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CHIARIMENTO DELL’EUROPA: BALNEARI, LA UE DICE SÌ ALLA LEGISLAZIONE ITALIANA. «NON È PREVISTO ACCORDO SCRITTO, GARE ENTRO SETTEMBRE 2027»

Arriva un punto fermo nell’ingarbugliata vicenda delle concessioni balneari. Bruxelles e Roma «hanno concordato gli elementi chiave di un’intesa comune per allineare il sistema italiano delle conces­sioni balneari al diritto Ue: le concessioni saranno riassegnate entro i prossimi tre anni (al più tardi entro settembre 2027) sulla base di gare aperte, trasparenti e non di­scriminatorie. I Comuni hanno pertanto il diritto di organizzare immediatamente gare e assegnare le concessioni anche prima di settembre 2027» e «questi elementi sono riflessi nella legislazione italiana». Ne dà notizia ima portavoce della Commissione Ue dopo la sentenza del Tar Liguria sui balneari, precisando che non è previsto un accordo formale scritto con il governo.

CHI COSA AVEVA DECISO IL TAR –

I giudici amministrativi della Liguria si erano pronunciati sul ri­corso di tre stabilimenti balneari di Zoagli, in provincia di Genova, contro la delibera della giunta comunale che aveva confer­mato la scadenza delle concessioni al 31 dicembre del 2023, dando il via alle gare previste dalla Bolkenstein. Il Tar non ha ritenuto valida la proroga fino al 2027 per­ché «non vale invocare un accordo secondo cui le amministrazioni avrebbero l’obbligo di prorogare le concessioni balneari perché non risulta esistente un documento scritto e perché un simile accordo non potrebbe prevalere sulla pronuncia della Corte di Giustizia».

IL CHIARIMENTO DI BRUXELLES

L’e­secutivo di Ursula von derLeyen, pur non commentando in via ufficiale la sentenza del Tar, ha ricordato ieri di aver avviato nell’agosto scorso un dialogo con l’Italia per risolvere «l’annosa questione» della libe­ralizzazione delle concessioni balneari, giungendo poi a un’intesa comune che si è concretizzata in ottobre. Il fitto scambio tra Bruxelles e Roma si è svolto a livello tecnico, con l’obiettivo condiviso di chiu­dere la procedura d’infrazione Ue ancora pendente nei confronti dell’Italia. Un ac­cordo scritto pertanto, a quanto si ap­prende, non è previsto in quanto è la riforma della legislazione italiana a fare fede con modifiche che, nella visione dei funzionari Ue, sono conformi alle richie­ste.

LA BOLKSTEIN «TRASFERITA» NELLE AULE DI GIUSTIZIA –

Anche in Puglia, com’è noto, la vicenda è sfociata nelle aule di Tribunale. Lo ha annotato proprio ieri il presidente della sezione di Lecce del Tar Puglia, Antonio Pasca, che nel pomeriggio ha inaugurato l’anno giudiziario 2025. Pa­sca, nel suo intervento, ha spiegato tra l’altro che dal 2018 ad oggi «la questione Bolkestein è stata impropriamente trasfe­rita e decisa nelle aule della giustizia am­ministrativa, con un effetto di supplenza all’inerzia pluriennale dei vari governi», in questo modo si è persa «un’importante occasione per pervenire ad ima riforma radicale dell’intero settore». Pasca ha infatti evidenziato che è più che raddoppiato il contenzioso sul demanio, soprattutto con riferimento al demanio costiero, «con nu­meri – ha rilevato 0 magistrato – destinati ad ulteriore aumento in conseguenza delle note vicende sulla questione balneare e della inadeguatezza della normativa na­zionale».

PUNTO FERMO? –

Tuttavia le dichia­razioni in arrivo da Bruxelles dovrebbero ora definitivamente sgombrare il campo. Alle amministrazioni comunali viene ri­conosciuto il diritto di organizzare gare e assegnare le concessioni anche prima di settembre 2027. Concessioni che saranno comunque riassegnate entro i prossimi tre anni sulla base di bandi di gara.

gazzettamezzogiorno