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SCHITTULLI/ «500 DECESSI AL GIORNO DI CANCRO, SI RIPRENDA A FARE I CONTROLLI». L’ONCOLOGO LANCIA L’ALLARME E INVITA A ESAMI PREVENTIVI TRASCURATI DURANTE LA PANDEMIA

«Nel 2021 abbiamo avuto 183.200 morti di cancro, a fronte di 160mila vittime di Covid in due anni. Mi sembra che i numeri si possano commentare da soli».

L’oncologo Francesco Schittulli sottolinea con forza i dati che in effetti parlano da soli nella loro gravità e cerca di avviare una riflessione anche alla luce dei 100 anni della Lega Italiana per la Lotta ai Tumori di cui è presidente.

«Ripeto spesso che in questi due anni abbiamo vissuto “anche” la pandemia di Covid – spiega -, non per minimizzare, assolutamente, ma per sottolineare che ci sono anche altre emergenze che purtroppo sono state accantonate, sia nelle priorità di Governo, sia per l’intensa pressione mediatica. In quest’ultimo periodo non si è parlato altro che di coronavirus e le persone sono state prima prese dall’ansia, poi dalla paura, per finire al panico. Ora però è il momento di ritrovare l’equilibrio e ripensare le priorità»

«Il cancro è tornato ad essere una parola che evoca morte certa, mentre invece così non è – sottolinea -. Ma si deve intervenire per tempo e servono interventi strutturali. Mi trovo in questi ultimi mesi a dover fare troppe mastectomie, troppe. Sono un senologo, quindi i miei dati sono aggiornatissimi. Le donne sono quelle che in questi anni si sono trascurate di più.

Con la loro costituzionale generosità hanno messo davanti il bene della famiglia, trascurando se stesse e i controlli necessari. Ecco allora che non si intercetta più il tumore al seno quando è solo di pochi millimetri e tutto potrebbe concludersi più facilmente, perché ha un indice di malignità più basso, ma si arriva tardi con tutte le conseguenze del caso. Abbiamo 69mila nuove diagnosi solo lo scorso anno, significa che il cancro al seno è tornato ad essere il killer numero uno, molto più di qualsiasi altra patologia tumorale».

E la diagnosi tardiva porta con sé un pesante carico di dolore. Non solo per l’intervento che si rende necessario, ma anche per le terapie postume, spesso fortemente invalidanti. «La diagnosi tardiva ha un costo personale e sociale altissimo – conferma Schittulli – e questo dipende anche da un sistema sanitario regionale che non permette un accesso alle cure uguale in tutti’Italia.

Una differenza scandalosa. Per questo sono due le proposte che faccio: un referendum popolare per cercare di ricomporre questa stortura e la possibilità di fare i controlli come le mammografie anche nelle strutture private convenzionate. Per il referendum potrebbe bastare porre una domanda: “Sei soddisfatto della copertura sanitaria della tua regione?”.

So già la risposta e tanto dovrebbe bastare per rivedere il sistema. So bene che parlo di qualcosa di impossibile, ma la provocazione potrebbe scuotere e rimettere la questione sanità al posto centrale che merita.

E poi che le analisi specifiche anticancro si possano fare anche nelle strutture private in convenzione. Per il Covid vista l’emergenza si possono fare tamponi anche nelle farmacie e laboratori, perché una mammografia no? Bisogna investire in salute e permettere ad una donna di controllarsi nei tempi e modi che preferisce, questo permetterebbe di decongestionare le liste di attesa nel pubblico ed avere un miglior servizio.

Io dirigo la «Breast Unit» alla Mater Dei, abbiamo macchinari all’avanguardia, perché possiamo fare screening solo a pagamento? La politica non dovrebbe creare queste barriere, dovrebbe semplificare i percorsi. Il suo ruolo è programmare, legiferare e controllare. Se si aprisse al privato con i debiti controlli e regole, questo sarebbe un beneficio per tutti, per primi i cittadini che potrebbero avere diagnosi in molto tardive».