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VIESTE/ PORTO GRECO, L’ILLEGALITA’ E’ IMPUNITA. BAR E PARCHEGGIO ABUSIVI, BARCHE TRA I BAGNANTI. “SUL GIORNALE? FA CURRICULUM”

Gargano lussureggiante, selvaggio ma spesso an­che regno di abusivismo e scenario degno di una vera tamarreide. L’incredibile bellezza di alcune delle spiagge e coste della Montagna del sole è deturpata da chi ritiene di poter spadroneggiare indisturbato. L’im­punità a volte è tale che vien da dire che tanta ricchezza naturalistica non è meritata.

Il reportage de l’Attacco riguarda l’incantevole baia di Por­to Greco, che appartiene al Comune di Vieste e che, anche quest’anno, è soggetta a forme di illegalità di vario tipo. Insomma, uno scrigno che merita una visita. Peccato che, anno dopo anno, Porto Greco continui ad essere terra di nessuno e, come tale, non protetta da quanti ne approfit­tano in vario modo. Qui tutto è abusivo, a cominciare dal parcheggio gestito dalla solita persona da lungo tempo. Cinque euro per lasciare l’auto lungo la strada interna e scendere verso la baia tramite il sentiero. Nessuna ricevu­ta, ovviamente, trattandosi di un parcheggio fuorilegge. Come già avveniva anni fa, quest’estate è tornato in fun­zione un chiosco-bar sulla spiaggia ed è anch’esso abusi­vo. Tre uomini a curarlo domenica scorsa. Di diverso ri­spetto al passato ci sono menù e prezzi: non più panini e cibo alla buona, ma listino da spiaggia chic, con piatti tra i 10-15 euro fino ai 25 euro per quello più costoso.

I bagnanti che arrivano a Porto Greco (domenica ci sono diversi turisti del Nord Italia, ma anche alcuni stranieri), da­vanti a quello spettacolo divino, chiudono gli occhi per la

seconda volta pur di godersi un’indimenticabile giornata al mare. E qui arriva la terza mazzata, il colpo di grazia. Ecco cosa è avvenuto ieri l’altro. Appena arrivati la baia si è presentata sgombra da natanti. Ma a metà mattina era invasa da barche di ogni tipo, dai gommoni agli yacht. Tut­te – senza badare minimamente alle regole poste dal Co­dice della nautica e dalle Capitanerie (oltre che sprovvisti del più elementare buon senso) – ormeggiavano molto ol­tre l’imboccatura della baia. La distanza dalla riva era dav­vero minima.

Per fortuna i barconi che fanno fare il giro della costa a di­verse decine di persone non approdano più a Porto Greco: uno, domenica, prima ha puntato con decisione alla riva, poi ha fatto dietrofront a gran velocità ed è corso via. In compenso è arrivato fino a riva un maxi gommone per sca­ricare i propri ospiti (e poi venirseli a riprendere) come pu­re una piccola barchetta con loghi di vari prodotti alimen­tari che vendeva qualcosa.

C’era persino l’idiota in moto d’acqua che ha deciso di sgommare più e più volte attraverso la baia per conferma­re al mondo di essere un minus habens II suo triste spet­tacolo è durato poco.

Ciò che, invece, si è prolungato per svariato ore, fino al po­meriggio inoltrato, è stata la presenza dello imbarcazioni a poche decine di metri dai bagnanti, i quali poveretti hanno iniziato a lamentarsi quando persino nuotare e fare snorkeling è diventato pericoloso, per non parlare del puzzo di

gasolio che si diffondeva ovunque.

Impossibile chiamare la Guardia Costiera perché non c’è campo, i cellulari sono privi di qualunque linea a Porto Gre­co.

L’Attacco, presente domenica mattina, ha deciso di anda­re a parlare con la famiglia che aveva scelto di buttare l’an­cora del proprio grosso yacht, chiamato Thalas, ancor più vicino rispetto alla spiaggia.

Il dialogo è stato surreale e merita di essere riportato. “Pa­pà, si sente un cattivo odore”, ha detto il figlio ragazzino do­po essersi buttato in acqua.

Il padre, con la madre e altri ospiti di Thalas, erano rimasti a bordo. “In verità si sente puzza fino a riva a causa di que­sta e delle altre barche ferme così vicino”, è stata la repli­ca di chi scrive.

“Ma chi si avvicina più di tutti alla spiaggia vuol dimostrare, forse, di essere il più tamarro?”. “SI, siamo tamarri”, la ri­sposta serafica del padre.

“Qui non potete stare, è troppo vicino”, ho insistito. “Ma lei chi è, del Comune?”, si è inserita la signora. “No, sono una giornalista. Ho fatto video e foto, vi informo che martedì un articolo uscirà su quanto sta avvenendo questa mattina qui oggi. Sappiate che finirete sul giornale”. “Fa curriculum”, il commento del ragazzino. “Che giornale è?”, ha voluto sa­pere il padre. “L’Attacco di Foggia”.

Si è avvicinato a quel punto un altro uomo, in acqua col ra­gazzino. “Guardi, lei ha ragione ma sa perché non andia­mo più al largo? Perché se no la barca balla, qui stiamo più riparati”. “Non è una motivazione, sa a che distanza siete? Le regole sono regole e vanno rispettato da tutti. Anche noi andiamo in barca ma non ci sogniamo di stare a poche de­cine di metri dalla riva”, è stato l’ultimo tentativo di farli ra­gionare. Non è servito nemmeno dirlo che “tutti amiamo il mare, rispettarlo è un dovere”.

Tutto inutile: la famigliola a bordo di Thalas dagli ottimi esempi educativi ai minori è restata fino dopo le ore 16,00 e ha tolto l’ancora solo al termine della propria giornata al mare, trascorsa noncuranti degli sguardi attoniti dei turisti e bagnanti, che si sono trovati davanti a condotte di illega­lità e inciviltà fatte in maniera del tutto consapevole, come confermato dalle risposto dei diretti interessati.

“Lo so che non si la ma me no frego”, pareva essere il mot­to.

I a rabbia in spiaggia ora palpabile. Una bagnante foggia­na. mugugnando, per sbollire il senso di impotenza si è

messa a raccogliere dal mare plastiche e pezzi di cetrioli gettati dalle barche, fino a riempire una busta.

Ma cosa dice la normativa?

L’ordinanza di sicurezza balneare adottata per l’estate 2022 dall’Ufficio circondariale marittimo di Vieste (n. 7/2022) prevede una distanza minima di 200 metri dalle spiagge e scogliere basse, di 100 metri dalle coste a picco. Ad integrare tale atto c’è l’ordinanza compartimentale n. 5/2018, adottata dalla Capitaneria di porto di Manfredonia, che sancisce l’obbligo per ulteriori 1000 metri (rispetto ai 100 o 200 metri) le unità a motore devono spostarsi con una velocità inferiore ai 10 nodi e comunque devono navigare con scafo in dislocamento. Norme che a Porto Greco nessuno rispetta.

All’indomani, ieri mattina, l’Attacco ha contattato il Sinda­co di Vieste Giuseppe Nobilettiper informarlo della situa­zione. “Sindaco, ma è sempre tutto abusivo lì?”. Sì, bar parcheggio sono abusivi. Ci sono ancora? L’an­no scorso li avevamo mandati via. Li cacceremo come ave­vamo già fatto in precedenza”, è stata la promessa del pri­mo cittadino.

lucia piemontese

l’attacco