La provincia di Foggia fa la voce grossa nel nuovo piano di stabilizzazione di personale sanitario deciso dalla Regione dal 1° gennaio: 824 posti su 3333 precari in tutta la Puglia avranno un contratto a tempo indeterminato al policlinico di Foggia (520) e negli ospedali dell’Asl di Cerignola, San Severo e Manfredonia (304). In larga parte si tratta di infermieri professionali il cui contratto a tempo determinato sarebbe scaduto inesorabilmente il 31 dicembre se non vi fosse stata alcuna prospettiva di stabilizzazione. Le assunzioni full-time infatti non scatteranno subito per tutti, dai numeri fomiti dai sindacati saranno all’in- circa una sessantina gli infermieri foggiani che il primo gennaio potranno firmare un contratto a tempo indeterminato con l’azienda di appartenenza. Tutti gli altri saranno assunti allo scadere del contratto a tempo che per quanto riguarda il personale ingaggiato durante l’emergenza pandemica dura 12 mesi, mentre per tutti gli altri assunti prima restano in vigore i tempi e le regole della legge Madia (36 mesi). Dunque come testimoniato dai numeri, una valanga di infermieri avrebbe visto vanificare il proprio posto di lavoro dopo lunghi e duri mesi in corsia, in assenza di ima stabilizzazione. Quello che invece non è avvenuto per tutti, o almeno per la maggior parte degli idonei tra gli operatori socio-sanitari, la cui dotazione scarseggia negli ospedali ed a Foggia in particolare dopo la grande infornata del Covid (incarichi da quattro a otto mesi).
Ma torniamo al personale che verrà stabilizzato, tra questi anche una quantità esigua di fisioterapisti e ostetriche coinvolti nel gigantesco piano occupazionale. «Si tratta di un’operazione che avevamo fermamente caldeggiato – commenta il segretario provinciale della Fials, Achille Capozzi – si parla spesso della carenza di medici al policlinico di Foggia, ma ritengo che vi siano problemi ben più seri e marcati di personale nel comparto».
Le spie che si accendono al Pronto soccorso sono indicative dei vuoti in organico che è possibile riscontrare in buona parte dei dipartimenti sia ai Riuniti che negli altri ospedali della provincia. Ora che sugli infermieri la Regione ha messo una toppa, da gennaio si potrebbe riaprire la partita degli «Oss» per i quali il neo direttore generale dei Riuniti, Giuseppe Pasqua- lone (con lui promosso «dg» anche Antonio Nigri alTAsl) intende attivare una struttura parallela, un’altra Sa- nitaservice sul modello del policlinico di Bari da cui far confluire il personale richiesto per colmare i buchi in organico. «Occorre personale che si occupi del trasporto dei degenti e di altre mansioni collaterali ma ugualmente importanti per distogliere da questi compiti gli operatori socio-sanitari che sono addetti alla persona. Si parla – annuncia Capozzi – di non meno 300 nuovi ausiliari da far entrare nell’organizzazione dei servizi ospedalieri. Mi auguro che a gennaio l’argomento possa essere affrontato nella sua interezza».