E’ tornato di recente alla ribalta il tema della presenza (per alcuni troppo invasiva) dei cinghiali in Capitanata, da questo probabilmente deriva la sottoscrizione dell’accordo per l’attività di censimento, monitoraggio sanitario e genetico su campioni biologici della popolazione del cinghiale e della fauna selvatica all’interno del Parco Nazionale del Gargano, finalizzate alla redazione del piano di gestione del cinghiale, sottoscritto dall’Ente Parco del Gargano, l’Ente Parco Nazionale della Majella ed il dipartimento di prevenzione della Asl Foggia.
Sarà il Parco del Gargano a coordinare le attività, a curare i rapporti con le istituzioni competenti e a corrispondere in favore del dipartimento di prevenzione – servizio veterinario area C dell’AsI Foggia il rimborso degli oneri derivanti dalla eccedenza della prestazione lavorativa rispetto a quella ordinaria relativamente al tempo impiegato nelle attività previste dall’accordo. Sempre l’Ente si occuperà del monitoraggio standardizzato quali-quantitativo della popolazione di cinghiale, dei danni alle colture agricole e adozione di prassi mitigative e del monitoraggio sanitario e genetico del cinghiale e di altri animali selvatici nel perimetro del Parco. Controllerà inoltre il numero della popolazione entro soglie di sostenibilità ambientale e si impegnerà per mantenere una popolazione di cinghiale ben strutturata e adeguata al mantenimento del ruolo ecosistemico. Selezionerà anche un operatore economico per lo smaltimento delle carcasse rinvenute in area Parco e oggetto di prelievo di parti di esse. Non solo, si impegnerà a ridurre i conflitti con gli operatori economici presenti in area parco e con altri portatori di interessi.
Ai tecnici e ai veterinari della Asl il compito di effettuare i prelievi di carcasse di cinghiale od ogni altro animale selvatico per gli accertamenti diagnostici delle malattie zoonosiche (brucellosi, tubercolosi e trichinosi) e non (peste suina africana), presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata o altro istituto. L’Azienda sanitaria curerà anche ogni iter procedurale presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, competente in materia di attività di ricerca scientifica su campioni provenienti da esemplari del genere Sus e di altri animali selvatici allo scopo di identificarne l’appartenenza alla specifica popolazione di specie e di individuare gli eventuali ibridi.
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