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Medici del 118 sul piede di guerra

I medici del servizio “118” scendono sul piede di guerra. Pomo della discordia la decisione del direttore generale della Asl provinciale, Ruggero Castrignanò di sospendere gli effetti della contrattazione aziendale stipulata nel 2007 con gli operatori del servizio emergenza. Una decisione unilaterale che secondo i rappresentanti sindacali Fimmg 118; Cumi 118; Cisl 118 e Uil 118 non sarebbe stata decisa con le organizzazioni di categoria e che metterebbe a rischio il diritto alla salute di molti Comuni minori dove non è prevista la presenza del servizio 118. «Il servizio emergenza 118 – spiega Luigi Sordilli, rappresentante del sindacato Cumi Ais 118 – è disciplinato da un contratto nazionale che demanda alle Regioni di competenza il compito di stipulare con gli operatori sanitari un contratto decentrato. L’accordo nazionale affida, inoltre, alle aziende sanitarie la possibilità di stipulare, con i medici del servizio emergenza, un contratto aziendale. A partire da gennaio 2009 la regione Puglia ha adottato un contratt6 regionale che, tuttavia, non ancora viene reso esecutivo. Nonostante ciò i medici del 118 hanno garantito la loro presenza continua sul territorio». C’è di più: l’azienda sanitaria di Foggia, sulla questione, ha adottato da agosto 2007 un contratto aziendale che, considerata la carenza di medici nelle postazioni 118 (85 incaricati su 145 necessari) e nei punti di primo intervento (Torremaggiore, San Marco in Lamis, Vico del Gargano, Vieste, Volturino), concede ai medici la possibilità di effettuare, a domanda turni aggiuntivi oltre le 164 ore mensili previste dal contratto. In questo modo, grazie alla disponibilità dei medici impegnati nel servizio, è stato possibile coprire i turni di servizio scoperti nelle postazioni prive di medici, a tutto vantaggio e tutela della salute dei cittadini. «Il contratto aziendale stipulato nel 2007 – prosegue il sindacalista Sordilli – prevede, inoltre, un compenso orario ai medici del 118 per le prestazioni
aggiuntive svolte all’interno della postazione e non riferibili a quelle istituzionali proprie del servizio. Questo fatto ha consentito in questi anni ai cittadini utenti di usufruire di 24 ore al giorno di prestazioni sanitarie in risposta alle esigenze del territorio. Va sottolineato, inoltre, che la somma erogate dall’Asl ai medici del 118, appare alquanto esiguo a fronte dei servizi resi alla popolazione. Anzi, senza l’impegno e l’abnegazione dei medici del 118 quelle postazioni sarebbero in balia degli eventi, soprattutto quelle aree prive di ospedali come il Gargano ed il sub Appennino. Chiediamo, quindi al direttore generale di revocare quella decisione che oltre a penalizzare i medici del 118 crea disagi e problemi ai cittadini utenti dei comuni minori. Il protrarsi di questo stato di cose, porterà inevitabilmente a forme di protesta più eclatanti». Insomma, una vertenza destinata ad alimentare nuove polemiche nel nome della sanità. Questa volta con qualche rabbia in più.