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SUICIDIO NEL CARCERE DI FOGGIA, LA CAMERA PENALE: “SISTEMA SEMPRE PIÙ DISUMANO, SERVE UNA RIFORMA URGENTE”

Ancora un suicidio nelle carceri italiane, l’ennesimo che alimenta una lunga scia di morte dietro le sbarre. L’ultimo episodio si è verificato nella Casa Circondariale di Foggia, un nuovo dramma che solleva, ancora una volta, interrogativi sullo stato del sistema penitenziario italiano e sulla sua conformità ai principi costituzionali.

A intervenire con forza sulla vicenda è la Camera Penale di Capitanata, che attraverso una nota denuncia la grave crisi delle strutture carcerarie italiane e la necessità di un intervento legislativo immediato per invertire questa deriva. “Una catastrofe – si legge nel comunicato – che sta rendendo il nostro sistema carcerario sempre più disumano e degradante, gettando discredito sulla democrazia, sulle istituzioni e sul nostro Paese”.

Gli avvocati penalisti della provincia di Foggia ribadiscono la loro posizione: solo una riforma incisiva dell’esecuzione penale potrà arrestare questa spirale di disperazione, riportando il sistema penitenziario nell’ambito dei principi sanciti dalla Costituzione. L’obiettivo, sottolineano, è garantire che la pena abbia una funzione rieducativa e non si traduca in una condanna alla sofferenza e alla morte.

Nel frattempo, la Camera Penale ha annunciato che il prossimo 25 marzo una delegazione si recherà nel carcere di Foggia per verificare le condizioni della struttura e per proseguire l’opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni. “Continueremo ad adottare tutte le iniziative necessarie per garantire il rispetto della dignità dei detenuti e la reale funzione rieducativa della pena” concludono il presidente G. Massimiliano Mari e il direttivo della Camera Penale.

L’istituto penitenziario del capoluogo dauno è da tempo sotto i riflettori per le condizioni di sovraffollamento e criticità strutturali. In più occasioni, i sindacati di polizia penitenziaria e le associazioni per i diritti dei detenuti hanno denunciato situazioni di estrema difficoltà, con un numero di ristretti più che doppio rispetto alla capienza regolamentare e gravi carenze di personale.

Il suicidio registrato nei giorni scorsi si aggiunge a un bilancio già drammatico che riguarda l’intero sistema penitenziario italiano, con un numero crescente di detenuti che si tolgono la vita e strutture al collasso. La speranza è che le parole della Camera Penale non cadano nel vuoto e che si possa finalmente aprire un dibattito concreto sulla necessità di riformare un sistema ormai al limite.