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CON IL BOOM DI B&B L’AFFITTO È UN’UTOPIA. E SUI PORTALI DILAGANO GLI ANNUNCI DEGLI ABUSIVI.

Intere zone centrali che si vanno desertificando e altre che soffrono il fenomeno dell’overtourism. E questa la Puglia turistica da Bari passando da Vieste, il Gargano per approdare nel Salento, che sta scoprendo sempre più che in alcuni quartieri le case rimangono sfitte per affittarle ai turisti, oppure che alcuni contratti non vengono rinnovati per favorire le locazioni brevi.

Si tratta di quelle che, per legge, non possono superare i trenta giorni. Un dato su tutti rende l’idea di come questo fenomeno vada, purtroppo, in sintonia con quello dell’abusivismo. Gli operatori del settore e le organizzazioni di categoria denunciano da tempo che a Bari, ma è un discorso che vale per tutte le città, sono molte di più le disponibilità su portali di settore rispetto alle attività regolarmente dichiarate.

Restando nel capoluogo, nella pagina dedicata su Airbnb sono 1.639 gli annunci mentre le aziende regolarmente dichiarate come affitta camere superano appena i 200. A lanciare l’allarme per il rischio sociale sono due organizzazioni agli antipodi ma, in questo caso, accomunate dall’analisi. Parliamo di Sunia e Confindustria Turismo.

«Negli anni ‘80 si sfrattava per realizzare uffici – esordisce il segretario del Sunia, Nicola Zambetti – mentre negli anni ‘90 per affittare agli studenti universitari o insegnanti, scatenando una guerra fra poveri. Oggi molti sfrattano per avviare un’attività di affittacamere o bed and breakfast, non sempre regolari».

Un fenomeno che ha ricadute non solo nel settore del turismo ma anche nella socialità e, soprattutto, comporta effetti persino sull’urbanistica Spiega ancora Zambetti: «Se si svuotano le case non è solo un problema di residenti costretti ad andare a vivere da un’altra parte, magari fuori città. Sono negozi che si chiudono e insegne che si spengono con gravi ripercussioni sul decoro urbano e, perché no, sulla sicurezza dei cittadini stessi». È un pò una riproposizione della teoria della finestra rotta Quando gli edifici si riempiono solo di turisti, di fatto, viene meno il vicinato con tutte le sue buone pratiche, anche di cura delle parti comuni. «La Puglia è diventata sempre più attrattiva dal punto di vista turistico in questi anni – evidenzia Zambetti – ma non può bastare la sua economia solo su un comparto. Serve una riflessione generale sulla strategia ma anche sull’idea stessa di quale turismo vogliamo».

Case che non si affittano o che si liberano, con risoluzioni e sfratti, con la finalità di avviare un’attività extralberghiera. Il risultato è un attacco alle strutture alberghiere, soprattutto quelle di fascia medio bassa Come in altri comparti, anche nel turismo il mercato sta assumendo sembianze duali. Da una parte il lusso e dall’altra l’economicità come drive di scelta.

Massimo Salomone è il coordinatore del gruppo tecnico di Confindustria Puglia dedicato al Turismo: «Il fenomeno è più evidente nel centro storico delle città. Tuttavia, è rimasto più nascosto in questi anni caratterizzati dalla pandemia per evidenti ragioni. Praticamente il settore si è fermato perché si sono fermati i viaggi a causa delle restrizioni.

Questa estate si spera di ripartire e, inevitabilmente, chi può non ha disdegnato un investimento in tal senso». La seconda casa rende di più come b&b rispetto ad una locazione standard? Per sempre più pugliesi sì. Tuttavia, c’è una possibilità per scovare i furbetti. «Come organizzazioni di categoria – conclude Salomone – abbiamo ottenuto il codice identificativo così da poter tenere traccia di ogni soggiorno, anche nei b&b».

edicoladelsud