Quando era ancora in dubbio per il plurinominale, Raffaele Piemontese rappresentava il grande sconfitto rispetto alla sfida degli uninominali.
Il suo è il quinto peggior risultato del Pd in Puglia per quel che concerne la Camera. Il Pd vale il 16,26% nel suo collegio (Cerignola), il 13,40% in quello di Foggia di Valentina Lucianetti, il 16,49% nel collegio di Andria, il 18,36% nel collegio di Molfetta, il 18,72% nel collegio di Bari, il 16,06% nel collegio di Altamura, il 16,04% nel collegio di Taranto, il 13,93% nel collegio di Brindisi, il 19,54% nel collegio di Lecce e infine il 18,31 % nel collegio di Galatina. Come pronosticato dai pentastellati, Piemontese è arrivato solo terzo con 25.783 voti (20,65%), dopo il consigliere regionale FI sipontino Giandiego Gatta (49.799 consensi, pari al 39,88%) e addirittura dietro lo sconosciuto Fabrizio Marrazzo, leader del partito Gay candidato sotto le insegne del M5S (42.243 consensi, pari al 33,83%).
Non è servito a nulla, agli anti-5S, sgolarsi sbraitando “non votate Marrazzo se volete sostenere Conte, non è nemmeno del M5S né espressione di questo nostro territorio”. Il politico oggi più potente dell’intera Capitanata, il numero due in Regione del presidente Michele Emiliano, colui che tiene i cordoni della borsa, aveva accettato – unico tra i big dem pugliesi – anche l’impresa impossibile dell’uninominale, nonostante tutti i collegi fossero da tempo vergati in blu e considerati sicuri per il centrodestra.
Perché tale scelta? Per gli analisti Piemontese avrebbe dovuto dimostrare di valere di più rispetto alla media regionale del Pd, ovvero di essere capace di portare dal 5 all’8% in aggiunta al dato medio dei dem. “Se fosse l’unico piddino a farcela nell’uninominale arriverebbe su tutti i giornali nazionali…”, diceva un osservatore garganico. Una missione improba, troppo anche per l’uomo dei 21.518 consensi delle regionali 2020, quando fu il secondo piddino più votato dell’intera regione. A chi credeva che non ci sarebbe stata partita col forzista Giandiego Gatta, Piemontese ha replicato girando in lungo e in largo come una trottola, col suo nome che spesso circolava sul Gargano insieme a quello della fittiana sannicandrese Annamaria Fallucchi (Fratelli d’Italia). “Piemontese dovrebbe recuperare al Pd almeno il 12-13%, mancano circa 35mila voti all’appello”, commentava un analista politico del capoluogo. “Si dice che il bacino elettorale potenziale sia legato ai 40mila voti del civismo emilianista, ma è assai difficile che Piemontese possa conquistarli tutti. E’ evidente, in questi ultimi giorni, come pezzi di quel civismo si stiano orientando verso Giuseppe Conte”. E’ andata male, anzi malissimo, perché non solo Piemontese non è riuscito a fare meglio della media nazionale ma l’ha addirittura abbassata con un risultato ancor più negativo: il Pd ha raggiunto il 19,1% a livello nazionale alla Camera, il 16,82% in Puglia e il 16,26% nel collegio del vicepresidente della Regione.
Si è rivelata inconsistente, nei fatti, la “rete dei Sindaci” vantata sui social. Dalla sua Piemontese ha avuto quasi tutti i primi cittadini del Gargano. Gli unici a votare diversamente sono stati, da quanto è noto, Tavaglione (Peschici), di Nauta (Lesina), Rotice (Manfredonia), Potenza (Apricena). Ma quanti voti poteva davvero spostare la rete di amministratori locali fedele al vicepresidente della Regione?
L’interrogativo posto nelle scorse settimane era indovinatissimo. Persino nelle comunità di coloro che più si sono sbracciati per lui, Piemontese è arrivato secondo o terzo, sebbene si tratti di amministrazioni a lui legate totalmente o di paesi in cui il M5S è rappresentato da piccoli gruppi non rappresentati in aula consiliare o comunque debolissimi. Da Vieste a Rodi Garganico, da San Marco in Lamis a San Giovanni Rotondo. Piemontese ha perso ovunque nei centri garganici, arrivando primo solo nella sua Monte Sant’Angelo (2.525 voti contro i 1.291 di Marrazzo e i 947 di Gatta) e nella Carpino del Sindaco Rocco di Brina (655 contro i 600 di Gatta e i 199 di Marrazzo). Un disastro altrove. Nell’ex feudo rosso di Manfredonia, dove il Pd si ritrova per la prima volta orfano del Comune e del proprio deputato Michele Bordo, Piemontese ha ottenuto appena 4.063 consensi, doppiato da Marrazzo (8.430) e lontanissimo da Gatta (9.307). Nella Vieste di Nobiletti e della vicesindaca Rossella Falcone (voluta da Piemontese nel cda di Aqp spa) il dem è arrivato terzo con 1.185 voti, dopo Gatta (1.892) e Marrazzo (1.621 ). Nulla ha potuto il primo cittadino di Rodi Carmine D’Anelli, sempre grato per i fondi ricevuti da Piemontese: il più votato è stato Gatta (575), solo secondo il piddino (479). Sfacelo pure nella Cerignola del sindaco Bonito: Piemontese terzo con 3.558 consensi, dopo Gatta (8.007) e Marrazzo (6.422). Nemmeno Emiliano ha potuto far nulla per il suo delfino, per il quale pure si è speso moltissimo trascorrendo sul Gargano gli ultimi giorni di campagna elettorale. Liquefatti i civici emilianisti, nonostante lo sforzo fatto da Rosario Cusmai e altri. Inutile anche la parata finale all’aeroporto Gino Lisa di Foggia, venerdì scorso. Il piccato botta e risposta con l’assessora regionale pentastellata Rosa Barone sui meriti della riattivazione dello scalo era frutto della certezza, nel M5S, di avere il vento in poppa e di poter far meglio del Pd in Puglia e in Capitanata.
l’attacco