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TURISMO/ IL MINISTRO AGLI ALBERGATORI: “SBAGLIATO PREOCCUPARSI QUESTA ESTATE SARA’ MEGLIO DI QUELLA DELL’ANNO SCORSO”

Ministro, gli alberga­tori italiani sono preoccupa­ti e anche un po’ arrabbiati. A Pasqua devono restare chiusi, mentre gli italiani possono andare in vacanza all’estero…

Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia sospira e poi domanda: «Lo scorso an­no siamo andati in vacanza? Bene, succederà anche que­st’anno. Comprendo l’atteg­giamento degli albergatori, ma questa estate sarà come quella del 2020. Anzi, sarà an­che migliore».

Gli imprenditori turistici italiani non ne sono così si­curi.

«Invece sbagliano ad essere così preoccupati, anche loro sanno che questa estate sarà diversa. Prima di tutto ci sono i vaccini, ma poi abbiamo l’esperienza del passato, i comportamenti sono più responsabili, i protocolli ormai sono collaudati, io sono mol­to ottimista».

Ma a Pasqua gli alberghi sono chiusi, rischiamo un aprile ancora in zone rosse o arancioni, è difficile essere ottimista per un imprendi­tore che ancora non sa se tra un mese potrà rimettere in movimento il suo albergo. Lo scorso anno la stagione turistica partì a fine giu­gno…

«Io voglio essere chiaro: gli automatismi che ci sono nelle chiusure sono gli stessi che devono esserci nelle aperture, significa perciò che così come si chiude tutto appena i dati sul Covid sono negativi, con la stessa velocità si riapre tutto appena i dati diventano posi­tivi. Il mio auspicio è riaprire molto prima dello scorso an­no».

Sta dicendo quindi che in maggio potrebbe ripartire la stagione turistica?

«Non spetta a me dirlo, i dati dipendono dal ministero della Salute e io non voglio fa­re promesse che non posso mantenere, ma mi auguro che si possa tornare il prima pos­sibile a fare una vita normale, cioè appena i dati lo consen­tono. Quando si può tornare a girare, si può riaprire tutto».

Ma intanto a Pasqua dob­biamo restare tutti a casa, a meno che non si prenda un aereo: le sembra sensato?

«Il turismo è sia in entrata che in uscita, cosa dobbiamo fare? Impedire alle persone di partire? L’obiettivo di tutti è tornare al più presto a garan­tire anche la mobilità interna, per questo è fondamentale accelerare il piano vaccinale. Se però mi chiede che senso ha un divieto di circolazione tra le zone arancioni, le ri­spondo “nessun senso”. L’ideale sarebbe entrare dopo Pasqua tutti in zona gialla e tornare a muoversi, ma di­pende solo dai dati».

State pensando ad un «piano vacanze» per attrar­re turisti stranieri, un po’ sul modello della Grecia?

«Non credo ce ne sia biso­gno, gli stranieri continue­ranno a venire in Italia, e poi non ci sono solo gli europei: nel 2019 il 67% delle presenze straniere è stato di turisti ex­traeuropei. Però io proporrò in Consiglio dei ministri una decontribuzione flessibile per le imprese del settore del turi­smo che richiamano i lavora­tori dalla cassa integrazione, ora non è possibile e invece è necessaria. E stiamo pensan­do a delle soluzioni finanzia­rie per alleggerire la situazio­ne debitoria delle imprese tu­ristiche».

Ci saranno altri sostegni economici?

«Sì, come ha detto il presi­dente del Consiglio Mario Draghi, chiederemo un nuovo scostamento di Bilancio per dare nuovi aiuti. Ma io penso che poi presto i sostegni arri­veranno dal fatturato».

In molti hanno giudicato insufficienti gli ultimi in­dennizzi, i prossimi saranno più consistenti?

«Quello che si poteva fare è stato fatto. Ma va distinta la modalità di calcolo basata sull’intero anno col fatto che questo è un sostegno per soli due mesi. Va anche detto che il contributo a fondo perduto dato da questo governo è pari alla somma di quello dei 5 de­creti del governo Conte».

Anche per questa Pasqua le città d’arte resteranno de­serte. Perché non aprire gli alberghi almeno lì?

«Per le città d’arte c’è un fondo da 200 milioni di euro, una goccia nel mare, lo so, ma bisogna avere ancora un po’ di pazienza».

Il «passaporto vaccinale» cambierà tutto?

«Stamattina (ieri, ndr) ab­biamo avuto una videocall con tutti i ministri del Turi­smo dei Paesi europei: siamo tutti d’accordo sull’accelerare questo green pass per circola­re liberamente nei Paesi del­l’Unione, ma non sarà solo un passaporto vaccinale, è un la­sciapassare per chi è vaccina­to o ha fatto il tampone, que­sta sarà la vera svolta per tor­nare a viaggiare».

cvoltattorni@corriere.it