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SULLE SPIAGGE PUGLIESI LA SCURE DEL COVID: I TURISTI DISERTANO I LIDI

Drastico calo delle presenze rispetto al 2019: meno 30%. Il sindacato balneari: «Incide anche il caro carburanti».

A luglio il tonfo sulle spiagge di tutta la Puglia è stato tanto pesante quanto inaspettato: 30 per cento in meno di bagnanti rispetto allo stesso mese del 2019, l’ultimo prima della pandemia. Ma proprio il Covidpare essere tra le cause di una parabola discendente che nessuno immaginava dopo un mese di giugno più che confortante sotto l’aspetto dell’affluenza negli stabilimenti balneari.

Una brusca frenata che il presidente regionale e nazionale del Sib (sindacato italiano balneari), Antonio Capacchione, spiega così: «I rincari della benzina o dell’elettricità non sono la sola spiegazione di questo arretramento. C’è di più. Sono ormai tante le segnalazioni di ombrelloni che restano chiusi per giorni a causa del Covid, anche se prenotati con abbonamenti mensili o stagionali».

Secondo il numero uno del Sib, almeno un terzo del deficit di bagnanti registrato a luglio, è stato imposto dalla quarantena cui sono stati obbligati singoli, gruppi o intere famiglie dopo che anche un solo contatto stretto è risultato positivo alla prova del tampone.

«Anche se la malattia non è più aggressiva come lo scorso anno – riflette Capacchione – i contagi sono ancora tanti e il virus si diffonde rapidamente». Davanti alle farmacie delle località di mare, i turisti in ciabatte , con la sabbia appiccicata ai piedi, fanno la fila per il tampone con la paura stampata in viso che la vacanza possa essere compromessa dal virus.

Antonio Capacchione aggiunge: «Oltre ai turisti che si ammalano a vacanza iniziata, ce ne sono tanti altri che hanno scelto di non partire proprio per non imbattersi in brutte sorprese. La contagiosità delle varianti in questo periodo è tale da far riflettere se vale la pena o meno correre il rischio di pagare per una settimana di ferie che si rischia di passare chiusi in casa. Da un confronto tra noi balneari è venuto fuori che il fenomeno esiste ed è tangibile, osservando le spiagge non al completo».

E dal Gargano al Salento la situazione non cambia: il fenomeno sembra generalizzato, anche perché le precauzioni sono venute meno proprio mentre hanno cominciato a circolare le varianti del Covid più contagiose, come sottolineano gli esperti. «Le nostre preoccupazioni – evidenzia Capacchione – intanto aumentano, dopo il calo di presenze a luglio. Una flessione che abbiamo notato soprattutto durante la settimana, non nei week-end, ma ora speriamo che nei prossimi giorni di agosto ci sia una ripresa. È una stagione strana soprattutto perché il buon andamento di giugno ci aveva fatto ben sperare. Le cause sono da imputare alle preoccupazioni per l’aumento dei costi delle bollette, ma soprattutto del carburante per autotrazione, di un autunno difficile – nota Capacchione – sotto il profilo delle spese per le famiglie, ma anche della pandemia. Il costo del carburante incide, invece, sull’escursionismo, un fenomeno molto presente nel nord della Puglia. Molte famiglie, in estate, lasciano la casa nell’entroterra per trasferirsi sulla costa, ma con la benzina arrivata a costare oltre due euro al litro, anche questo tipo di turismo ne ha risentito».

Insomma, la vacanza sotto l’ombrellone frena in maniera inaspettata, tra timori per il carovita e Covid, proprio nella stagione che si pensava potesse segnare una svolta in positivo, dopo le fasi più acute della pandemia che hanno imposto drastiche misure di contenimento dei contagi. «Ciò che, però, non ci aspettavamo – rimarca Capacchione – è la diffusione virale maggiore rispetto allo scorso anno. D’altra parte, se guardiamo il numero delle persone che ogni giorno in Puglia sono positive, e sono tante, dobbiamo per forza considerarle impossibilitate a concedersi anche un bagno al mare».

corrieredelmezzogiorno