Non si può accettare che ci siano ancora tante competenze inutilizzate. É questo l’ossimoro che ha spinto i promotori e gli aderenti della rete “Carta di Calenella ‘21 per le culture e le scienze” a miscidare i loro saperi in un lavoro di ricucitura – innanzitutto culturale – dei tanti presidi che stentano a dialogare fra loro.
Una scommessa che ha reclamato un’assunzione di responsabilità partecipata, chiamando a raccolta studiosi e ricercatori di storia, letteratura, poesia, beni culturali, paesaggio, botanica, informazione, ambiente, archeologia, sociologia, pianificazione del territorio, rendendoli protagonisti attivi del mondo delle professioni, della Scuola, della Ricerca e dell’Università.
Nella prima stagione, la “carovana” di Carta Calenella ha percorso alcuni paesi e borghi di queste terre (Vico del Gargano, San Nicandro Garganico, Manfredonia, San Marco in Lamis, Vieste, Peschici), proponendo poi le dissertazioni delle sue “Adunanze” nei volumi “Percorsi della conoscenza (2021), “Studiosi, scrittori e scienziati in Capitanata tra il XIX e il XX secolo” (2022), “Intrecci di saperi per una conoscenza integrata’ (2024) che hanno avviato tangibilmente la “rete” di condivisione e di conoscenze tra i componenti, per finalizzare le personali esperienze, offrendo momenti di partecipazione degli uditori alla vita culturale del Gruppo nelle sue molteplici e diverse produzioni e manifestazioni.
Le dissertazioni della seconda stagione 2023-24 hanno avuto come tema gli “Ambiti di studio e ricerca della Carta di Calenella. I protagonisti a confronto”. In esse i componenti della Carta si sono confrontati in un’assise alquanto originale, raccontandosi sul piano degli studi compiuti e di quelli in atto, nel solco dei propri interessi di ricerca. Occasione straordinaria per conoscere e divulgare natura, qualità e livello della produzione culturale (storica, tecnologica e scientifica) che oggi “fermenta” sul Gargano e più in generale in Capitanata, ma anche per verificare il livello di attenzione, gli spazi, la spendibilità che questa produzione ha nel territorio.
Questo volume, “Competenze in rete. Il ciclo di adunanze della Carta di Calenella”, edito da Andrea Pacilli e da noi curato, ha visto partecipi della sesta adunanza di San Giovanni Rotondo due luminaridella medicina, autori di pregevoli ricerche storiche:
Giuseppe Trincucci (“De Arte Còndita e De Arte Condenda”) e Lorenzo Pellegrino (“La secolare storia di progetti di un ospedale nuovo non realizzati a Foggia. Chiediamoci il perché”), oltre a docenti illuminati che hanno seminato le loro competenze a tutto campo, come Mariantonietta Di Sabato (“Da scoop a scoperta letteraria. L’opera di Jim Longhi in Italia”), Teresa Maria Rauzino (“Dai luoghi della memoria del Centro Studi Martella ad una figura egemone della storia del Novecento: Mauro del Giudice”), Severino Stea (“Segni dell’arte rupestre nel Gargano meridionale. Rinvenimenti di due amici “apprendisti esploratori”), oltre a Giuseppe Soccio, dirigente scolastico che in questi anni si è impegnato molto nella valorizzazione del cenobio di San Marco in Lamis
(“Beni culturali e ambientali, innovazione ed opportunità economiche: le mie esperienze in collaborazione con la biblioteca del convento di San Matteo”).
Nell’VIII Adunanza di Monte Sant’Angelo si sono confrontati docenti universitari e ricercatori come Michele Innangi (‘Specie aliene invasive ed ecosistemi costieri: applicazioni di telerilevamento”), Nello Biscotti (“Dal Gargano alle Puglie. Tra botanica e etnobotanica. Il terrazzano”), Luciano Afferrante (“L’approccio multidisciplinare e integrato alla ricerca come esigenza per lo sviluppo della scienza futura.
Un esempio tratto dall’esperienza di ricerca sulle protesi aortiche”), e l’archeologa Grazia Savino (“Archeologia: non solo scavo! Essere un’archeologa oggi’), che hanno comunicato gli esiti dei loro particolari studi specialistici.
Nella IX Adunanza di Apricena si sono alternati nelle loro narrazioni l’architetto Domenico Potenza (“Pietra su pietra”), il saggista Andrea Leccese (“Le origini della mafia pugliese tra negazionismo e soggiorni obbligati”), la bibliotecaria Incoronata (Natia) Merlino (“Tra gli scaffali, il tempo del mondo e di una vita: declinazioni bibliotecarie”), il prof. Francesco Innangi (“Il sacco di Dragut del 1954: Vesta s’è persa”), il giurista Riccardo Cavallo (“La tensione insopprimibile tra nomos e polemos”), il prof. Matteo Coco (“Dalle tradizioni popolari agli studi di storia religiosa, tra desideri, inediti e concretezze future”), il ricercatore Giovanni Saitto (“Genovesi nella Capitanata del ‘700. Gli Imperiali, feudatari di San Paolo, Lesina e Poggio Imperiale”) e la prof.ssa Rita Pelusi (“Del narrare e dello scrivere: mondi e vite a confronto tra ripari e tempeste”).
Nella X Adunanza di Rodi Garganico il giovane docente universitario Donato Giovannelli (“Ricerca estrema: dal Gargano ai confini del mondo. Una brevissima autobiografia”) e il giornalista Gennaro Tedesco (“Tecnologie digitali, processi cognitivi e turismo”) hanno raccontato le loro intriganti esperienze nei mondi della microbiologia e del web.
Nell’XI Adunanza di Carpino, riguardante le risorse passate e future della Capitanata, hanno ampliato gli spiragli della conoscenza l’esperto in economia del turismo Federico Massimo Ceschin (“Il Gargano e la sostenibilità del turismo”), l’agronomo Michele Eugenio Di Carlo (“L’olivicoltura del Gargano nel contesto agricolo di fine Settecento”) e il prof. Enrico Vito Perrino (“Grani antichi del sud Italia: effetti benefici sulle malattie dell’apparato digerente”).
Infine, nella XII Adunanza di Ischitella, avente per tema larisorsa acqua, si sono alternati i punti di vista dell’archeologa Laura Maggio (“Siticulosa Apulia: fiumi, torrenti, rivoli nella geografia garganica. Lo sguardo dell’archeologia”), del forestale Giovanni Russo (“Le sorgenti del Gargano: una risorsa dimenticata”), del georgofilo Nello Biscotti (“Sorgenti e fontane. Luoghi da recuperare”) e del geologo Michele Morsilli (“Le sorgenti di Ischitella, Vico del Gargano e Rodi Garganico: geologia, vulnerabilità e sostenibilità delle risorse idriche”).
Nelle adunanze di Rodi Garganico, di Carpino e di Ischitella, la Rete di studiosi della Carta di Calenella ha introdotto la nuova esperienza dei presidi culturali, il primo dei quali ha riguardato gli agrumeti, il secondo l’olivicoltura, il terzo le sorgenti del Gargano. Si è trattato di sperimentare una nuova formula: momenti in cui la Carta ha guardato il proprio territorio immergendosi nelle sue emergenze ambientali (siti archeologici, storici, naturalistici, ecc.), mettendo direttamente in campo tutte le sue competenze di studio, ricerca, approfondimento e producendo documentazioni video, foto, articoli di conoscenza e di sensibilizzazione.
Una presenza, il presidio culturale, che ha avuto forza e efficacia direttamente proprozionali al livello di partecipazione attiva dei componenti della Carta, dei suoi specialisti multidisciplinari e degli studenti delle scuole del territorio coinvolte.
La terza stagione nella XIII Adunanza di Foggia si è occupata del tema I tratturi armentizi, con la partecipazione dell’architetto Matteo Pio Pazienza (“Prospettive di valorizzazione recupero e salvaguardia”) e del direttore dell’Archivio di Stato di Foggia Massimo Mastroiorio (“I tratturi armentizi: prospettive di valorizzazione recupero e salvaguardia”).
Infine la XIV Adunanza di Vico del Gargano, che ha scandagliato le “Prospettive integrate in tema di salute, ambiente, malattia. Contributi teorici ed esperienze”, ha visto la partecipazione del direttore dell’Arpa Emilia Romagna Francesco Saverio Apruzzese (“Ambiente salute rischio comunità”), della dott.ssa Mariana Di Miscia (“Il ruolo del medico di famiglia”), dei dirigenti medici Ciro Mundi (“Organizzazione a rete dei servizi assistenziali: l’esempio delle patologie neurologiche”), Lorenzo Pellegrino (“Dal pellegrinaggio al santuario micaelico di Monte Sant’Angelo alla transumanza in Capitanata. Ulteriori osservazioni di attualità delle problematiche mediche”), Maria Grazia Santamaria, Paolo Lauriola (“Dopo il Covid-19: riflessioni e proposte per una rete di medici sentinella per l’ambiente nel Gargano”) e Antonio Scopelliti (“Ripartire dagli ultimi”).
Con questo nuovo ciclo di adunanze, la Carta di Calenella ha continuato a mettersi in gioco, seguendo l’idea di una cultura intesa come «capacità unitaria di còlere, di attendere sia a elevare mente ed animo, sia a migliorare le produzioni e arti materiali» (De Mauro, 2006) dei territori in cui essa intende articolarsi e agire.
Perché serve, oggi più che mai, una partecipazione alla vita della cultura, troppo scarsa in Italia e ancor più nelle nostre terre. La filosofia di rete che muove la Carta di Calenella si propone di affrontare le nuove frontiere della produzione culturale, anche in seguito ai cambiamenti degli ultimi anni. L’ambizione è di far sì che la “cultura” possa essere meglio vissuta, seguendo direttamente i protagonisti e gli artefici impegnati sul campo.
Questa raccolta di dissertazioni si distingue per la capacità di legare competenze alle specifiche criticità delle aree periferiche e marginali, spesso trascurate nei dibattiti culturali e scientifici. Questi territori, con le loro complessità sociali, ambientali ed economiche, emergono come spazi di sperimentazione e riflessione, in cui il sapere può tradursi in strumenti concreti per affrontare le sfide contemporanee.
Ogni contributo costituisce così un tassello di un mosaico più grande, che non solo mette in evidenza le potenzialità della ricerca e delle competenze locali, ma ne sottolinea il valore nel contesto di una società in continua e rapida trasformazione a cui non sono estranee le periferie.
Le aree marginali emergono così come spazi di azione in cui collegare le competenze alle criticità specifiche di questi territori per riconoscerne il ruolo strategico nel dibattito culturale e scientifico, spesso carente. Attraverso un approccio interdisciplinare e la condivisione delle competenze, il volume esplora la conoscenza del territorio in tutte le sue sfaccettature. Supera la frammentazione tra saperi scientifici, umanistici, tecnici e sociali, mettendo al centro la “conoscenza” come elemento unificante.
Il libro invita a riflettere sull’importanza di connettere saperi e competenze (reti di collaborazione interdisciplinare e progetti partecipativi) per valorizzare i patrimoni culturali, naturali e sociali. Questo approccio stimola una maggiore consapevolezza delle risorse e delle opportunità offerte dai territori, in particolare quelli marginalizzati.
Grazie al contributo di trentacinque studiosi, ricercatori e professionisti provenienti da ambiti disciplinari diversi, si delinea un percorso di riflessione integrata: collegare competenze e criticità locali non solo valorizza il territorio, ma fornisce strumenti concreti per affrontare le sfide del presente e del futuro.
La Carta di Calenella si conferma un laboratorio di idee e proposte, capace di tradurre la conoscenza in azioni concrete e di promuovere una gestione innovativa e inclusiva delle risorse locali. Prende forma un percorso che sperimenta nuove connessioni tra ricerca, cultura e territorio.
Con questo volume rinnova il suo impegno a unire forze e saperi per valorizzare il territorio, affrontarne le criticità e costruire una visione ampia, condivisa. In un’epoca di frammentazione e incertezza, questa rete dimostra che la condivisione di competenze è un atto necessario per costruire una visione unitaria e inclusiva, capace di rispondere alle esigenze del presente e di valorizzare il patrimonio culturale e scientifico delle nostre terre.
Oggi, più che mai, emerge la necessità di ridare centralità alla cultura come forza unificatrice e motore di sviluppo. La Carta di Calenella incarna questa visione: una rete che non solo costruisce ponti tra saperi, ma invita ciascuno a essere parte attiva di un progetto condiviso, capace di trasformare le competenze in azioni concrete e i territori in laboratori di innovazione.
Nello Biscotti
Teresa Maria Rauzino
Michele Eugenio Di Carlo
Il volume è in distribuzione su mondadoristore: