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PUGLIA/ GLI EFFETTI DEL COVID: I MALATI NON SI CURANO PIU’. IN DUE MESI 900MILA RICETTE IN MENO, MA E’ BOOM DEI FARMACI OSPEDALIERI

Nei primi due mesi del 2021 i cittadini pugliesi hanno portato in far­macia 911mila ricette in meno rispetto all’anno precedente. Il dato che evi­denzia la discesa della spesa per i me­dicinali deve, questa volta, passare in secondo piano rispetto alla prima con­ferma indiretta di un fenomeno strettamente collegato al covid: l’emergen­za epidemiologica fa sì che ci si curi di meno.

La conta delle ricette è infatti un buon indicatore indiretto. E il confron­to calza a pennello: nel 2020 il lockdown scattò a marzo, quindi i primi due mesi dell’anno scorso sono anche gli ultimi di «normalità» prima dell’emergenza, mentre gennaio e febbraio del 2021 in Puglia sono stati un periodo di zona rossa, con il blocco delle attività or­dinarie negli ospedali. E dunque se­condo il monitoraggio dell’Aifa si è passati da 7,4 e 6,5 milioni di ricette, circa 450mila in meno al mese: è il 12,2%, più del calo medio registrato a livello nazionale (10,2). Il che equivale a una diminuzione complessiva di 10 milioni di dosi medie giornaliere di medicinali in due mesi.

Dal punto di vista economico, que­sto taglio indica che per la prima volta la Puglia comincia l’anno con un so­stanziale rispetto del tetto di spesa far­maceutica (seppure per appena un mi­lione di euro). Il meccanismo del payback (la somma che le case farma­ceutiche restituiscono alle Regioni, una sorta di sconto postumo) verrà peraltro utilizzato proprio per coprire a livello nazionale 700 milioni di mag­giori spese per l’emergenza covid, quindi è da capire come inciderà sul calcolo dei tetti per la farmaceutica. Ma il dato che assume il valore più significativo è appunto quello colle­gato alle cime che non ci sono più. Era noto, perché denunciato dai sindacati di categoria, che uno degli effetti dell’emergenza è il rischio di non dare risposte ai bisogni di salute giorna­lieri, quelli che pascano (soprattutto) attraverso il medico di base e le visite specialistiche e che si traducono nel consumo di farmaci. E infatti mentre la spesa per le farmacie cala, in Puglia nei due mesi di gennaio e febbraio la spesa diretta (i medicinali ospedalieri) è salita a quota 134 milioni di euro.

In queste settimane la Regione sta lavorando sul piano per il riavvio dell’assistenza ordinaria, riconverten­do i reparti e «restituendo» alla rete- alcune strutture ospedaliere intera­mente dedicate al covid (Barletta, Bari San Paolo, Castellaneta, Martina Fran­ca e San Severo, più i privati e gli ecclesiastici). Questo avrà impatto sull’attività programmata, ma anche sulle visite e gli esami specialistici. Il resto è in mano ai medici di base. Ieri la Fimmg pugliese ha chiesto alla Regio­ne «il potenziamento strutturale e or­ganizzativo dell’intera Medicina Ge­nerale con priorità per le risorse uma­ne – personale di studio e infermieri – di supporto alla professione», cioè l’ero­gazione di ulteriori fondi, minaccian­do in caso contrario «procedure di ri­vendicazione e lotta sindacale». L’impegno dei medici nella campagna vac­cinale – dice la Fimmg – è «il frutto di sacrifici certamente non ripetibili nel­la prospettiva di una fase ordinaria che dovrebbe chiedere ulteriori impegni».