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Fondo Solidarietà/ E’ l’iniziativa della Cisl Fp: un’ora di lavoro a chi perde l’occupazione

Faverin: “Contro la crisi c’è chi protesta e chi dà una mano a chi sta peggio”. Lanciato un fondo di solidarietà per le famiglie senza sostegno.

 

Un’ora di lavoro dei dipendenti pubblici da destinare a favore dei tanti colleghi del settore privato che la
crisi ha lasciato senza lavoro e che non possono contare sui necessari interventi di sostegno. E’
l’iniziativa lanciata dalla Cisl Funzione pubblica che parte oggi in tutti gli enti e gli uffici pubblici d’Italia
con lo slogan “Dai un’ora del tuo lavoro a chi lo ha perso”.
“In un momento di grande difficoltà per i lavoratori del settore privato e per le loro famiglie ci sembra
giusto promuovere un gesto concreto di solidarietà nei loro confronti da parte dei dipendenti e dei
professionisti delle amministrazioni pubbliche. Per questo abbiamo lanciato l’idea di un fondo di
solidarietà finanziato attraverso il versamento volontario di un’ora di lavoro dei dipendenti pubblici e
destinato a chi paga le conseguenze maggiori di questa crisi terribile, cioè i tanti lavoratori dell’industria
e dei servizi privati che sono rimasti senza occupazione e senza alcuna forma di supporto” è il commento
del segretario Giovanni Faverin.
“Contro la crisi c’è chi va in piazza a protestare e chi si mette una mano sul cuore e l’altra in tasca per
dare un contributo a chi sta peggio” sottolinea Faverin in riferimento alla manifestazione in programma
per il 4 aprile. “La protesta rappresenta infatti in questo momento un’azione fine a se stessa, la
testimonianza di un malessere a cui non si sanno dare risposte. Noi preferiamo essere costruttivi e
responsabili, donando un’ora del nostro lavoro a chi lo ha perso”.
“Questa iniziativa – prosegue il segretario della Cisl Fp – assume un valore forte rispetto al senso di
solidarietà e alla coscienza dei tanti professionisti pubblici che sono spesso ingiustamente attaccati
senza considerazione per la loro funzione e per lo spirito di servizio a favore del Paese”.
“Ma segna anche la direzione giusta di un percorso sindacale che deve recuperare – conclude Faverin –
unità d’intenti non “contro” qualcuno o qualcosa, ma “per” qualcuno o qualcosa: cioè le persone che
sono in difficoltà, la dignità del lavoro messa a dura prova dalla recessione, la sostenibilità di un modello
economico e sociale che vogliamo più solidale”.