Il ministro Matteo Salvini, agli Stati generali del Turismo Balneare a Roma, ha dichiarato che per le concessioni balneari, ci sarà un riconoscimento non solo per gli investimenti non ancora ammortizzati ma anche per il valore di quello che è stato fatto. «Il decreto ci sarà entro il 31 marzo, è un impegno che ci eravamo presi e ci sarà», ha sottolineato.
Salvini ha anche annunciato che martedì prossimo incontrerà gli operatori per dare certezze.
«Un regalo ai balneari inaccettabile e contrario a quanto richiede l’Ue. Salvini, non solo vuole far recuperare agli uscenti la quota non ammortizzata degli investimenti, cosa giusta, ma vuole costringere il nuovo concessionario a pagare quello vecchio pur di farlo sloggiare, come se fosse un negoziante che ha diritto all’avviamento. Un abuso bello e buono! Chi ha in concessione la spiaggia, infatti, non è il suo proprietario. Le spiagge sono dello Stato! – afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ospite all’evento. – Insomma, dopo aver regalato per anni (in violazione della normativa europea) un bene pubblico a dei privati, ora Salvini vuole anche arricchirli, non solo a scapito degli entranti ma anche dei consumatori, visto che poi il nuovo gestore si rivarrà sui suoi clienti, aumentando i prezzi di ombrelloni e sedie sdraio, già ora alle stelle».
Il turismo balneare, con 175 milioni di presenze turistiche pari al 39,2% di quelle complessive, è uno degli asset strategici della nostra economia. Un settore che in questo momento storico con la crisi internazionale e la guerra commerciale in corso può fornire un importante contributo per la tenuta economica del Paese. Distruggerlo o terremotarlo con una errata applicazione del diritto europeo non solo non è giusto, ma sarebbe un grave errore storico. Questo il pensiero di Antonio Capacchione, presidente dei balneari del Sib aderente a Fipe Confcommercio agli Stati generali del Turismo Balneare a Roma.
«Ben otto governi in quattro legislature hanno prorogato le concessioni demaniali vigenti in vista di una riforma, sempre annunciata e mai effettuata. E’ bene sottolineare che questa problematica sinora è stata affrontata in riferimento solo alla durata e alle modalità di rinnovo delle concessioni demaniali marittime, trascurando altri importanti aspetti come quelli relativi alla tutela e salvaguardia della costa o al miglioramento e potenziamento del salvamento – ha aggiunto. – Riteniamo, invece, che sia necessario che la questione balneare sia esaminata nella sua pienezza e con il coinvolgimento di tutti gli Enti pubblici interessati (Governo, Regioni e Comuni) e la partecipazione anche dei portatori di interesse diversi da quelli da noi rappresentati (ambientalisti e associazioni di consumatori), affinché sia affrontata in riferimento a un orizzonte più ampio della disputa giuridica».