Credo sia stato Franz Kafka, celebre scrittore boemo, tra i maggiori esponenti del modernismo, del surrealismo e del realismo magico, la vera fonte ispiratrice dell’ultima adunanza del Consiglio Provinciale di Foggia cui ho assistito, che mi ha lasciato una sensazione angosciante quanto paradossale.
E difatti tutto mi è sembrato consegnato all’assurdità e all’incomprensibilità in cui si è venuta a trovare l’aula, un tempo sipario di ben altra politica.
Se ho ben capito, sette consiglieri provinciali sono entrati tra i banchi convinti che di lì a poco avrebbero convinto Nobiletti, al secolo presidente dell’Ente, a levare il disturbo, per effetto di una mozione di sfiducia depositata con tanto di firme qualche giorno prima nel Palazzo.
È probabile che nessuno di loro abbia pensato che quell’atto potesse essere un ludo cartaceo, espressione coniata dal cavalier Benito Mussolini in un discorso che risalirebbe al 1927 per indicare polemiche vane e discussioni inconcludenti.
Altro che atto politico!
Evidentemente questi signori non sapevano, o hanno fatto finta di non sapere, che il marchingegno della sfiducia, un tempo in auge nelle Province prima della riforma, è stato cancellato dalla legge che porta il nome di Del Rio.
I tentativi di erudire gli interessati sul contesto normativo vigente, che conclama l’irricevibilità di un atto a dir poco pretestuoso, sono stati inutili. Eppure a Palazzo Dogana c’è un Segretario Generale, Luigi Di Natale, di alte capacità professionali.
Tutti caduti nel vuoto, tant’è che alcuni consiglieri hanno cercato poi in maniera volpina di salvare la faccia e dare un senso politico ad un’iniziativa che va bollata come deplorevole per le ragioni di bassa lega che la sostenevano.
Sorvolerei qui sulla caduta di stile andata in scena. Purtroppo non sempre coloro che sono chiamati a svolgere ruoli istituzionali posseggono i rudimenti di come si esercita una funzione.
Mi limito a dire che il senso delle cose dovrebbe sempre prevalere, ma in nessun caso lo spirito di fazione può arrivare a sovrastare la stessa ragione che la norma incarna.
La vera verità, amara quanto volete, e che un drappello di consiglieri, più o meno riconducibile agli apparati del Pd e di Con (preposizione semplice che da queste parti starebbe ad indicare soggetti vicini a Michele Emiliano) è stato armato da mesi per far fuori Nobiletti, reo di aver aggregato intorno a se amministratori di diverse realtà, pur sempre di area progressista, che spingono per affermare questi principi di rinnovamento e di partecipazione di cui vie sempre bisogno.
In altri tempie in altre latitudini questo fermento sarebbe stato letto certamente come un “lievito madre”, una spinta sul quel terreno accidentato della democrazia interna di formazioni più propense a predicare bene e razzolare male.
Ma da noi il tempo va a ritroso, tornano le liturgie della vecchia politica che, si sa, la gente non apprezza più perchè lontane dai temi sui quali bisognerebbe invece impegnarsi seriamente, senza più prestare il fianco ai giochetti di palazzo.
E cosi, come d’incanto, ecco riapparire le purghe di Mosca, operazione drastica per eliminare oppositori, di memoria staliniana. Un tempo le cose si concludevano subito con arresti, torture e internamenti nei gulag siberiani.
Oggi, viva Dio, questo none più possibile, la politica è entrata in raffineria, le cose si fanno in maniera un po’ più sofisticata ma, almeno nella coscienza collettiva, non arriva più a rimettere l’anello al naso alla gente che, ripeto, non approva e non apprezza.
Scrivo questo per dire che la buona politica deve imparare a mordere il freno nei suoi metodi e sistemi, altrimenti capita di non capire. . . capitando di capire!
Nobiletti continuerà, come detta la norma, a fare il Presidente della Provincia, con risultati a mio parere più che soddisfacenti per le comunità come i fatti dicono.
Se è uscito fuori dal recinto di logiche di parte avrà le sue buone ragioni e fatto isuoi calcoli. Prosit!
Ma non per questo si può gridare allo scandalo mandando in scena in Consiglio uno spettacolo che non ha espresso nulla di politico, come alcuni figuranti hanno mostrato farfugliando con ragionamenti stridenti non solo con la logica ma anche con le norme che solo dilettanti allo sbaraglio potevano pensare di interpretare in modo cosi grottesco.
Giorni addietro, cambiando le regole senza vergogna, hanno buttato fuori dal Parlamento una deputata del Movimento 5 Stelle, eletta dal popolo in Calabria, Elisa Scutellà. Tra i banchi dell’opposizione una levata di scudi.
Non vedo molte differenze in taluni atteggiamenti nella vicenda di Nobiletti che, a Dio piacendo, continuerà a governare sino al 2027.
Se ne facciano una ragione.
Certi purganti hanno fatto il loro tempo e tanti danni. Sono preparati che attivano contrazioni difficili da gestire. Bisogna portar pazienza, agire con cautela come la Dolce Euchessina suggerisce.
(Micky De Finis – www.bonculture.it)