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PESCHICI – OCCUPAZIONE DI SUOLO COMUNALE E LOTTIZZAZIONE ABUSIVA. LA RIPICCA DIETRO L’INCENDIO DEI MEZZI DEI CARABINIERI FORESTALI

Le telecamere di videosorveglianza in zona avrebbero inquadrate due persone, presumibilmente giovani, scavalcare il cancello e appiccare il fuoco.

“L’evento è doloroso, sicuramente”. Spazza ogni dubbio il sindaco di Peschici Franco Tavaglionein meri­to all’incendio divampato domenica sera e che ha distrutto due mezzi dei Carabinieri Forestali.

“Mi è stato confermato della volontarietà e del fatto che si tratta di un atto intimidatorio, vile, vigliacco. Le indagini sono partite subito, spe­riamo si riesca a individuare i responsabili. Ol­tre al gesto – verso il quale va data una rispo­sta – non possiamo continuare a subire atti ri­cattatori. Dobbiamo resistere – ha aggiunto Tavaglione – e lo dice un Sindaco che ha su­bito due furti di auto, due vetture incendiate, at­ti vandalici periodici e un ordigno posizionato davanti all’ingresso di casa. Non dobbiamo farci intimidire. Sicuramente gli organi della Prefettura affronteranno la questione in seno al Comitato provinciale per l’ordine e la sicu­rezza pubblica”.

Oltre ai mezzi, è stata parzialmente danneg­giata una tettoia, ma gli uffici non sono stati lambiti dalle fiamme. Le abitazioni in prossimi­tà della caserma hanno subito l’interruzione dell’energia elettrica. “Sono presenti delle te­lecamere di videosorveglianza, in nottata so­no arrivati i Ris per tutti i rilievi scientifici del ca­so, dobbiamo attendere le evoluzioni delle in­dagini e sono fiducioso”. Secondo quanto ac­certato, l’obiettivo avrebbe inqua­drato due persone – presumibilmente giovani -scavalcare il cancello e appiccare il fuoco. L’incendio – come ha raccontato una fonte ascoltata da lAttacco – potrebbe essere le­gato a un fatto ben preciso, accaduto non di recente, inerente a un’occupazione di suolo comunale “fatta in maniera molto aggressi­va” negli ultimi periodi con relativa lottizza­zione abusiva. A questo punto, sarebbero in­tervenuti i Carabinieri Forestali per accerta­re anomalie o irregolarità, poi confermate tanto che si parla anche di “decreti di abbat­timento”. Dunque, in molti – afferma la fonte – pensano che in qualche modo tra gli ispi­ratori dell’atto doloso ci sia chi abbia subito le attività dei militari.

“E’ necessario capire le ragioni che hanno spinto a eseguire questo atto – ha commenta­to il Sindaco di Peschici se è una ritorsione nei confronti dei Carabinieri per un servizio ef­fettuato e che magari ha ‘infastidito’ qualcuno o se invece è una strategia a più largo raggio. In quest’ultima evenienza, maggiormente dobbiamo prestare rigorosa attenzione ed es­sere ancor più determinati a contrastare que­sto tipo di fenomeno. Storicamente, quando c’è stato qualche tentativo più spinto di intimi- dazione, la comunità peschiciana ha sempre reagito in maniera decisa e scongiurato feno­meni che potessero essere lesivi della sicu­rezza delle persone, così come avviene in al­tre aree del Gargano”.

Non è il primo caso di atto incendiario, nei cor­so dell’anno stessa sorte hanno subito dei mezzi della società della nettezza urbana. “In questa parte del territorio, sul Gargano, Pe­schici è sempre rimasta fuori dalle dinamiche che hanno coinvolto altri paesi a noi vicini – ha affermato Tavaglione -. Abbiamo resistito a un certo tipo di criminalità, siamo distanti a un fenomeno così cruento. Questo non significa abbassare la guardia, anzi. Negli ultimi anni ci sono stati diversi eventi incendiari, quindi cre­do che ora ci sia bisogno di un’indagine più ac­curata e incisiva. Cosa mi aspetto? Un incon­tro in Prefettura, con i vertici delle forze arma­te e la Magistratura. Anche la presenza può servire a non far deprimere i cittadini – ha pro­seguito il Sindaco di Peschici. Cercherò in tut­ti i modi di mobilitare la comunità, spingendo sull’aspetto che non bisogna sopraffare, pun­tare sull’orgoglio, perché la popolazione va so­stenuta e dare una risposta seria e convinta come per dire ‘di qua non si passa’. Le mobili­tazioni servono a far capire che il nostro è un tessuto in cui è difficile entrare. Ognuno dovrà fare la propria parte e convergere verso que­sto obiettivo: solo un’alleanza tra le istituzioni e i cittadini si riesce a combattere”.

Durante le fasi di spegnimento dell’incendio ha partecipato anche la Protezione civile loca­le, anche se non in maniera operativa. I volon­tari, infatti, non hanno voluto intralciare il lavo­ro dei Vigili del Fuoco, perché l’intervento pre­vedeva l’ingresso in una zona recintata e diffi­cile da raggiungere. La Protezione civile era sul posto per intervenire in un eventuale pro­pagazione dell’incendio all’esterno. Sono an­date a fuoco due auto: una Fiat Panda e una Jeep. L’operazione dei Vigili del Fuoco è stata fondamentale per capire il dolo o meno del­l’azione.

“Prima di questo episodio stavamo trascor­rendo un periodo tutto sommato tranquillo, da cittadino non ci aspettavamo una escalation di questo tipo: si tratta di un attacco allo Stato –

ha riferito una fonte ascoltata da l’Attacco -. Hanno alzato il tiro, speriamo che gli organi competenti facciano qualcosa, perché non ci saremmo mai aspettati di commentare azioni del genere, che qualcuno si sarebbe spinto fi­no a questo punto. E’ la prima volta che a Pe­schici capita una cosa simile, che si colpisca un mezzo delle forze dell’ordine”.

La notizia ha fatto ovviamente il giro del paese garganico. “E’ un attacco allo Stato, qualcuno pensa di essere superiore alle istituzioni – ha dichiarato un’altra fonte locale ascoltata da l’Attacco- Quando capiranno su che cosa si stava indagando, si faranno i conti. C’erano delle indagini in corso, quindi sarà facile arri­vare al motivo del gesto. Non è un bel biglietto da visita per il paese, è una storia di escalation nel tempo e non capiamo perché la Prefettura e la Magistratura non prendano dei provvedi­menti . Ormai siamo arrivati all’attacco allo Sta­to e ora non si può lasciare che qualcuno ten­ga in scacco una comunità in questo modo. I cittadini più che preoccupati sembrano rasse­gnati perché non vedono risultati rispetto a in­dagini fatte nel recente passato. C’è anche un senso di smarrimento e ciò porta all’omertà, perché non c’è più fiducia nelle forze dell’ordi­ne. Oggi ci troviamo di fronte a un guanto di sfi­da allo Stato. E se non ci sarà risposta anche questa volta, significa che lo Stato non c’è. Per­ché oggi – con questo atto-ci sono tutte le car­te in regola per capire le dinamiche. Cosa dob­biamo aspettare? Il morto? Perché fra un po’ ci scappa…”.

l’attacco