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FIGURE FEMMINILI DEL MARCHESATO DELLA TERRA DI VICO

Nel sistema culturale nobiliare tra basso medioevo ed età moderna vigeva un modello familiare di tipo patrilineare e patriarcale, strutturato per conservare l’unità tra nome e patrimonio, caratterizzato da forte solidarietà tra i suoi membri. In un quadro di riferimento socio-economico e di potere che, continuava a riservare un ruolo privilegiato agli uomini, non sembra esserci sostanzialmente spazio aperto alle donne.

Com’è noto, la famiglia, per evitare l’eccessiva frantumazione dell’asse ereditario e preservare l’unità tra un nome e un patrimonio, precludeva, o limitava drasticamente, l’accesso al mercato matrimoniale sia ai cadetti, privati dell’eredità e beneficiari soltanto di un vitalizio, sia alle donne, destinate al monastero in mancanza di assegnazioni dotali adeguate alla condizione familiare. Le differenze di status e di ricchezza tra i diversi membri della famiglia non erano generalmente percepite come ingiuste e inopportune, poiché l’educazione alla solidarietà garantiva una fedeltà incondizionata al gruppo da parte di ciascuno dei suoi membri e l’annullamento degli interessi personali in favore di quelli collettivi.

Questa premessa ci introduce a una panoramica sulla presenza femminile nella storia del marchesato di Vico nell’arco temporale compreso tra fa fine del XVI secolo e gli inizi dell’800. Un arco temporale di poco più di due secoli, in cui la terra di Vico è stata marchesato delle famiglie Caracciolo e Spinelli.

Nelle volontà testamentarie di Colantonio Caracciolo (1486-1562) si legge specifica disposizione che, contemplava l’ipotesi dell’assenza di discendenti maschi nella successione ereditaria. In tale circostanza, il patrimonio passava alla discendenza femminile con gli stessi vincoli della successione in linea maschile: è il caso particolare del complesso palaziale denominato Iardino con case e fontane:. “…sem- / pre e tra loro sia conservata al discendente la prerogativa / che in quello succedano sempre i primogeniti, oppure / quelli che si ritroveranno a essere nella qualità di primoge- / niti e in mancanza, succedano le figlie / femmine discendenti da quelli con il medesimo vin- / colo da ora e per sempre…”(Il testamento di Colantonio Caracciolo marchese di Vico, De Luca Editori d’Arte, Roma 2003).

Escluso Galeazzo, ritenuto eretico per le note vicende di fede, alla morte di Colantonio primo marchese di Vico gli succede il nipote Colantonio, secondo marchese di Vico.  A questi succede Filippo terzo marchese di Vico, che dall’unione sponsale con Antonia figlia di Filippo Cardenas, generò tre figli: Nicola Antonio (le fonti dicono non fosse abile alla successione e morì prematuramente nel 1592) e due sorelle Isabella e Maria.

Alla morte del fratello Maria primogenita in linea femminile era sotto tutela della nonna paterna Maria Gesualdo marchesa di Vico e subentra nella successione del titolo marchesale e del vasto patrimonio di famiglia. Il 27 luglio 1599 sposava un suo cugino, Troiano Spinelli duca di Aquaro, figlio della zia materna Isabella Caracciolo maritata con Fabrizio Spinelli. 

Maria, 5° marchesa di Vico porta in dote un consistente patrimonio come documentato nel relevio, presentato alla Regia Camera della Sommaria alla sua morte il 4 maggio 1631. Certamente Maria mantenne la facoltà di amministrare e disporre del patrimonio, che includeva, peraltro, i diritti sullo stato di Venosa, pervenutogli dalla nonna materna Maria Gesualdo.

Isabella nella linea della politica matrimoniale sposa Carlo  Caracciolo dei marchesi di Casalbore.

Della numerosa prole nata fra Maria a Troiano il primogenito Nicola Antonio Spinelli, ereditò il marchesato di Vico per la morte della madre Maria Caracciolo marchesa di Vico; il fratello secondogenito Fabrizio e Giuseppe beneficiarono di un capitale di diciassettemila ducati, che Maria Caracciolo aveva ereditato dalla nonna sui diritti dello stato di Venosa, della famiglia Gesualdo. Il credito fu onorato agli eredi Spinelli da Nicolò Ludovisi principe di Piombino e Venosa.

Sulla linea femminile Orsola, Vittoria e Antonia Francesca vestirono l’abito monacale; Caterina andò in sposa a Carlo Spinelli di Tarsia e Isabella ad Alfonso III de Cardenas.

Dal matrimonio di Nicola Antonio Spinelli 6° marchese di Vico con Angela Cafara nacquero Francesco Troiano, Giovanni Battista, Maria Francesca nata a Vico nel 1638 monacata in san Marcello ed Eleonora.

Francesco Troiano 7° marchese di Vico sposa in prime nozze Maria Cardenas e in seconde nozze Faustina Carafa, con la famiglia soggiornò a lungo in Vico; della prole Isabella, Nicola Antonio ed Eleonora Cecilia furono accompagnati da illustri padrini al fonte battesimale della Matrice di Vico. Eleonorona Cecilia, descritta dalle cronache come bellissima e virtuosa, andò in sposa di Giangirolamo d’Acquaviva d’Aragona duca di Atri, vedovo di Lavinia figlia del principe di Piombino e di Venosa (già menzionato).

Angela nata dal primo matrimonio, giovanissima, andò in sposa a Giovanni Vincenzo Spinelli di Tarsia, portandogli in dote il marchesato di Vico. Rimasta vedova lo stesso anno, nella breve vita coniugale avevano concepito Carlo Francesco, nato dopo prematura morte del padre. Il piccolo principe che raccoglierà le eredità paterne e della madre crebbe affidato alle cure della madre [ alcune fonti riportano Agnela madre, balia e tutrice] e alla tutela del nonno Francesco Troiano. Angela Spinelli 8° marchesa di Vico ricca di una dote di 50.000 ducati segna il passaggio del casato dai duchi di Aquaro ai principi di Tarsia. Lei soggiornò a Vico fino alla morte del padre, 3 maggio 1699: sugli stati delle anime della Chiesa Madre dal 1700 sono riportati solo i nomi degli amministratori della signora marchesa di Vico.

La sua attiva presenza è testimoniata nella relazione d’Apprezzo del feudo di Vico per le migliorie introdotte sui diversi tenimenti di proprietà, nel territorio, in particolare sulle colture agrumarie.

Da Carlo Francesco, 9° marchese unito in matrimonio con Paola Giulia Spinelli Barrile nasce Ferdinando Vincenzo, 10° marchese di Vico noto per il grande palazzo dei Tarsia e la ricca biblioteca realizzati in Napoli.

Ancora una volta il passaggio del titolo di marchesi di Vico dal ramo degli Spinelli di Tarsia al ramo degli Spinelli di Scalea, è affidato a Maria Antonia 11° marchesa di Vico, nata dal matrimonio tra Ferdinando Vincenzo e Nicoletta di Capua. Delle sorelle Giulia e Maria Giovanna non abbiamo notizie.

Dopo pochi mesi dalle grandi feste per il suo matrimonio con Fabrizio Spinelli di Scalea, muore Ferdinando Vincenzo. Documenti degli archivi napoletani ci informano che la principessa Maria Antonia si occupava correntemente della gestione amministrativa e patrimoniale dell’eredità paterna, inoltre fu dama di corte della regina Maria Carolina nel periodo 1781-1785.

L’unione sponsale di Maria Antonia con Fabrizio fu ricca di una prole femminile, ben sette figlie, Maria Domenica, Maria Carolina e Maria Isabella tute maritate con la nobiltà del regno, Angela e Maria Teresa vestirono l’abito religioso mentre di Maria Rosa e Maria Stefania non ci sono notizie certe.

Dal loro matrimonio nacque anche Vincenzo Spinelli, 12° marchese di Vico che sposo Eleonora d’Avalos d’Aquino d’Aragona in prime nozze e Laura Gaetani dell’Aquila d’Aragona in seconde nozze.

In linea femminile l’ultima marchesa di Vico fu Maria Teresa 14° marchesa di Vico convolata a nozze con Giuseppe Frisari duca di Scorrano, in successione del fratello Vincenzo 13° marchese di Vico morto nel 1817. 

A differenza dei Caracciolo, per i quali non abbiamo testimonianza del loro vissuto sulla terra di Vico, gli Spinelli hanno stabilmente dimorato, generando figli, intrattenuto rapporti sociali e amministrato il patrimonio direttamente almeno fino alla morte di Francesco Troiano. In seguito hanno gestito attraverso gli amministratori e fiduciari il patrimonio, come testimoniamo gli stati delle anime almeno fino alla seconda metà del secolo XVIII.

Di questo legame troviamo testimonianza in una lettera che la marchesa Maria Antonia, indirizza a Gian Paolo Dattilo per ringraziarlo delle condoglianze inviategli in occasione della morte del suo consorte il principe Fabrizio Spinelli avvenuta il 3 agosto 1794.

Conclusioni

Dalla panoramica di notizie appare indicativo il ruolo svolto dalle donne, quale anello di congiunzione nella transizione del feudo di Vico fra un casato e l’atro con la finalità di mantenere e incrementare il patrimonio a tutela della famiglia. 

In primo luogo siamo alla presenza di una situazione della famiglia-corpo, centrato sulla preminenza del marito-padre e sulla subordinazione degli altri soggetti. Spostando l’attenzione dal gruppo agli individui, emerge un’articolata e complicata realtà della famiglia che appare organizzata in maniera meno asimmetrica, strutturata in modo da offrire spazi ai soggetti deboli e alle donne.

 Il modello corporativo della famiglia aristocratica mostrava evidenti segni di crisi durante il Settecento, esposto al cambiamento dei valori e degli stili di vita, e alle serrate critiche del pensiero illuministico nei confronti delle norme che disciplinavano l’istituto familiare, fino al XVIII secolo quando, lentamente ma inesorabilmente, cominciavano a cambiare le regole per partecipare alla vita pubblica e perdeva progressivamente valore l’appartenenza familiare.

Apprezzare e valutare la dimensione politica delle famiglie permette di considerare come queste, o almeno una parte d’esse, rivestissero un ruolo di spicco sulla scena pubblica locale, attraverso gli jus nominandi e i legami di comparaggio, che ne aumentavano il prestigio nei rapporti con il clero e la classe borghese emergente.

Strategie diverse, correlate all’ideologia nobiliare di antico regime e al suo lento mutamento, erano attuate dalle casate chiamate a valutare l’opportunità di seguire la via dell’onore oppure quella dell’utile, generato dalle attività economiche intraprese nei loro possedimenti.

Per la conoscenza dei mutamenti intervenuti, è necessario orientare gli indirizzi di ricerca alla storia patrimoniale delle famiglie e alle loro scelte economiche.

(Foto Maria Caracciolo 5° marchesa di Vico moglie di Troiano Spinelli duca di Aquaro)

Nicola Parisi