La crociata di Federico II di Svevia (1228-29) fu straordinaria per vari motivi. Contrariamente a quanto era sempre accaduto, la Terra Santa fu riacquisita alla cristianità senza alcuno spargimento di sangue, ma soltanto con accordi diplomatici, secondo i proclami imperiali. Inoltre, a compiere l’impresa fu uno scomunicato, un escluso dalla comunità dei cristiani.
Un’eccezionale aura mistica avvolse poi l’evento in un’epoca che attendeva la fine dei tempi: l’arrivo imminente dell’Anticristo sarebbe stato preceduto dal trionfo di un ultimo imperatore, che, secondo i vaticini, avrebbe riunito Oriente e Occidente riportando sulla Terra l’età dell’oro.
Fu una crociata pacifica e controcorrente: ricondurla alla memoria della nostra contemporaneità carica di tensioni e scontri tra religioni e “civiltà” può contribuire a comprendere il presente attraverso lo studio del passato. E viceversa.
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