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CARCERE DI FOGGIA, IL DETENUTO SUICIDA AVEVA FRAGILITÀ NOTE DA TEMPO. “FAREMO DENUNCIA PER OMESSA VIGILANZA” (2)

Il 39enne Vincenzo Pupillo di Vieste, arrestato due giorni prima per maltrattamenti, è stato trovato impiccato nella sua cella. I parenti contestano il sovraffollamento come causa e chiedono chiarezza sulla gestione della sua detenzione

La famiglia di Vincenzo Pupillo vuole la verità sul suicidio del proprio caro. Il 39enne di Vieste è stato trovato morto nelle scorse ore in una cella del carcere di Foggia, impiccato alle sbarre del bagno. Secondo il Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria, anche “il sovraffollamento può aver influito sulla sua decisione”.

Di diverso parere i familiari dell’uomo, rappresentati dall’avvocato Antonio Merlicco: “A nostro modo di vedere il sovraffollamento ha inciso poco o nulla, nonostante fossero in sette in una cella da quattro. Pupillo era stato detenuto in passato per estorsione e spaccio. E in una precedente carcerazione aveva già provato a suicidarsi tagliandosi le vene. Aveva problemi psichiatrici ed era stato ospitato anche al Csm, il centro di salute mentale”.

Secondo la famiglia, la struttura carceraria era quindi ben a conoscenza del percorso detentivo di Pupillo e della sua personalità problematica e per questo andava vigilato attentamente.

Pupillo era stato accompagnato in carcere due giorni prima del suicidio, arrestato per maltrattamenti alla compagna. Al momento del fermo era totalmente in preda a droga e alcol, uno stato che poteva già far presagire il peggio.

“Presenteremo una denuncia – fa sapere infine l’avvocato Merlicco – secondo noi potrebbe trattarsi di omissione nella vigilanza. Doveva essere quantomeno attenzionato. Inoltre, abbiamo appreso la notizia in netto ritardo. Per il resto confidiamo nell’operato della magistratura”.

Ordine Avvocati: “Una morte annunciata”

“Apprendiamo con sgomento dell’ennesimo suicidio di un detenuto, questa volta nel carcere di Foggia”. Così il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Foggia, Gianluca Ursitti, in riferimento al detenuto di Vieste che si è tolto la vita ieri nel penitenziario foggiano. “Ancora una volta – continua Ursitti – siamo in presenza della cronaca di una morte annunciata. Chiediamo con fermezza che la politica si faccia carico, seriamente e subito, di un problema che non può più essere tollerato in uno Stato che possa definirsi civile”.

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