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MAFIA GARGANO/ “SMIGOL” EVITA L’ERGASTOLO OSTATIVO. 30 ANNI DI GALERA PER L’OMICIDIO SOLITRO A VIESTE

30 anni di reclusione per Giovanni Iannoli detto “Smigol”. Questa la sentenza del tribunale foggiano nel processo sull’omicidio di Marino Solitro, il 50enne di Vieste ammazzato il 29 aprile 2015 nella città del Pizzomunno. I giudici hanno riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche equivalenti alle contestate aggravanti.

Il comportamento in sede processuale e il fatto che abbia confessato avrebbero consentito a Iannoli di evitare l’ergastolo ostativo. Motivazioni della sentenza tra 90 giorni. Decisive ai fini della ricostruzione di quel fatto di sangue anche le dichiarazioni del pentito Marco Raduano alias “Pallone”, un tempo boss di Vieste, capo del clan omonimo, rivale del gruppo Iannoli-Perna.

Iannoli agì insieme al collaboratore di giustizia Danilo Della Malva detto “U’ Meticcio”, quest’ultimo già condannato in abbreviato con cumulo pene per altri reati commessi in precedenza.

All’epoca, gli imputati facevano parte dello stesso gruppo, poi ci fu la scissione in due organizzazioni, il clan Raduano in cui entrò a far parte Della Malva e il clan Iannoli-Perna dove confluì “Smigol”.

Solitro sarebbe stato ucciso perché non riconosceva la supremazia del duo Raduano-Perna acquistando droga per spacciarla in canali diversi da quelli indicati dai giovani boss.

Iannoli sta già scontando 14 anni e 6 mesi definitivi per il tentato omicidio dello stesso Raduano del 21 marzo 2018, altri 20 anni per droga e l’ergastolo in primo grado per l’omicidio di Antonio Fabbiano e il tentato omicidio di Michele Notarangelo.

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