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Vieste – IMPOSTA DI SOGGIORNO, SCATTA LA RICERCA DELLE AZIENDE RICETTIVE CHE EVADONO  

ACCERTAMENTO PRESUNTIVO DEGLI IMPORTI EVASI – CI SARÀ ANCHE UNA SOCIETÀ ESTERNA PER L’ANALISI DEI DATI

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Per recuperare l’evasione per l’imposta di soggiorno, l’Amministrazione passerà all’azione di contrasto diretto, con l’ausilio anche di società esterne. Del tema si è discusso in una riunione di Giunta dello scorso 7 febbraio in cui è stato evidenziato  come da un massivo riscontro delle entrate riferite all’imposta di soggiorno nel corso dei vari anni è emersa una sostanziale incongruenza, per alcune delle strutture ricettive, tra i dati dichiarati all’Ente, ossia il numero delle presenze poste a base del calcolo dell’imposta di soggiorno dovuta, ed il numero totale dei posti letto risultanti da verifiche esperite presso il SUAP, lo Sportello Unico delle Attività Produttive.

Il Regolamento per tale imposta, aggiornato a fine 2021, prevede che ”nel caso di omesse o infedeIi dichiarazioni […] nonché in caso di inattendibilità della documentazione presentata dai responsabili del pagamento dell’imposta, il Comune potrà determinare l’imposta dovuta avvalendosi di dati obiettivi e notizie comunque raccolti o di cui sia venuto a conoscenza, anche con l’ausilio di aziende specializzate nella ricerca ed analisi di dati, della Polizia Locale, dello Sportello Unico delle attività produttive e/o della Guardia di Finanza, nonché del dati risultanti dal portale ”Alloggiati Web””.

L’Amministrazione comunale intende perciò procedere in maniera molto più ampia agli accertamenti. La rideterminazione dell’imposta dovuta dall’azienda in accertamento avverrà tenendo conto della potenzialità ricettiva della struttura e calcolando la percentuale media di saturazione della medesima tipologia di struttura nel periodo di esercizio accertato.

A dieci anni dall’introduzione dell’imposta di soggiorno a Vieste (fu fatta dal Consiglio comunale nell’agosto del 2011 su proposta dell’allora assessore al Turismo Nicola Rosiello) scatta una vera e propria caccia ai furbetti dell’imposta di soggiorno, ovvero le strutture ricettive ubicate nel territorio comunale che, pur avendo l’obbligo di dichiarare i dati relativi alle movimentazioni degli arrivi e partenze dei propri clienti e contestualmente riversare nelle casse comunali l’imposta di soggiorno riscossa dai propri clienti per conto dell’Ente, non adempiono al versamento dovuto, sottraendo così alla comunità cittadina importanti risorse.