Alla manifestazione Più Libri Più liberi, svoltasi a Roma dal 7 all’11 dicembre, allo stand della Genesi Editrice di Torino era presente anche il nuovo saggio, appena uscito, di Angelo Piemontese Il lungo addio all’impegno: la narrativa italiana dalla Ricostruzione alla caduta del Muro di Berlino (1956-1989), ideale continuazione del precedente, Realismo e Neorealismo: correnti involontarie, pubblicato nel 2021. Avendo sempre come riferimento gli avvenimenti storico-economico-sociali internazionali e italiani dalla seconda metà degli Anni Cinquanta alle soglie dell’ultimo decennio del Secolo appena trascorso, il libro affronta le principali tematiche del dibattito culturale, che hanno influito sulla narrativa, caratterizzata via via da un distacco dalle problematiche presenti nella società e da un interesse sempre maggiore al testo. Nelle pagine scorrono, così, il boom economico degli Anni Sessanta, il Sessantotto, la strategia della tensione, con opposti terrorismi neri e rossi, il periodo del riflusso e il crollo dei regimi comunisti dell’Europa dell’Est. In questo arco di tempo vedono la luce Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, La ciociara e La noia di Alberto Moravia, i romanzi di Carlo Cassola, Giorgio Bassani e Pier Paolo Pasolini, oltre a quelli che affrontano la tematica industriale e dell’alienazione. Ma anche La cognizione del dolore e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, i capolavori di Carlo Emilio Gadda, le opere di Pier Vittorio Tondelli, espressione del mondo dei giovani, e quelli di Paolo Volponi, come pure La storia di Elsa Morante e Il nome della rosa di Umberto Eco, che ottennero un grande successo di vendite. Il saggio, che riporta il contenuto e le relative interpretazioni critiche di oltre cinquanta testi di narrativa, si chiude con il Capitolo dedicato a Italo Calvino, che ha sperimentato le varie tendenze del periodo preso in esame, caratterizzato anche dalla Neoavanguardia e dal Gruppo 63, nonché da nuove tendenze artistico- culturali, racchiuse dai critici sotto il nome di Postmoderno.
Se per chi li ha vissuti, il libro può essere la rivisitazione di fatti esaltanti o drammatici, per i giovani piò rappresentare una scoperta, mostrando ciò che siamo stati in un recente passato, in apparenza del tutto sepolto, ma che invece ha influenzato pesantemente il presente.
Relativamente alla narrativa, nella Conclusione Angelo Piemontese ricorda che a fine Anni Ottanta l’abbandono dell’impegno intellettuale e la vittoria del mercato hanno determinato una svolta, che, per essere ben compresa nei suoi contorni e nei contenuti, necessita di un ulteriore lavoro di approfondimento.