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VICO/ UNA DIFFICILE STAGIONE OLEARIA                       

Sono in pieno svolgimento i preparativi per la stagione olearia 2022. Pulizie e manutenzioni delle macchine nei frantoi, contenitori pronti per accogliere il raccolto di quest’anno. Le nostre campagne si riempiono di voci e tutt’intorno agli alberi di ulivo si stendono le reti e si preparano gli attrezzi per scuotere i rami.  Cade copiosa e solenne la nostra ogliarola, pronte le macine e la spremitura per donarci l’oro verde sotto lo sguardo attento e felice degli ulivicoltori.Leggermente inferiore all’anno scorso le quantità e la resa del prodotto in tavola. Ma, anche sopra le teste di questo piccolo mondo antico si addensano nuvole cariche di preoccupazioni. I frantoiani sono allarmati per i costi impossibili dell’energia elettrica e, certamente, si scaricheranno sulle spese di molitura. Come pure i costi della manodopera per la raccolta a mano, il trasporto e quello dei carburanti, in un ambiente difficile come sono le campagne in territorio montano. Ancora flebili e poco incisive sono le voci a difesa di questo comparto, considerato il parente povero della filiera agro/alimentare. Ne è una prova l’irrisolta questione della bruciatura delle frasche di potatura. Ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo. Oggi gli ulivicoltori chiedono a gran voce che le Istituzioni di rappresentanza, quelle regionali e nazionali, si preoccupino di creare condizioni di tutela per la sopravvivenza di uno dei settori eccellenza dell’alimentazione. Creare una politica di rapporti sempre più stretti fra il mondo agricolo e quello turistico, primo fruitore del territorio e dei suoi prodotti. Quasi una mission quella degli ulivicoltori a difesa del patrimonio arboreo in generale e la conservazione degli ulivi monumentali in particolare. Una politica che faciliti la presenza nelle campagne e ne valorizzi i risultati. Così è stato per millenni; così resiste questo mondo.

Michele Angelicchio