A Roma intanto è braccio di ferro nel centrodestra per la presidenza. Ignorata dal Mase la richiesta di discontinuità chiesta dai sindaci del promontorio che sono sul “piede di guerra”.
Continua la fase commissariale all’ente Parco nazionale del Gargano. Dopo la scadenza del mandato quinquennale del presidente uscente risalente allo scorso settembre oggi è arrivata al protocollo dell’ente in via Sant’Antonio Abate a Monte Sant’Angelo -a distanza di una settimana dalla data del 31 marzo (scadenza della seconda proroga) – la terza che di fatto allunga di altri tre mesi (fino al 30 giugno) la permanenza del foggiano a Monte Sant’Angelo (il docente dauno, come si ricorderà, è in sella dall’agosto 2019).
L’AMARO IN BOCCA DEI SUPPORTER AZZURRI
A masticare amaro per la notizia sono i supporter di Forza Italia (soprattutto quelli di Monte Sant’Angelo, la cui sezione è stata aperta da poco dopo il congresso cittadino) che avevano vaticinato nei giorni scorsi, convintissimi, l’avvento di un loro rappresentante (un altro foggiano, seppure oriundo del Gargano, come l’attuale) al vertice dell’ente Parco dal primo di aprile (forse era un pesce d’aprile?).
Un avvento, tra l’altro- e va ricordato- fortemente auspicato anche dai sindaci del promontorio (a maggioranza Pd) che nei giorni scorsi alle voci di un possibile rinnovo del commissariamento (arrivato oggi seppure con un ritardo di una settimana) avevano vergato un duro comunicato di protesta nel caso si fosse concretizzata tale evenienza Adesso che i loro timori si sono rivelati fondati che faranno? Daranno seguito ai loro (bellicosi) propositi?
UN PRESIDENTE GARGANICO COME SIMBOLO PER GARANTIRE L’IDENTITA’ DI APPARTENENZA. BASTA CALATA DI FOGGIANI
A Roma intanto è braccio di ferro tra gli alleati di Governo (Fratelli d’Italia vanta Claudio Barbero delegato del Mase alle aree protette; Forza Italia vanta il ministro Giberto Pichetto Fratin mentre la Lega vanta il viceministro Vannia Gava, già sottosegretario del medesimo ministero nel precedente governo) per indicare quello che risulta essere il sesto presidente della trentennale storia dell’ente Parco. Il territorio reclama come criterio guida, se è possibile, il requisito dell’“appartenenza territoriale” per la scelta del nuovo presidente.
Saranno accontentati? Considerando i precedenti, no. Ma la speranza è sempre l’ultima a morire. In sintesi reclamano un presidente garganico doc (non sipontini, si sono già avvicendati in due), magari espressione territoriale di uno dei Comuni più importanti facenti parte dell’area protetta. Al grido quindi “restituire il Gargano ai Garganici” cresce sempre più nello Sperone d’Italia la speranza dell’avvento di un presidente autoctono.
TERZA PROROGA TRIMESTRALE PERL’ATTUALE COMMISSARIO FOGGIANO
In attesa dell’attivazione dell’iter per l’intesa tra Ministero e Regione Puglia in merito alla nomina del nuovo presidente, il sesto della quasi trentennale storia del Parco nazionale del Gargano dopo Petrilli (Lucera), Fusilli (montanaro trapiantato a Manfredonia), Gatta (Manfredonia), Pecorella (Manfredonia) e Pazienza (Foggia), il mandato trimestrale scaduto lo scorso 31 marzo dell’attuale commissario è stato prorogato di altri tre mesi, fino al 30 giugno 2025. Mancando la quadra tra gli alleati di governo, dal Mase si preferisce – in base ad un consolidato modus operandi – perpetuare l’esistente, nonostante le insistite richieste di discontinuità provenienti dal territorio, soprattutto all’indomani della sentenza del caso Villani che ha fatto rimediare al vertice dell’Ente una “sonora scoppola”.
francesco trotta