Ha discusso, dopo tre anni di studio, con la dott.ssa Anna Maria Acocella, presso la scuola di formazione post-laurea in ARTETERAPIA sede di Roma la tesi: L’ARTE DEL CAMMINARE MANI-FESTANDO. APPLICAZIONE DEL METODO ARTE TERAPEUTICO TRA LE VIE DEL VILLAGGIO DI ESTEBAN.
L’Arteterapeuta è una figura professionale che usa le tecniche artistico-espressive combinate con quelle terapeutiche e riabilitative, per aiutare e supportare le persone in situazione di disagio personale (fisico o emotivo) o sociale. Lavora sia con singoli sia con gruppi, nei servizi socio-educativi e sanitari.
Approccio giovane e flessibilità di idee e si diventa grandi.
Come si cresce e si diventa grandi? E’ una domanda che chi vive l’ambizione di migliorarsi e di superare nuove sfide, si pone continuamente. Da tempo crediamo che oltre alla curiosità, la spinta al cambiamento la diano personalità e professionalità nuove. Come quella che raccontiamo oggi. Viviana delli Santi.Un cognome che a Vieste ha tanto da dire in quanto a storia familiare e che oggi dopo una brillante formazione fuori da questo territorio, sceglie di tornare a vivere nella sua terra e di innestare qui il seme della sperimentazione. Porta infatti la disciplina, perchè questo è, che si chiama arte terapia. L’idea cioè che si possa stare meglio attraverso attività individuali o di gruppo che hanno a che fare con l’arte, la scrittura, il disegno e la fotografia. Una novità nel panorama italiano che potrebbe proprio di qua diventare filone più grande e stabile, che potrebbe dare origine a un movimento più grande. Il fermento che vediamo intorno a questo luogo è una spinta che oggi più che mai si manifesta attraverso forme più diverse.
Ed è ora che anche altri, in tanti speriamo, sentano la voglia e il bisogno di farsi contaminare. Perchè Viviana ha ragione quando dice che per formasi lei, come molti dei suoi coetanei, sono dovuti andare via, perchè qui non c’erano le condizioni per farlo e nemmeno c’erano le condizioni per tornare e mettere in pratica quanto imparato. Oggi non è più così, perchè le condizioni, le opportunità, le occasioni, ci sono e dove mancano, chè la mentalità giusta per innestarle. E Vieste si candida, ad essere fucina di sperimentazioni artistiche e letterarie di grande rilievo. L’estate che sta scivolando via lo ha dimostrato e l’augurio che possiamo fare a tutto il nostro territorio, è che in attesa del prossimo anno, questi mesi siano davvero un cammino nuovo verso una consapevolezza più grande e più solida di noi stessi e delle potenzialità che vanno messe in rete per caratterizzarsi finalemente a livello nazionale accanto a destinazioni che hanno saputo imporsi.
ARTE E’ TERAPIA
Come trovare un equilibrio nel nostro mondo emotivo, per relazionarci meglio con l’altro e con noi stessi dopo un periodo fatto di relazioni virtuali, senza un contatto e stimoli a lungo inespressi.
Classe 1989 è nata a Vieste dove ha scelto di tornare da qualche anno, è fotografa e arte terapeuta. Viviana delli Santiva dritta al punto: “Ho scelto di tornare perché ho sentito la necessità di scoprire tutte le potenzialità di questo territorio meraviglioso e inoltre perché ho sentitoli bisogna di contribuire in modo diretto e personale alla valorizzazione di questa terra”. E di sicuro per una giovane donna che si è specializzata in arti visive e fotografia questa è senza dubbio una terra che offre molti stimoli.
Viviana si forma in Arti Visive indirizzo Grafica d’arte e tecniche di incisione all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Si forma alla scuola di fotografia analogica e digitale presso il CFB Bauer di Milano. Nel 2019 prosegue la sua ricerca scegliendo la scuola triennale professionalizzante di Arte Terapia NAT di Roma. Ed è qui che scopre un nuovo modo di approcciare alla fotografia e alle arti tutte e la bellezza dell’incontro nella relazione d’aiuto. Quella che infatti altrove, come in Inghilterra è una professione ed entra nel panorama sanitario nazionale, nel nostro Paese presenta ancora un approccio e una diffusione timida.
L’arte terapia infatti in Italia non è ancora considerata una professione. “E’ però – spiega Viviana – un metodo strutturato a tutti gli effetti, che coinvolge l’arte terapeuta e i pazienti. E si pone come obiettivo quello di aiutarli a ritrovare l’equilibrio del loro mondo emotivo, la loro crescita personale, una migliore e maggiore capacità di relazionarsi, maggiore autonomia nella capacità di realizzarsi e di stare bene con se stessi”. Insomma è a tutti gli effetti una forma di psicoterapia, che si pone gli stessi obiettivi di numerose discipline ormai diffuse e già entrate nelle abitudini di molti di noi.
“Credo sia importante sottolineare che è una disciplina, che i workshop e gli incontri, o i laboratori, sono percorsi che mirano a mantenere l’equilibrio psicologico in ciascuno di noi, ad armonizzarci con il nostro mondo emotivo. Una disciplina in cui il lavoro con sé stessi, con l’altro e con il mondo può seguire vari canali e che non esclude di affiancare anche un percorso psicologico. Non di rado accade che la stessa arte terapia sia scelta per affiancare percorsi più complessi, nel caso di patologie o di trattamenti finalizzati alla guarigione.
Diversamente in ambito di prevenzione l’arte tarapeuta lavora autonomamente con attività come l’arte, la fotografia, la scrittura o il disegno”. Insomma, la mediazione artistica facilita la guarigione o il benessere, attiva processi di attenzione più completi e rende più equilibrati. A fine settembre Viviana ha tenuto dei lavoratori proprio all’interno dei Festival Collaterl Maris, nel Castello Svevo. “E’ stata una fantastica esperienza – racconta- perché il laboratori di gruppo è un incontro con se stessi e con gli altri. E oggi più che mai, che ci siamo abitati a rapporti e relazioni virtuali, la ricerca di un contatto autentico non è semplice, appare come una scoperta. Per questo conoscersi e riconoscersi non era affatto scontato”.
L’utenza che si è avvicinata all’appuntamento è stata giovane. I partecipanti avevano dai 25 ai 35 anni.
“Un segnale interessante, che dimostra l’attenzione al cambiamento e un approccio nuovo al mondo, anche in una realtà piccola come quella di Vieste. E devo dire che non erano solo viestani, ma ci sono stati anche ragazzi venuti da più lontano. I gruppi non sono molto numerosi per poter dedicare a ciascun partecipante lo spazio, il tempo e le occasioni giuste di contatto e dialogo. Mi era data un limite massimo di quattordici e ne sono arrivati tredici. Quindi mi posso ritenere davvero molto soddisfatta. E poi credo sia stata una splendida occasione per vivere uno spazio e un luogo che ancora non si conosce abbastanza. L’idea di entrare, passeggiare, visitare permette di conoscersi anche attraverso la scoperta del posto”. Oltre al laboratorio di Viviana infatti, ci sono state mostre, installazioni, percorsi, molto apprezzati e frequentati. Segno che davvero la città in evoluzione sotto vari di punti di vista. “Sono tornata e ho trovato un fermento nuovo.
La cosa che mi ha colpito è che ho visto tanti coetanei, tanti giovani, che come me, hanno avuto voglia di ritornare, di scoprire e di conoscere la realtà in cui siamo nati e che abbiamo lasciato per la formazione o per la ricerca di opportunità che qui non c’erano. Oggi questo non si può dire, perché ci sono numerose occasioni di scambio e stimoli che diventano motivazioni nuove di crescita”. Un nuovo inizio allora per Viviana, che ha in cantiere nuovi progetti. “Ho visto già molti luoghi che potranno essere perfetti per ospitare momenti di condivisione sia individuale che di gruppo e sono sicura che sarà una ripartenza davvero molto stimolante”.
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