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MONTE S. ANGELO/ RESTAURO E GESTIONE DEI BENI CULTURALI, I LIMITI E IL FALLIMENTO DEL SINDACO D’ARIENZO

I beni culturali costituiscono una delle risorse fondamentali della nostra Città, sui quali è possibile costruire una seria e duratura prospettiva di sviluppo e di rinascita. Nei passati decenni le Amministrazioni Comunali hanno investito importanti risorse del bilancio comunale per dare il via a un programma organico di restauro. Infatti, verso la fine degli anni ’70 del secolo scorso, per tale obiettivo, fu destinato un avanzo di amministrazione di 800 milioni di lire, di cui 500 milioni per il restauro del Castello e 300 milioni per il restauro del Convento delle Clarisse. Nel corso degli anni ’80 fu restaurato il Convento di San Francesco, destinandolo a sede del Museo Etnografico “G. Tancredi”; con le risorse finanziarie del Comune fu restaurata la parte delle Antiche Mura della Città prospicienti il complesso monumentale di San Francesco; con un altro fondo comunale di 70 milioni di lire fu acquistato il complesso della Chiesa di Santo Stefano.

Quest’ultimo prezioso bene culturale, durante l’Amministrazione Comunale diretta dal Sindaco di Iasio, è stato restaurato insieme all’Abbazia di Pulsano, al Fossato del Castello e alla “Cittadella Micaelica” (Battistero in tumba-Tomba di Rotari, Chiesa di San Pietro, Chiesa di Santa Maria Maggiore, Chiesa Madonna della Libera).

Nei quasi cinque anni di amministrazione del Sindaco d’Arienzo quella straordinaria politica dei beni culturali, portata avanti con differente intensità dalle precedenti Amministrazioni, è stata completamente abbandonata, nonostante il riconoscimento del Santuario di San Michele quale Patrimonio dell’Umanità.

Questa nostra amara constatazione è suffragata da una serie di fatti e di circostanze:

· Il Sindaco D’Arienzo ha consentito la totale destrutturazione dell’impostazione scientifica del Museo di Arti e Tradizioni Popolari “G. Tancredi”, impedendo così ai turisti di conoscere le nostre radici storiche e culturali.

· La Chiesa di Santo Stefano, completamente restaurata, è quasi sempre chiusa e, quindi, inaccessibile ai visitatori.

· L’Auditorium delle Clarisse non è utilizzabile a causa della mancata ordinaria manutenzione di cui ha bisogno ogni immobile.

· Le Antiche Mura della Città attigue al Convento di San Francesco sono ormai ricoperte di erbacce.

· Il fossato del Castello, restaurato in collaborazione con il Parco Nazionale del Gargano, è invaso dalle erbacce e danneggiato, poiché privo di ogni elementare cura.

· Dopo la conclusione dei lavori di restauro del Palazzo di Città l’Archivio storico del Comune non è stato riorganizzato e molti documenti giacciono dispersi qua e là con grave nocumento per le ricerche storiche.

· La Biblioteca Comunale manca di una programmazione che ne valorizzi le fonti di cui è custode.

Questa situazione disastrosa, determinata dal Sindaco d’Arienzo, che immeritatamente si attribuisce il brand de “La Città dei Due Siti Unesco”, costituisce una delle principali cause del mancato sviluppo turistico, promesso durante la campagna elettorale del 2017. Da quando è Sindaco, l’unica risposta che d’Arienzo sa dare alla città è quella di accusare chi ha amministrato nel passato, dimenticando che a lui, da quasi cinque anni, spetta risolvere i problemi della città e dare un’idea di quello che deve essere il futuro di Monte, ma chiaramente non ci è riuscito.

La Rinascita Possibile