Il calo demografico in Puglia come nel resto dell’Italia si fa sentire sempre più pesantemente anche nelle scuole. Un dato che diventa ancora più allarmante se guardiamo al quadro generale: ogni anno, infatti, circa 130mila studenti in meno popolano le aule. Di conseguenza, anche il numero di cattedre subirà un drastico calo, passando dalle attuali 684mila a circa 558mila. Ogni anno, tra giugno e settembre, si rischia di cancellare tra 5mila e 6.500 classi, con una perdita di 10-12mila posti di lavoro per i docenti.
Il colpo più duro si avvertirà nelle superiori, dove mancheranno circa 500mila studenti, equivalenti a un intero anno scolastico. Anche le scuole elementari, medie e dell’infanzia registreranno cali significativi, rispettivamente di 400mila, 300mila e 156mila bambini.
La Puglia continua a registrare un calo vertiginoso di alunni, passando dai 101.556 iscritti alle classi prime dell’anno scolastico 2024/25 (anno in corso) ai 93.692 del prossimo
anno scolastico 2025/26. Il dato che emerge all’indomani della chiusura delle iscrizioni è un calo di 7.864 alunni, rispetto all’anno scolastico in corso, ripartiti in 1.536 per la primaria, 1.159 per la secondaria di primo grado e 5.169 per la secondaria di secondo grado.
La provincia di Bari perde 2.076 iscritti, la Bat 851, Brindisi 1.063, Foggia 1.282, Lecce 1.638 e Taranto 954. In termini percentuali, nella primaria e nella secondaria di primo grado, la provincia che perde maggiormente è quella di Brindisi con una variazione in negativo, rispettivamente, dello 0,11% e dello 0,07% rispetto all’anno scolastico in corso, mentre nella secondaria di secondo grado è la provincia di Foggia a registrare il maggior calo di iscrizioni con uno scostamento dello 0,15%.
«Il paradosso – sostiene Verga – è che al calo degli iscritti non corrisponda un calo degli alunni per classe, delle così dette classi pollaio, conferma di come ormai, a ogni livello, si navighi a vista confidando esclusivamente sul senso del dovere di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore».
«La politica regionale – continua Verga – attivi tavoli con le parti sociali non soltanto in occasione del taglio delle autonomie scolastiche, ma per programmare il futuro del sistema scolastico, metta in campo misure per contrastare i fenomeni della denatalità e dell’abbandono scolastico, quest’ultimo tipico nella scuola secondaria di secondo grado. Di questo passo, la scuola pugliese e meridionale è destinata a un processo irreversibile di desertificazione, con conseguenze allarmanti per la società e per l’occupazione».