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ADOTTARE CAPRETTE GARGANICHE PER SALVARLE, IL PROGETTO DI ‘U SCULER

L’idea Adotta una capretta nasce nella masseria U sculer, di Michele Totaro e Valentina Genco.

L’obiettivo è far si che questi simpatici animali – che a sentire loro si affezionano ai proprietari, adorano le coccole e sono golosi di more, pane e noci – non scompaiano del tutto dal territorio garganico.

Già, perché sono sempre meno gli allevatori che li scelgono per le loro stalle.

“L’idea è partita un paio di settimane fa, quando sono saliti i prezzi del grano, della benzina, e il mangime da otto euro è arrivato a quindici. Così abbiamo sentito il bisogno di un aiuto per continuare a mantenere i nostri animali”, racconta Valentina, diciannovenne milanese che ha conosciuto il suo Michele nella trasmissione II Contadino cerca moglie e da li ha deciso di lasciare la ricca Lombardia per trasferirsi in Foresta Umbra e vivere tra gli animali e le faccende di campagna.

“La capretta garganica, così come la vacca podolica, è un animale molto bello, ma poco produttivo. Certo, il suo latte è pregiato e i suoi formaggi sono di ottima qualità. Ma il fatto che produca poco, unito al suo bisogno quotidiano di non stare in stalla, ma di vivere all’aria aperta, ne rende l’allevamento ancor più difficoltoso. Anche perché qui da noi è pieno di lupi, e serve quindi che il pastore le accompagni ogni giorno al pascolo”.

Valentina racconta della risposta positiva al progetto e di famiglie che si sono recate in masseria insieme ai bambini per scegliere la loro capra e visitare il luogo.

Ma in cosa consiste l’adozione di una capra? Nella scelta dell’animale e nell’assegnazione del suo nome, nell’invio periodico di foto in chat privata, nella possibilità di visite per coccolarle e giocarci, nell’invio di due pezzotte di cacioricotta (una classica e una farcita a scelta tra olive, noci, rucola o peperoncino), con spese di spedizione incluse. Il tutto al costo di cinquanta o venti euro a seconda se si opti o meno per la scelta del formaggio. L’adozione dura fino a ottobre e si paga in una volta sola, fino a quando le caprette saranno cresciute e pronte a partorire.

‘Trai rischi per le capre della masseria U sculer, primo fra tutti, l’incontro con i lupi, che a causa del forte freddo, nei mesi invernali, sono scesi in basso per cercare prede e quindi cibo.

“La capretta garganica è un animale bellissimo, intelligente ed affettuoso”, continua Valentina, che ha creato una relazione con le cucciole a forza di pezzi di pane. “Una delle mie prime compagne si chiama Mora, le ho dato questo nome perché in estate mi seguiva di continuo mentre ero in giro per raccogliere more. Ne era golosissima. Dopo avere creato una relazione con lei, è stato facile crearla anche con le altre. Così la mattina quando entro nelle stalle, mi saltano tutte addosso. A loro piace arrampicarsi. E lo fanno pure su di me. Non sono mai tranquille e cercano di andare più in alto possibile, sia perché cercano il cibo, sia perché amano giocare”. Valentina racconta la differenza tra le mucche e le capre se lasciate in un recinto. Se le prime si accomodano placide, approfittando della pausa per fare un po’ di relax e un sonnellino, le capre si muovono senza freni. “C’è da morir dal ridere a guardarle”, racconta. “Bastano cinque minuti di osservazione per ritrovare il buon umore e farsi venire l’allegria”.

L’iniziativa di cui Valentina e Michele si fanno promotori, si propone dunque di salvaguardare la capra garganica proponendo agli amanti della natura e degli animali (oltre che ai ghiotti di formaggi) di adottare una capra, contribuendo alle spese di allevamento.

“Facendo questo piccolo gesto si evita l’estinzione di una antica razza, si tutela l’ambiente, si garantisce la conservazione di antiche tecniche di trasformazione casearia, ci si assicura l’approvvigionamento di prodotti sani e genuini e si ha la possibilità, venendoci a trovare, di seguire periodicamente l’allevamento nelle varie fasi della sua attività”, conclude il suo discorso Valentina.

“Naturalmente si mette a tavola un prodotto naturale interamente realizzato a mano e di alta qualità, e si evitano costosi ed inutili passaggi commerciali. Incentivare l’allevamento allo stato brado di animali felici, liberi, che vengono munti a mano dividendo il latte con i capretti, non separandoli dalle mamme, è un gesto che rende felice anche chi lo compie”.E come darle torto? Per chi avesse voglia di nuovi e vivacissimi amici a distanza, i social di U scuter sono lieti di accogliere.

modesta raimondi

l’attacco