Dietrofront dell’ente Parco Nazionale del Gargano sul contestato progetto Arif volto alla realizzazione in Foresta Umbra di 48 km di dei viali tagliafuoco e adeguamento funzionale della viabilità forestale al fine della riduzione del rischio incendi nel complesso forestale “Coppa D’Umbra e Monte Iacotenente” in agro dei Comuni di Monte Sant’Angelo, Vico del Gargano e Vieste. Il caso, ha visto la netta contrarietà delle associazioni ambientaliste e di esperti quali il professor Pasquale Marziliano.Con atto del direttore Vincenzo Totarol’ente che tutela l’area protetta ha bocciato il progetto e autorizzato la sola realizzazione dei lavori di manutenzione straordinaria e di ripristino della viabilità esistente e di ripristino della preesistente chiudenda forestale previsti dal Progetto PSR, dettando diverse condizioni e prescrizioni. L’ente Parco ricorda la presenza del sito Unesco delle faggete vetuste e, come aveva sottolineato Marziliano, che si tratta di zona storicamente non interessata da incendi, anzi classificata come a medio o basso rischio incendi. Le associazioni ambientaliste parlano di “Foresta Umbra sotto attacco”. “Mai negli ultimi 30 anni tanta pressione per realizzare interventi selvicolturali.
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Il Parco del Gargano, fortunatamente, rettifica con un diniego il precedente parere positivo sulle linee tagliafuoco, ma restano in piedi tutti gli altri progetti”, commentano Amara Terra Mia – Blog, Arci circolo Maria Schinaia di Foggia, Club Alpino Italiano Foggia, CO.NA.L.PA. Foggia, Fareambiente laboratorio di San Severo-Vieste-Gargano, Fareambiente Puglia, Federazione Pro Natura Puglia, Italia Nostra Foggia, Konsumer Italia, Legambiente circolo Gaia Foggia, Legambiente circolo Iride San Nicandro Garganico, Legambiente circolo Lo Sperone San Giovanni Rotondo, Legambiente Festambientesud Monte Sant’Angelo, Lipu Capitanata e WWF Foggia. “I progetti presentati dall’Arif sono relativi alla realizzazione di quattro interventi che prevedono, giustificandoli come attività di prevenzione degli incendi boschivi, la realizzazione di circa 50 km di piste tagliafuoco e di circa 200 ha di diradamenti nel comprensorio della Foresta Umbra”, affermano le associazioni. “Tali progetti sono stati presentati a Valutazione di Incidenza presso la Regione- di cui ARIF è ente controllato e al contempo beneficiario dei finanziamenti regionali a valere sul PSR Puglia misura 226 – unitamente ai vari pareri di competenza, compreso quello del Parco. Tutte e quattro le istanze sono state assentite dalla Regione con il solo screening di incidenza, nella cui procedura il Parco si è pronunciato con pareri favorevoli con prescrizioni. Lo stesso Parco, poi, in merito al nulla osta di sua esclusiva competenza, con provvedimento del 21 settembre scorso ha posto il diniego sulle nuove piste tagliafuoco.
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Si è quindi in attesa del nulla osta sui 200 ettari di diradamenti. Ci si interroga sull’utilità di usare fondi pubblici, quelli del PSR Puglia, per la realizzazione di piste ex novo per una lunghezza di 48 km e ripristino di piste esistenti per altri 41 km interessando una superficie enorme tra 50-100 ha vista la larghezza di 10 m della pista, in un’area che a memoria d’uomo, ed anche dai dati storici è poco o nulla interessata da incendi. La scelta di intervenire nelle faggete di Foresta Umbra, dichiarate faggete vetuste Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, appare insensata”, continuano. “Infatti ARIF omette di ricordare che nella stessa area di Coppa d’Umbra ha in iter autorizzativo un intervento in tre lotti di diradamento delle faggete, sempre per attività antincendio, finanziato nella stessa Misura 226 del PSR Puglia su una superficie di 204 ettari. Tra l’altro, un dato non secondario – che non risulta dai pareri favorevoli di Valutazione di Incidenza rilasciati dalla Regione Servizio VIA e dal Parco – è la quantità di legna che verrebbe estratta e quale finalità avrà. Sulla scorta di una stima prudenziale risulterebbero circa 200 mila quintali di massa legnosa. Insomma, un bel capitale che potrebbe valere più di 1 milione di euro”, proseguono le associazioni. “Quello che appare ancora più incredibile di questi interventi è la superficialità con cui l’Autorità Ambientale regionale, competente per la valutazione di incidenza, e gli enti coinvolti nella valutazione si esprimono favorevolmente nonostante il grande valore ambientale, paesaggistico e naturale di queste faggete uniche in Italia e Europa, habitat prioritario “Faggete degli Appennini con Taxus e llex” per la conservazione ai sensi della Direttiva Habitat UE e sito di presenza della più importante comunità di fauna e flora forestale di Puglia e del centro sud d’Italia. Stranamente sono state presentate richieste separate di valutazione di incidenza e di pareri all’Ente Parco anche se l’intervento è unitario e la normativa non sembra consentirlo”. Le associazioni concludono auspicando che “il Parco si esprima coerentemente con un nulla osta negativo in ordine ai 200 ettari di diradamento”.
Lucia Piemontese
L’attacco
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