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MAFIA/ VACCARO: “C’E’ BISOGNO DI UN’ALTRA PROCURA NEL BASSO TAVOLIERE E UNA NEL GARGANO. UN TERRITORIO COMPROMESSO CULTURALMENTE RICHIEDE RISPOSTE”

“Il Foggiano è un territorio compromesso culturalmente, e lo dico da figlio di questa ter­ra, che ha bisogno della vici­nanza dei presidi giudiziari e parlo delle Procure ordinarie: c’è bisogno di un’altra Procura nel basso tavoliere e una nel Gargano”. Lo ha detto il procu­ratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione con­siliare regionale sul fenomeno della criminalità in Puglia.

“La criminalità foggiana – ha detto Vaccaro – ha una aggressività che nonostante le operazioni, continua a essere eccessiva e che porta a chiedere un mag­giore intervento delle istituzio­ni per rafforzare la capacità della risposta giudiziaria”.

Se­condo il procuratore di Foggia occorre “venire incontro alla povertà culturale ed educativa e far sentire le persone offese non sole con la vicinanza delle istituzioni”. Vaccaro ha anche lanciato l’allarme sugli orga­nici insufficienti delle forze dell’ordine. “In alcuni casi – ha detto – le indagini si bloccano perché le forze di polizia giu­diziaria non ce la fanno. Occor­rerebbe quindi – ha concluso – aumentare i presidi giudiziari, almeno altri due nella provin­cia di Foggia, e il numero del­le forze di polizia giudiziaria”.

Nel corso dell’audizione sono stati forniti i numeri sulla ri­sposta giudiziaria alle mafie foggiane. Negli ultimi 4 anni, dopo la strage di San Marco in Lamis, sono state eseguite 60 operazioni antimafia, 400 arresti, sequestri per oltre 30 milioni di euro, sequestrate decine di tonnellate di droga e armi, oltre 70 misure interdittive antimafia ad imprese colle­gate a organizzazioni criminali e 5 consigli comunali sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose.

La Presidente Capone, ringraziando Prefetti e Procu­ratori per essere intervenuti, ha ribadito che “il lavoro che la Commissione si sta appre­stando a svolgere ha bisogno di grande collaborazione e com­petenze e che e’ indispensabile confrontarsi sulle misure da mettere in campo per risponde­re concretamente a quella che oggi e’, di fatto, una vera e pro­pria emergenza nell’emergen­za.

“Nella scorsa legislatura – ha ricordato la Presidente – era già stata insediata una Com­missione Legalità con una leg­ge regionale, così anche que­sta e’ stata istituita su nostra volontà perche’ siamo convinti che il problema della criminali­tà organizzata sia tutt’ora gra­ve e, anzi, dopo questa terribile pandemia, forse anche di più. Si tratta, infatti, di una crimi­nalità che ha cambiato pelle, cercando di infiltrarsi nelle at­tività produttive, commerciali, nelle Pubbliche Amministrazio­ni.

Per questa ragione e’ ancora più difficile contrastarla, per questa ragione abbiamo deci­so di impegnarci su più fronti: da un lato con i tavoli attivati dalla commissione consiliare, dall’altro creando un collega­mento con le commissioni delle altre regioni italiane. C’è in­fatti, presso la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee le­gislative, un coordinamento, af­fidato in capo al Presidente del Consiglio della Basilicata, fun­zionale a condividere le buone prassi realizzate in una singola regione a vantaggio di tutte le altre”.

“Il Consiglio regionale – ha concluso – e’ pronto a in­tervenire, sia con nuove leggi sia con sollecitazioni alla Giun­ta regionale”. In Puglia non esistono isole felici, ne’ zone franche: unanime la voce dei Prefetti e dei Procuratori che hanno narrato di ripresa dei reati predatori dal dopo pande­mia, ma anche di sequestri, di usura, di estorsione, di attacco ai blindati portavalori, di caporalato e di spaccio accanto ad ogni altra forma in grado di garantire ai gruppi criminali il controllo del territorio.

A ciò’ si aggiunge la cooperazione con la mafia albanese, per il riforni­mento di marjuana e con quella olandese, per la cocaina; la ca­pacità di coordinare le attività’ dei gruppi dalle carceri, gra­zie a cellulari di ridottissime dimensioni e, in molti casi, la caduta dei “capi storici”, sop­piantati dalle nuove generazio­ni. L’economia delle mafie non conosce crisi, ma si rafforza attraverso il gioco, lo spaccio e l’usura.

Filoni nei quali sono addirittura le vittime a cerca­re i propri aguzzini. Reati che parlano di disagio sociale e di povertà, terreni di coltura per le organizzazioni mafiose che vivono così la vigilia di ingenti investimenti europei visti come enormi occasioni di crescita. Indispensabile la sinergia delle forze dell’ordine e l’interazione tra le diverse componenti dello Stato che fino ad ora ha dato risultati eccezionali, ma pur­troppo non ancora sufficienti.

Servono più presidi giudiziari, ma anche più squadre investi­gative soprattutto, come hanno evidenziato le cronache, nel territorio del foggiano. Diven­ta indispensabile diffondere la cultura della legalità, non con singole iniziative, già messe in atto dalle singole Prefetture, ma ottimizzando al meglio ed in rete le possibilità di tutti. Serve restituire la percezio­ne di sicurezza ai cittadini.

Dal consigliere De Leonardis la proposta, subito accettata dal­la Presidente Capone, di una mozione che impegni la Giunta regionale a richiedere al Gover­no nazionale una maggiore attenzione al territorio pugliese e foggiano, in particolare.