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MAFIA GARGANICA/ RIPRENDE IL PROCESSO A FOGGIA. «OMICIDI, ESTORSIONI E DROGA ECCO TUTTI GLI AFFARI DEI CLAN»

I vari gruppi Operativi a Vieste, Manfredonia e Mattinata in particolare oltre che nella città montanara dove è nata una delle cellule più violente. Le alleanze a Foggia con la Società ma anche con la camorra barese e la ndrangheta in particolare le famiglie Pesce Bellocco di Rosarno.

Così il neo pentito della mafia garganica Matteo Pettinicchio: “Davide Carpano venne da me in carcere a dirmi d’aver preso accordi qualche tempo prima con Enzo Miucci, quando quest’ultimo era libero; mi riferì che avevano concordato il prezzo per la cocaina di 65mila euro per chilo. Rimanemmo d’ac­cordo che io avrei garantito l’ap­provvigionamento tramite alcu­ni miei conoscenti; quando mi accorsi che Carpano non sarebbe stato in grado di pagare bloccai l’affare. L’approvvigionamento dei 100 grammi di cocaina per cui siamo sotto processo io, Miucci e Claudio Iannoli credo sia stato concordato direttamente da Miucci e Iannoli quand’erano de­tenuti in carcere. Chiesi spiega­zioni a Miucci: mi disse che la droga sarebbe servita a pagare gli stipendi a Claudio Iannoli e al cugino Giovanni Iannoli che era­no detenuti; io e Miucci decidem­mo di fare anche un regalo alla vedova di Giancarlo Perna di Vieste che fu ucciso” (aprile 2019 nella guerra di mafia viestana) “perché era vicino a noi. Car­pano mi disse d’essere in grado di smerciare 10 chili di cocaina in estate, cosa che mi confermò an­che Miucci. Per il resto le in­tercettazioni a nostro carico in questo processo sono chiare e c’è poco da interpretare: avevamo telefonini in carcere per tenerci in contatto”.

5 IMPUTATI -Le rivelazioni del neo pentito della mafia gar­ganica, Matteo Pettinicchio 40enne di Monte S.Angelo, brac­cio destro del boss Enzino Miucci al vertice del clan Li Bergolis-Miucci, sono entrate nel pro­cesso in corso in Tribunale a Fog­gia dal 5 dicembre 2023 allo stesso Pettinicchio, al compaesano Miucci di 42 anni, e al viestano Claudio Iannoli, 49enne. Sono ac­cusati di spaccio di cocaina ag­gravato dalla mafiosità per aver agevolato il clan Li Bergolis, dro­ga sequestrata a Vieste nel mar­zo 2021. Per questa vicenda i tre garganici furono arrestati il 14 luglio 2023, quando erano già de­tenuti per al­tre vicende.

Nell’inchie­sta coinvolti anche i fra­telli viestani Davide e Ma­rio Carpano, giudicati con rito abbreviato dal gup e condannati in primo gra­do a rispetti­vamente a 8 anni e 5 anni e 4 mesi. Og­gi alla ripresa del processo gli avv. Raul Pellegrini, Innocenza Starace difensori di Miucci; e Salvatore Vescera, legale di Ian­noli, decideranno se acquisire agli atti le dichiarazioni del pen­tito come chiede il pm Ettore Car­dinali della Dda che le ha messe a disposizione di imputati e difensori; oppure interrogarlo. Il pro­cesso era in dirittura d’arrivo tant’è che il pm lo scorso 3 di­cembre aveva chiesto la condan­na dei 3 imputati a 12 anni a testa, quando lo scorso 11 febbraio nell’udienza programmata per le ultime arringhe difensive, la Dda annunciò il pentimento di Pet­tinicchio, ora difeso dall’avv. Va­leria Maffei; e la necessità di sen­tirlo sulle ac­cuse conte­state nel pro­cesso in corso.

“LO DO­VEVO A MIA MA­DRE”

Nell’interro­gatorio del 19 febbraio da­vanti alla Dda, Pettinicchio – de­tenuto dal 2017, sotto processo per droga an­che nell’inchiesta Friends del 2019, riarrestato lo scorso ottobre nel blitz Mari e monti contro il clan li Bergolis-Miucci con 39 fer­mi – spiegò la scelta di collabo­rare con la Giustizia anche “per­ché mia madre in punto di morte disse di volermi vedere cambiare vita e di uscire dal carcere. Di­ciamo che lei è morta con questa pena nel cuore, perché è vero”.

“IL CLAN PIÙ STORICO” –  “Sono entrato nel clan Li Bergolis da piccolo, nel 2000, quando avevo 15 anni; ho avuto un ruolo di vertice, venivo subito dopo Enzo Miucci. Penso che sia il gruppo più storico che esiste in provincia di Foggia sin dagli an­ni Settanta, a cominciare dai pa­dri e dagli zìi dei Li Bergolis”. Neanche l’arresto dei tre fratelli Armando, Matteo e Franco Li Bergolis nel 2004 e le pesanti con­danne nel maxi-processo alla ma­fia garganica (26 anni i primi due, ergastolo il terzo) hanno in­terrotto l’operatività del clan “che è attivo in tutti i settori: droga, estorsioni omicidi. Il co­mando lo prese Enzo Miucci, su­bito dopo di lui venivo io. Il no­stro clan ha rapporti con altri gruppi della provincia di Cerignola, San Severo, a Foggia con i Sinesi/Francavilla su Foggia; e poi su Bari, nella Bat, in Calabria con i Pesce-Bellocco di Rosamo. Io personalmente ho avuto a che fare con personaggi di ogni ca­libro di mezza Italia.

I NEMICI — “Sul territorio cre­do che fossimo i più temuti pro­prio perché eravamo un clan sto­rico, quello che ha commesso più omicidi. A partire dalla faida del mio paese Monte Sant’Angelo” (35 morti dal ’78 al 2010 tra i Li Bergolis e i rivali Alfieri/Primosa) “per poi andare alle guerre più moderne contro i Romito, che poi si sono affiancati Pasqua­le Ricucci” (ucciso dal clan Li Bergolis a Macchia a novembre 2019) “, Matteo Lombardi ‘il carpinese’ e altri”.