Non va confusa con il bianchetto, è caratteristica delle acque basse del Golfo e viene venduto a 60 euro al chilo.
Il suo nome scientifico è “ Aphia minuta” ma tra i pescatori e i consumatori, è conosciuto come “rossetto”. È una specie ittica pregiata nonostante raggiunga (o forse proprio per questo) la taglia massima di sei centimetri. È ricercatissimo dai buongustai e nei mercati viene venduto anche a 60 euro al chilo. Viene pescato nei mesi invernali, tra novembre e marzo, in acque costiere poco profonde, come quelle dell’Adriatico, e con una metodologia particolare: esclusivamente con la cosiddetta “sciabica da natante” soggetta ad una precisa normativa che ne regola tempi e modalità di cattura.
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Viene spesso accostato al “bianchetto” che, al contrario del rossetto che è una specie a sé, è l’avannotto delle sarde, la cui pesca è stata completamente vietata, posta fuori legge. Anche i bianchetti si pescavano nel periodo invernale, e costituivano una notevole risorsa per i pescatori in un periodo di magra come appunto quello invernale.
È rimasto il rossetto la cui pesca è però, come detto, subordinata ad un particolare iter autorizzativo determinato dalla Comunità europea che fissa numero di barche abilitate a quella pesca e modalità.
A Manfredonia sono sessanta le barche abilitate a quel tipo di pesca, ma sono ferme, bloccate agli ormeggi nel porto, fermate dalla Comunità europea che non ha rilasciato il prescritto nulla osta. Di qui la protesta. «Abbiamo ottemperato a tutte le condizioni previste dal regolamento, terminato la sperimentazione, presentato il piano di pesca, ma non abbiamo avuto alcuna risposta, la Comunità europea tace» rilevano i duecento pescatori addetti a quella pesca, finiti a casa senza stipendio.
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La loro protesta è ancor più pungente in quanto in altre regioni, quali la Liguria e la Toscana, è stata data via libera alla pesca del rossetto. Come mai? Si chiedono i pescatori e non solo. Lamentano la poca o la completa assenza delle rappresentanze politiche pugliesi nei confronti di una problematica di vitale importanza per un consistente numero di addetti ad un settore portante dell’economia locale.
Nella questione è intervenuta l’Anci AgroAlimentare che ha denunciato come «La pesca del rossetto nel Golfo di Manfredonia sta subendo l’ennesima azione di dumping sociale da parte della Direzione Generale Mare della Commissione europea con un’opposizione serrata al terzo rinnovo del piano di gestione, per la campagna di pesca 2025-2027».
Il presidente dell’Anci AgroAlimentare, Gennaro Scognamiglio, nell’auspicare che «giunga da Bruxelles un segnale positivo, con la presa d’atto della Commissione e il via libera a mantenere viva ima tradizione e un’ importante opportunità per i piccoli pescatori del comprensorio, con un piano di gestione che coniuga l’attenzione per la sostenibilità ecologica alla tutela del lavoro e del reddito dei pescatori e delle loro famiglie», rileva come «la pesca del rossetto autorizzata nella precedente campagna, sia stata effettuata con tutti gli accorgimenti scientifici possibili eppertanto non ha registrato alcuna criticità per il benessere di questa specie ittica». Rimangono pertanto aperti tutti gli interrogativi che il caso propone.
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