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NELLE DIGHE FOGGIANE MANCANO 86 MILIONI DI METRI CUBI. RISPETTO ALL’ANNO SCORSO, OCCHITO HA DIMEZZATO IL RIEMPIMENTO. COLDIRETTI PUGLIA: L’ESTATE S’AVVICINA, SERVE UN PIANO INVASI.

Rispetto all’11aprile del 2024, ieri c’erano ottantasei milioni di me­tri cubi di acqua in meno nelle dighe di Capitanata. Nel solo invaso di Occhito, quello creato erigendo uno sbarramento sul fiume Fortore, tra Puglia e Molise, ora c’è una dispo­nibilità idrica di 76.269.220 di metri cubi, l’anno scorso era pari a 147.786.560 metri cubi. I dati (pub­blicati dal Consorzio per la bonifica della Capitanata un www.bonificacapitanata.it) fanno allarmare i produt­tore. Secondo Coldiretti Puglia è «ima quantità insufficiente in vista dell’innalzamento delle temperature e della necessità impellente di ini­ziare la stagione irrigua» che «sa­rebbe dovuta partire già il 1° marzo» ma «resta al palo per la grave ca­renza idrica causata dalla mancanza di piogge, con il totale dell’acqua nelle dighe della Capitanata fermi a circa il 30% dei volumi autorizzati invasabili». Con la regione che «ri­sulta in estrema sofferenza idrica per via delle piogge insufficienti di inizio d’anno, pur registrando un

incremento dei volumi stoccati negli invasi della Capitanata di +15,5 mi­lioni di metri cubi, ma comunque assolutamente insufficienti ad af­frontare le necessità del potabile e la stagione irrigua».

La soluzione per Coldiretti non può che passare per un «piano in­vasi» (manutenzione e ultimazione delle opere incompiute), che con­senta di «raddoppiare la raccolta di acqua piovana garantendone la di­sponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, contri­buendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischio di esondazioni». Con l’Anbi-Associazione nazionale delle bo­nifiche, ha anche «elaborato un pro­getto per la realizzazione di un si­stema di bacini di accumulo con sistema di pompaggio che consen­tirebbe di garantire riserve idriche nei periodi di siccità ma anche di limitare l’impatto sul terreno di piogge e acquazzoni sempre più vio­lenti che accentuano la tendenza allo scorrimento dell’acqua nei canali asciutti».

L’organizzazione sottolinea come abbia chiesto al Governo di «ac­celerare nell’erogazione degli aiuti sulle assicurazioni» e «agevolare una riforma del sistema della ge­stione del rischio, che proprio a cau­sa degli effetti dei cambiamenti cli­matici si è trovato a dover fron­teggiare situazioni mai vissute pri­ma. Basti pensare che il valore as­sicurato delle produzioni agricole per l’anno 2024 ha raggiunto i 10 miliardi di euro per circa 65 mila imprese agricole».