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SUPERSTRADA/ “SERVE SOLO A VIESTE. SE SPIANIAMO LA STRADA, I TURISTI NON RESTERANNO QUI”. MATTINATA E LA SINDROME DI CALIMERO

Anche nell’ultimo incontro del dibattito pubblico sulla Nuova Garganica, tenutosi mercoledì pomeriggio a Mattinata e promosso da Anas, le osservazioni dei parte­cipanti si sono concentrate sul tema della tute­la ambientale.

E’ emersa anche una posizione che ha radici lontane nel tempo e che ha a che fare con la sto­rica contrapposizione tra Mattinata e Vieste: “Temiamo che di una infrastruttura da quasi un miliardo di euro ne possa trarre beneficio solo Vieste”.

E quindi, in altre parole, che se ne fa Mattinata di questa infrastruttura visto che è già collega­ta con gli snodi viari e ferroviari più importanti? “E se spianiamo la strada verso Vieste, non fa­voriremo la migrazione anche dei ‘nostri’ turisti che al momento preferiscono fermarsi qui?’’, è stata l’obiezione contenuta in alcuni interventi. Su questo, il Sindaco Michele Biscegliaha fatto riferimento alle paure che i mattinatesi eb­bero già in passato quando si aprirono i cantie­ri delle gallerie. “Ricordo quando mio padre mi mostrò i lavori e disse che quella sarebbe sta­ta un’occasione importante per la comunità che in quel momento temeva di perdere pezzi della propria piccola economia. Ora confido nelle capacità degli imprenditori di rendere an­cora più attrattiva questa parte del Gargano, così come hanno già dimostrato di saper fare”, senza inciampare in campanilismi anacronisti­ci.

Facendo tuttavia attenzione a tenere nella de­bita considerazione tutte le istanze che si stan­no manifestando su quest’opera. “Siamo di fronte ad una sfida epocale che le nostre co­munità devono saper cogliere – ha aggiunto, il primo cittadino -, coniugando quelle che sono le aspettative legittime dell’ambientalismo, di una logica di tutela (e non di vinco­lo) con la richiesta dei nostri cittadini di collegamenti più rapidi che restituiscano valore non solo dal punto di vista economico e quindi con il turismo ma anche della qualità della vita che deve necessariamente migliorare grazie a collegamenti verso i presidi scolastici e soprattutto sanitari”.

Con oltre 100 partecipanti tra persone in pre­senza e collegamenti via web, anche il quarto appuntamento del dibattito si può dire riuscito, segno che l’interesse delle comunità è particolarmente vivo.

Così come avvenuto in occasione degli altri ap­puntamenti, ha aperto l’incontro Alberto Cenadi Avventura Urbana, coordinatore del dibatti­to pubblico, illustrando le caratteristiche e le modalità di partecipazione tramite cui la citta­dinanza e le diverse istituzioni coinvolte pos­sono condividere le proprie istanze.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco e l’intro­duzione di Vincenzo Marzi,commissario straordinario e responsabile della struttura territo­riale pugliese di Anas, l’architetto Giovanni Magarò di Anas è entrato nel dettaglio sulla fu­tura realizzazione dell’opera, soffermandosi sull’iter progettuale e autorizzativo. Le progettiste Jessica Turaglio, Elena Bartolocci e Agnese Chianella – tutte dell’ATI – han­no poi inquadrato lo scenario attuale in cui si in­serisce l’opera e disegnato quello futuro che dovrebbe costituirsi a seguito della realizza­zione della Strada Garganica.

Molto lo spazio dedicato, durante la presentazione, ai vantag­gi in termini socio-economici e infrastrutturali di cui il territorio potrebbe beneficiare dopo la conclusione della nuova Strada Garganica. Hanno poi affrontato i temi relativi alla prote­zione del patrimonio paesaggistico e archeo­logico della regione interessato dall’itinerario. La prima parte dell’incontro, quella di stampo informativo, si è conclusa con la presentazio­ne del terzo itinerario, che collega lo svincolo di Vieste con Mattinata.

Tra i presenti, sono intervenuti Pasquale Cataneo, già consigliere comunale di Foggia, re­ferente provinciale del M24A Equità Territoriale che si è detto favorevole all’opera, con l’auspicio che sia parte di un sistema intermodale di mobilità che possa comprendere anche l’ae­roporto di Foggia.

Vincenzo Cataneo della Confsal ha messo in luce l’esigenza che la nuo­va infrastruttura possa implementare l’utilizzo del trasporto pubblico per persone e merci e che non resti appannaggio del privato. Maurizio Marrese, presidente provinciale Wwf e il naturalista Vincenzo Rizzi hanno ribadito ancora una volta la necessità di porre la mas­sima attenzione sugli aspetti ambientali, il primo chiedendo che non si ometta di raccontare alla comunità quale sia il patrimonio naturale che si potrebbe perdere, il secondo ponendo il tema dei divieti fissati dalla legge costitutiva del Parco del Gargano in relazione alla costruzio­ne di nuove strade.

“Abbiamo raccolto tanti stimoli e tanti com­menti che saranno utili nelle fasi successive – è stata la considerazione finale dell’architetto Magarò, ma non sempre si è appa­lesato quale sia l’itinerario preferito, tra quelli proposti, dalla comunità. Detto ciò, abbiamo sentito il Sindaco fare un ragionamento di si­stema, di territorio, di area vasta e in qualche maniera ha anche forse difeso il nostro opera­to, laddove non abbiamo fornito una soluzione chiusa o proposto un progetto finalizzato a ser­vire esclusivamente Vieste. Noi abbiamo pen­sato ad un discorso comprensoriale di distri­buzione dei flussi di traffico, in condizioni di si­curezza su tutto il territorio”.

Utile anche il confronto con le guide del Parco e di tutto quel sistema economico che trae so­stanza dalla tutela e valorizzazione della parte più naturale del promontorio.

“Quello che vorrei comunicare è che c’è la mas­sima attenzione rispetto a questi temi, sape­vamo sin dall’inizio che l’argomento del Parco sarebbe stato cruciale e importante, non lo stiamo sottovalutando ma lo stiamo considerando in tutta la sua interezza – ha aggiunto il mana­ger Anas -. Vorremmo avere l’opportunità e la possibilità di studiare delle soluzioni adeguate e per poterci confrontare nel merito rispetto a soluzioni tecniche che caratterizzeranno l’ope­ra.

L’attenzione ai margini dell’infrastruttura, nelle sue interazioni con la fauna, la vegeta­zione e quindi anche sulla tutela e la preserva­zione di questi habitat, è massima. Non abbia­mo nessuna intenzione di distruggerli: in fin dei conti stiamo parlando di un nastro di asfalto che ha una consistenza fisica non così incidente ri­spetto alla vastità del territorio, che è grande svariate migliaia di ettari. La sottrazione di suo­lo che andremmo a fare o l’interferenza che an­dremo a realizzare, laddove questa opera va­da avanti e abbia consenso, ha un’incidenza percentuale, non tendiamo a sopprimere nessun elemento ma vogliamo fare il massimo per tutelare, salvaguardare e non perdere quote significative di habitat”.

cinzia celeste

l’attacco