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NULLITA’ DEL MATRIMONIO IN PUGLIA 222 UNIONE SCIOLTE. TRA LE CAUSE C’E’ UN IMCREMENTO DEI MOTIVI PSICOLOGICI.

Nel 2021 in Puglia sono stati annullati 222 matrimoni dal Tribunale ecclesiastico (per altri 9 l’istanza è stata rigettata e per 5 il processo canonico si è concluso con l’archiviazione). Sono i dati relativi alle cause di nullità delle nozze decide dal Tribunale ecclesiastico regionale, forniti in occasione dell’evento formativo dal titolo «Affetti feriti.

Come sanarli. Focus tra informazione e formazione», organizzato dall’Unione Cattolica Stampa italiana della Puglia in collaborazione con il Tribunale ecclesiastico regionale pugliese e il Movimento ecclesiale. Al centro dell’incontro, oltre alla presentazione dei dati, le novità della riforma del processo canonico: più snello, con meno burocrazia e gratuito.

Complessivamente nel 2021, e il trend appare stabile anche quest’anno, le nuove cause introdotte sono state 212 (Bari-Bitonto la diocesi con più cause, ben 27), quelle decise 236 (227 con rito ordinario e 4 con processo breve, 5 archiviate prima di arrivare in aula). «Quindi processi più celeri» ha spiegato don Pasquale Larocca, presidente del Tribunale Ecclesiastico regionale.

Ma a cambiare, ha evidenziato don Lino, sono soprattutto i motivi di nullità. «Prima – ha detto -prevaleva l’indissolubilità, l’esclusione della prole, motivi classici. Ora, invece, c’è un incremento del difetto di discrezione di giudizio, motivi psicologici, che stanno diventando in numero maggiore. C’è una fragilità di maturità personale e psicologica che sta emergendo anche nei matrimoni».

Infatti quasi la metà della cause decise, ben 107, si fondavano sul «difetto di discrezione del giudizio», seguite dalle 71 per incapacità ad assumere gli obblighi coniugali, dalle 48 per esclusione della indissolubilità, le 34 per simulazione del consenso, 28 per esclusione della prole, 10 per infedeltà. Quindi il focus sulla riforma del processo canonico per la cause di nullità del matrimonio. Una riforma, ha spiegato ancora il presidente dei giudici, che «ha avuto intento pastorale, per tentare di avvicinare la struttura dei Tribunali ecclesiastici alle esigenze dei fedeli, agli affetti feriti», fondandosi su «tre cardini: la gratuità, la prossimità, la celerità, oltre alla dimensione della presenza effettiva del vescovo nella celebrazione dei processi canonici». Antonio Lia, giudice del Tribunale ecclesiastico della Puglia, ha spiegato poi che «la funzione giudiziaria è parte integrante e qualificata dell’ufficio pastorale della Chiesa.

Tale funzione assume peraltro una importanza significativa nella vita pastorale dei fedeli che si rivolgono al Tribunale perché segnati da una infelice esperienza coniugale nella quale avevano riposto fondamentali prospettive di vita e quindi, più che mai, bisognosi di chiarire la loro posizione e di poter essere a pieno titolo reinseriti nella comunità ecclesiale». «Come qualsiasi tipo di processo, sia in ambito ecclesiastico che statale – ha aggiunto il giudice Lia – , anche quello di nullità del matrimonio canonico ha un obiettivo ben preciso: l’accertamento della verità».