Carissimi figli e amici, fratelli e sorelle delle Confraternite della Diocesi, ci siamo riuniti in santa convocazione per la ricorrenza giubilare di questo anno Santo per significare al mondo la nostra unica vittoria: la fede in Cristo che ci dona la Speranza che non delude!
Come pellegrini di speranza il Signore ci ha convocati per muoverci dalle nostre case, comunità cittadine e occupazioni per formare un solo corpo ed un solo Spirito e testimoniare al mondo una rinnovata fraternità: è proprio questo ciò che la Chiesa chiede ai suoi figli, in particolare alle consorelle e confratelli delle confraternite diocesane, oggi riuniti per il vostro XII cammino penitenziale.

Provvidenzialmente la pagina Evangelica di questa Quarta domenica di Quaresima “Laetare” ci propone la riflessione su una parabola che rivela, nello scenario familiare di un padre e dei suoi due figli, i sintomi di paternità incompresa e di una fraternità distaccata e che rischia sovente la conflittualità. La storia di questo padre e dei suoi due figli, così come ce la rivela il vangelo di Luca, non ha l’intento di definire i contorni di una famiglia reale e tuttavia codifica la difficoltà contemporanea del dimorare in unum, del vivere insieme in comunità, in famiglia, in città, in una nazione, nel mondo … ed anche nel far parte di una confraternita.
Nei rifiuti da parte dei figli, mossi da motivazioni diverse e ripetuti in circostanze differenti, il peccato non sta nell’essere fuggiti o nell’essersi negati, bensì il peccato originale di questi fratelli consiste nel non essere mai stati veri figli e sentirsi autentici fratelli, ecco perché solo la misericordia del Padre può ricostituire la famiglia e rinnovare la comunione filiale e fraterna.
A voi cari confratelli e consorelle riuniti nella sede giubilare della Chiesa Cattedrale di Manfredonia e segno tangibile fra le strade di questa cittadina del popolo pellegrinante nella Speranza, proprio a voi che siete un ponte temporale fra l’antica carità del servizio ai pellegrini e diseredati di un tempo e la nuova urgenza di prossimità, che ci vede più avversari e nemici che figli e fratelli di un unico Padre, affido l’impegno della testimonianza nel costruire una nuova umanità, una rinnovata fraternità, una più fiduciosa figliolanza, una autentica famiglia di fede attorno al Padre che dal cielo continua ad inondare della Sua Misericordia.
Sicuri che nella Speranza siamo salvati cammino con voi ed in mezzo a voi anch’io come Pellegrino di speranza per accogliere la sfida di trasfigurare il territorio e popolo del nostro amato Gargano col balsamo e profumo della fraternità.
Vostro fratello in Cristo,
+ Padre Franco Moscone crs
Arcivescovo