«Io preoccupato per lo stop ai test d’ingresso di Medicina? E’ un problema molto semplice. Noi ogni anno dichiariamo un’offerta formativa per la Facoltà. Foggia ha 280 posti. Quest’anno prevediamo che circa 1000-1200 si presenteranno. Speriamo che ci autorizzano a fare le lezioni online, perché aule da 1200 non ne abbiamo, anzi abbiamo già difficoltà a trovare aule”. Così il rettore dell’Università di Foggia, Lorenzo Lo Muzio, in merito alla riforma dell’accesso a medicina che non prevede più il filtro dei test per l’immatricolazione ma uno sbarramento dopo il primo semestre.
Lo Muzio, riguardo le lezioni online, sottolinea anche un problema pratico: “le faranno i singoli docenti, con i voti dati dai singoli docenti, oppure le lezioni verranno fatte da un unico professore? Perché già mi vedo possibili sviluppi. Io ho fatto lezioni a Foggia e ho preso 28, se avessi fatto lezioni a Milano avrei preso 30”. Ne consegue – sostiene il rettore dell’Università degli studi di Foggia – il “ricorso al Tribunale amministrativo regionale da parte di alcuni avvocati” specializzati e “arriviamo a migliaia di ingressi a medicina.
Poi c’è la seconda fase: quei 15.000-18.000 che entrano dopo il primo semestre fanno medicina e odontoiatria. Tutti gli altri dovrebbero fare quei due o tre corsi paralleli, che sono scienze biologiche, eccetera, per veder riconosciuti i crediti. Ma a Foggia 700 persone in più a scienze biologiche non ce le possiamo permettere. E poi dove vanno, in che città? Io vedo questa riforma un po’ azzardata”.
Lo Muzio teme anche una riduzione della qualità della formazione con le inevitabili lezioni online. Rispetto a questo modello “anche la Francia sta tornando indietro”, ha detto evidenziando l’importanza di una formazione in presenza che aiuti a sviluppare anche empatia “fondamentale per i medici”, ha concluso il rettore dell’Università di Foggia.
In ogni caso occorre prepararsi ad ogni evenienza e di conseguenza fissare già da adesso un cronoprogramma per ospitare – se non ci saranno elezioni online – gli studenti che si scriveranno alla facoltà di Medicina.
Si tratta, al netto delle difficoltà di ordine pratico dell’Università di Foggia a proposito degli spazi, anche di un valore aggiunto sul piano economico e sociale per la città capoluogo che punta a diventare sempre di più città universitaria. E del resto, se mancano gli spazi, nonostante gli ingenti investimenti fatti negli ultimi anni per il recupero di importanti contenitori ed in attesa della fruibilità della caserma Miale da Troia nel pieno centro, vuol dire che l’Ateneo foggiano in questi venticinque armi di autonomia – dopo la fase di gemmazione da Bari – ha fatto importanti passi da gigante qualificandosi certamente come una delle migliori università italiane nate con l’ultima riforma.
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