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WWF SU ALGA ROSSA: RISPOSTE CHIARE E NON INACETTABILI FORZATURE

Relativamente alla vicenda della contaminazione da parte dell’alga Planktothrix rubescens della diga d’Occhito, principale fonte d’approvvigionamento d’acqua potabile per la città di Foggia, il WWF ritiene opportuno esprimere alcune considerazioni. La presenza nelle acque del lago di formazioni di questa alga rossa sembra sia stata segnalata già nel mese di dicembre scorso. Tuttavia il monitoraggio da parte delle autorità preposte è stato attivato solo nei primi giorni di febbraio e a tal riguardo certamente a nulla giova la motivazione di ineludibilità del fenomeno apportata dal Consorzio di Bonifica al sindaco di Foggia ovviamente preoccupato per tali ritardi. La proliferazione di tali alghe nelle acque lacustri non può, infatti, essere considerato un fenomeno improbabile o del tutto inaspettato in quanto vi sono stati, anche in anni recenti, casi analoghi che hanno interessato diversi bacini italiani.

La gestione dell’emergenza, per quanto rispettosa dei protocolli ufficiali, secondo il WWF denota lacune nell’informazione ai cittadini i quali vengono puntualmente rassicurati sul rispetto del limite di 1μg/litro previsto dall’OMS, ma non vengono informati sui dati relativi ai livelli di contaminazione “al rubinetto” di casa dove viene prelevata l’acqua per bere, cucinare, lavarsi ecc.

Questo certamente non agevola chi, per proprie valutazioni individuali, volesse adottare, secondo il principio di precauzione, soluzioni tese a limitare, almeno nella fase d’emergenza, l’ingestione d’acqua comunque contaminata. Del resto non sono rari i casi di fluttuazioni anche rilevanti dei limiti di rischio che la scienza ci fornisce.

In questa delicata situazione d’emergenza non mancano, inoltre, le dichiarazioni di coloro che si avvalgono dell’alga rossa per spingere sulla costruzione della diga di Piana dei Limiti che dovrebbe essere realizzata a valle di quella d’Occhito.

Affermano in sintesi: se ci fosse Piana dei Limiti si potrebbero fare svuotamenti di quella d’Occhito e provvedere alla pulizia dell’alga rossa. È un’argomentazione, per il WWF, assolutamente priva di senso. Ci si chiede, infatti, come potrebbe essere possibile svuotare Occhito in Piana dei Limiti se questa è già piena d’acqua propria? Viene subito da pensare: chi propone tali interventi già prevede l’invaso di Piana dei Limiti sostanzialmente vuoto. Si conferma così una delle principali perplessità manifestate sull’utilità di questo nuovo invaso: il bacino imbrifero intermedio a valle d’Occhito che dovrebbe alimentare Piana dei Limiti è del tutto insufficiente a garantirne il riempimento. Questa deduzione è confortata anche da studi ed è suffragata perfino dalle affermazioni dello stesso prof. Lotti, tra i progettisti dell’opera. Per contro il Fortore, dovendo alimentare anche il nuovo bacino, verrebbe definitivamente “spento” a valle della diga con conseguenze gravissime sull’ecosistema fino alla zona umida della foce. In tal caso, inoltre, a nulla servirebbe avere 2 laghi per “combattere” la pericolosa alga in quanto, considerando i suoi meccanismi di propagazione, ne sarebbero molto probabilmente entrambi infestati.

Se al contrario, come sostengono i suoi fautori, Piana dei Limiti sarà piena in quanto la risorsa idrica resa disponibile dal bacino imbrifero intermedio è risorsa effettivamente aggiuntiva, allora l’argomentazione degli svuotamenti d’Occhito per la rimozione dell’alga rossa è in odore di strumentale forzatura, particolarmente grave costituendo l’alga un pericolo concreto per la salute dei cittadini. In ogni caso, osserva il WWF, si tratta di un’argomentazione fragile. Non è, infatti, concepibile che per ogni diga se ne debba realizzare una di “servizio”!

La costruzione di una nuova diga provoca sempre impatti notevoli spesso con riflessi anche sulla salute, fra i tanti: allagamenti di terreni agricoli e vaste aree naturali e cambiamenti climatici con notevole aumento dell’umidità. Richiederebbe, pertanto, davvero un coinvolgimento democratico di tutta la popolazione interessata, ascoltando con serenità e spirito costruttivo tutte le argomentazioni, cosa che, specie per quelle ambientaliste, non è mai avvenuta. In definitiva, conclude il WWF, i cittadini sull’emergenza Alga Rossa si aspettano risposte chiare anche e soprattutto sulle cause ambientali che hanno determinato il problema e non certo inaccettabili strumentalizzazioni finalizzate alla costruzione della nuova diga.