul Gargano.
Dopo la pausa pranzo, la sessione pomeridiana riprenderà alle ore 15:30 con i seguenti relatori:
Natia Merlino, “I cavalieri che fecero l’impresa” di Pupi Avati (2001): storia di fantasia sulle avventurose gesta che portarono la Sacra Sindone in Francia;
Claudia Zilletti, “This island’s mine”: il paesaggio garganico ne “Il sole scotta a Cipro” (1964) di Ralph Thomas;
Michele Eugenio Di Carlo, Ferruccio Castronuovo e la narrazione letteraria e cinematografica della storia dei vinti;
Saverio Cioce, “Bianchi cavalli d’agosto”: in un film del 1975 Vieste e il Gargano protagonisti nel lacrima-movie del cinema italiano;
Tommaso Pasqua, Fragilità come ricchezza nel cinema sul Gargano;
Concetta Melchionda, Paesaggi, Letteratura e Cinema. Il Gargano Paradiso Perduto.
Patrizia Piemontese, “Audiatur et altera pars”. Divagazioni su diritto e lessico giuridico visti dalla produzione cinematografica di ambientazione garganica
Uno spazio e’ stato riservato agli interventi degli uditori.
Teresa Maria Rauzino