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68° ANNIVERSARIO DEL BEATO TRANSITO DEL SERVO DI DIO ANTONIO SPALATRO

Chiunque desidera sostenere l’iter della Causa di beatificazione può donare il proprio contributo finanziario attraverso un bonifico bancario intestato alla Postulazione della causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Antonio Spalatro.

Coordinate bancarie

A favore della Postulazione della causa di beatificazione del Servo di Dio Antonio SPALATRO IBAN: IT91E0306978451100000001211

Il Servo di Dio Antonio Spalatro 68 anni fa, uscì da questa vita lasciando una scia luminosa non ancora pienamente esplorata. La vigilia della sua ordinazione sacerdotale aveva scritto: “Fate che la mia immolazione sia vera, fate Gesù che soffra, che ogni gioia della terra diventi amara”

(Diario, 14 agosto 1949).

Questa Luce abbagliante rivela la sua esistenza sacerdotale come dono d’amore confitto con Cristo sulla Croce. Sul martirio d’amore Tommaso Becket afferma:

“Un martirio non è un disegno d’uomo perché il vero martire è colui che diventa strumento di Dio, che ha perduto la sua volontà nella volontà di Dio; non perduta, ma trovata perché ha trovato la libertà nella sottomissione a Dio. Il martire non desidera più nulla per se stesso, neppure la gloria deo martirio” (da C’era un ragazzo prete! – pag 211.

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don Antonio Spalatro

Tutto il Diario del Servo di Dio viestano è una testimonianza d’amore come risposta alla sublime chiamata sacerdotale. Poche righe ci fanno scoprire la sottomissione della sua volontà al disegno di Dio: “Debbo chiedere al Signore d’essere dimenticato, abbandonato in un angolo della diocesi, trascurato” (Diario, 30 novembre 1948).

Negli ultimi giorni, circondato da pochi fedeli, mentre essi rispondono alla litania “ora prò nobis”, egli sussurra “ora mia”. Il suo letto è stata la croce che lo ha unito all’ora di Cristo che dona la vita per amore.

In soli cinque anni di sacerdozio, nella luce di un’immolazione completa e perfetta, don Antonio ha realizzato in pieno il suo ideale sacerdotale di­venendo con tutta verità «Ostia del suo Sacerdozio».

L’energia giovanile, la freschezza della sua esemplare formazione, il fervore e lo zelo non comune hanno accompagnato la sua breve esistenza fino alla morte, ultima Messa genero­samente e sacerdotalmente accettata e celebrata in unione alla Vittima Divina.

don pasquale vescera