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AL TURISMO VIESTANO SERVE PIÙ PERSONALE QUALIFICATO. GLI IMPRENDITORI FINALMENTE A LEZIONE DAI PROFESSORI UNIVERSITARI ?

Nella Vieste da tutto esaurito, con i turisti che affol­lano il Centro Storico, che soggior­nano nei villaggi, in case trasformate in dimore extralus­so, ma che sono spesso costretti anche ad accontentarsi di una stanza sistemata alla meglio pur di stare a due passi dal mare, non tutto fila per il meglio. Il turismo, se non praticato in maniera sostenibile, può essere un settore altamente impattante, in grado di danneggiare il territorio, fino a giungere, nei casi più estremi, alla negazione di opportunità di visita alle generazioni future. Tuttavia, è allarmante il fatto che il turismo di massa non solo riduce notevolmente le possibilità dei turisti, ma può inficiare la qualità della vita delle popolazioni locali. In pochi decenni, sul Gargano, lo spazio turistico “da semplicemente «visitato» è velocemente passato ad essere «organizzato» e addirittura «consumato» registrando quindi profonde modifiche all’ambiente”.  Sui motori di ricerca de­dicati alle vacanze fioccano le stroncature a firma dei clienti insoddisfatti. C’è la necessità di elevare la qualità del sistema dell’accoglienza, a tutela del marchio Vieste. Non abbiamo ancora maturato una cultura industriale dell’ospitalità, che però è un ele­mento fondamentale per battere la concorrenza sia in Puglia che in Italia. La rivoluzione è di investire non solo sulla formazione dei dipendenti. Formare le persone è responsabilità e per far prosperare le aziende. La formazione continua co­me pilastro del turismo. Investire nella conoscenza attra­verso la formazione e l’educazione per sviluppare nuove competenze per un mondo in rapido cambiamen­to. È questo uno dei punti cardini già del presente e ancor più nel futuro. Il segreto dell’ospitare è far sentire gli ospiti benvenuti e a casa propria. Se lo fai onestamente, il resto prende cura di se stesso. Questa considerazione condivisa da tante associazioni di categoria è (quasi) maturata anche dagli stessi operatori del turismo.

Se è vero che uno dei nostri punti di forza, con ampi margini di cre­scita, dell’economia del territorio è strettamente legato alle spiag­ge, alle bellezze della costa, al Centro Storico, al nostro entroterra, all’enogastronomia, è anche vero che non sempre l’accoglien­za è adeguata alle esigenze del turista. Spuntano come funghi pseudo-imprenditori che ristruttura­no palazzi e catapecchie, come pure gli ex agricoltori che piazzano letti e fornelli nelle vec­chie “torri” e arredano con om­brelloni e sdraio il prato che ha preso il posto dei campi di po­modori o di foraggio. Ora una “mano” arriva dall’Università di Bari, ed era ora! Proprio da queste considerazioni è partita la necessità di attivare un corso di formazione con un partner garante della professio­nalità. Così Con­fesercenti ha sottoscritto un ac­cordo con l’Università «Aldo Mo­ro» e con il dipartimento del Ma­nagement del turismo e della cul­tura: il professor Vito Roberto Santamato, coordinatore del cor­so di laurea, sta approntando un corso rivolto a chi gestisce gli hotel come pure i Bed & Brea­kfast o gli alberghi. Gli studenti-imprenditori sono invitati a lezione di marketing, di rela­zione con la clientela, di gestione delle risorse umane che significa inoltre rispetto dei contratti di lavoro da applicare ai dipenden­ti, ai responsabili di sala nei ri­storanti come pure a chi racco­glie le prenotazioni. La carenza di personale qualificato sta metten­do in crisi il settore: le assunzioni stagionali scoraggiano persino i giovani.

E poi c’è il problema della co­municazione con gli stranieri: in­glese, francese, tedesco sono le lingue parlate da tanti ospiti. Dopo 60anni di turismo c’è l’urgenza di elaborare strategie e progetti di sviluppo. Viviamo in un mondo estremamen­te evoluto dove le dinamiche sono cambiate sia per i metodi di ven­dita dei nostri servizi sia per l’organizzazione. Prima del Covid l’imprenditore poteva permettersi di non fare i controlli di gestione ma oggi, con le bollette de­cuplicate, chi non è attento ai nu­meri rischia di fallire. Temi forti sono inoltre la digitalizzazione e il green: è fondamentale prepa­rare gli imprenditori a questo cambiamento epocale che passa dalla proposta di un’esperienza attraverso i social, autentica ve­trina interattiva. Non vendiamo soltanto cibo e un posto letto, per­ché la reputazione è un elemento del prodotto e il passaparola in­nesca un circolo virtuoso. La formazione di chi governa alberghi e ristoranti è una scommessa, nell’ottica di fare di Vieste una meta turistica tutto l’anno. Un sogno?