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PESCHICI/ LA GROTTA DELL’ACQUA TORNA AL SUO ANTICO SPLENDORE

Da deposito a bellezza naturale restituita al suo antico splendore: la Grotta dell’Acqua, insenatura presente sulla costa di Peschici, in località Sfinale è stata ripulita, ri­messa a nuovo e presto potrà essere anche fruibile per i visita­tori che ne faranno richiesta.

A rendere possibile tutto ciò è stata una fortunata collaborazio­ne tra la nuova proprietà della struttura recettiva, che prende pro­prio il nome dalla grotta e la Aps Omnibus di San Paolo di Civitate.

Lo staff del residence e i volontari dell’associazione hanno unito le forze e hanno bonificato l’area.

“La grotta era chiusa fino a qualche tempo fa e non valorizzata: conteneva i tavoli del ristorante, il camion di servizio del villaggio e attrezzature di vario genere, come se fosse un magazzino-ha spiegato il nuovo direttore della struttura, Mario Faienza-. Noi l’abbiamo ripulita con i ragazzi della Omnibus, ab­biamo inoltre realizzato una staccionata per delimitare l’area del­la grotta che abbiamo anche illuminato con un impianto di luci a diffusione”.

L’operazione è partita da quando c’è stato il cambio di proprietà del residence, vale a dire da settembre 2021. “Il nostro è un vil­laggio turistico che si trova sulla litoranea tra Peschici e Vieste nella baia di Sfinale – ha aggiunto il direttore -, all’interno della struttura sono presenti delle grotte, due in particolare. Un tempo, secondo i racconti degli abitanti del posto, erano persino navi­gabili e si vocifera che collegassero addirittura Peschici con alcuni punti dell’entroterra del Gargano. Fino ad un paio di anni fa venivano utilizzate come deposito, come detto.

Ma non appena abbiamo formalizzato l’acquisizione della proprietà ci siamo ri- promessi di riqualificare le grotte; siamo partiti con un’attività di pulizia appunto, ridando vita a quella che era la Grotta dell’Acqua fino a qualche tempo fa. Adesso con l’associazione Omnibus stiamo cercando di divulgare tutte quelle che possono essere le informazioni sulle grotte, dando anche la possibilità, in modo li­mitato almeno per i primi tempi, ad alcune persone di visitarle, con l’ausilio di guide, individuate tra i volontari della Omnibus, con cui abbiamo già stipulato un accordo in tal senso”. L’associazione si è inoltre impegnata a promuovere non solo la Grotta dell’Acqua ma in generale tutto il contesto limitrofo alla struttura.

“Quest’estate abbiamo già in programma delle serate, i giovedì del villaggio, durante le quali si andranno a proporre le tipicità di questa terra, dalle specialità enogastronomiche ai bal­li locali: vogliamo che il nostro territorio venga conosciuto a 360 gradi dagli ospiti che vengono da altre regioni e da altri Paesi”. “Questa attività rientra a pieno titolo nella mission della nostra Aps – ha aggiunto Michela Celozzi,vicepresidente della Omni­bus -, l’associazione infatti ha come obiettivo la tutela dei beni del territorio, dei prodotti enogastronomici e tutto ciò che riguarda la valorizzazione delle nostre tipicità. Non a caso è stato scelto il no­me ‘Omnibus’, per l’associazione, proprio a significare la plurali­tà degli interessi perseguiti”.

La Aps, è nata nel 2018 a San Paolo di Civitate e ha riunito intorno a sé molti citta­dini desiderosi di dare un contributo al processo di rinascita del­la Capitanata.

“Purtroppo le nostre attività ultimamente sono andate un po’ a ri­lento, a causa dell’emergenza sanitaria determinata dalla pan­demia ma stiamo riprendendo a riprogrammare le nostre inizia­tive e la riqualificazione della grotta ci è sembrato un ottimo mo­do per ripartire”, ha concluso la vicepresidente.

La Grotta dell’Acqua ha un importante valore naturalistico ma an­che archeologico, come è stato evidenziato dai (pochi) studi ef­fettuati su di essa. Risale al 1987 la pubblicazione di Angelo Rus­si(“Navi, marinai e dei in epigrafi greche e latine”) il quale rin­venne, dopo una esplorazione, una serie di iscrizioni risalenti al periodo romano e persino preistorico.

Ancora prima, un archeo­logo toscano, Ugo Rellini,avvistò, dopo aver percorso un tun­nel lunghissimo all’interno della cavità naturale, l’iscrizione lati­na: “Cn (aeus) Octavius Suriacus”, la firma di qualcuno che pas­sò di lì secoli addietro, si direbbe. Angelo e Alfonso Russi trova­rono le memorie di Rellini, tornarono sul posto, dove scattarono numerose foto che vennero pubblicate a corredo del saggio ci­tato.

“Le epigrafi appaiono meglio conservate nei tratti terminali della cavità – si legge nella pubblicazione di Russi -, dove è più diffici­le l’insediamento di trogiofile, che tendono a corrodere la super­ficie calcarea: fenomeno questo più evidente verso l’ingresso. L’iscrizione di cui si era alla ricerca è stata ritrovata nel punto più profondo della grotta, a circa 50 cm sul livello dell’acqua, su una superficie appositamente lavorata […]. La maggior parte delle altre epigrafi si trova a breve distanza da queste, soprattutto un po’ più avanti a destra, dove si nota una superficie levigata gros­solanamente sulla quale si addensano nomi e lettere talvolta so­vrapposti alla rinfusa.

Nell’insieme, le epigrafi conservate nella Grotta dell’Acqua sembrano databili tra la tarda età repubblica­na e i primi anni dell’Impero […]. Va ricordato inoltre che, da te­stimonianze raccolte in loco, risulta che in una fessura delio stes­so settore della grotta sarebbe stato rinvenuto un pugnale di bronzo di cui però non si sarebbe saputo in seguito più nulla […]. E’ da segnalare infine che durante la fase di rilevamento delle epi­grafi, sono stati individuati pure dei graffiti preistorici concentrati maggiormente sulla parte centrale della grotta.

Essi sono costi­tuiti perlopiù da elementi lineari, spesso associati in forme a pet­tine, a cancelletto, etc. Si distinguono inoltre motivi complessi tra cui figure rettangolari campite da linee orizzontali che si prolun­gano sinuosamente all’esterno, nonché probabilmente anche la raffigurazione di un animale mostruoso o più semplicemente un rettile. A seguito di tutte queste testimonianze preistoriche e sto­riche appare allora quanto mai evidente l’importanza della Grot­ta dell’Acqua, per la ricostruzione della vita in questo angolo del Gargano nel passato anche più remoto”.

In passato il fatto che fosse usata come un magazzino suscitò sconcerto ed indignazione, ora invece potrebbe recuperare l’ori­ginaria importanza, grazie a nuove e più attente sensibilità.

l’attacco