Approvato il piano di fattibilità tecnico-economica per la valorizzazione dell’area archeologica e naturalistica di monte Saraceno. La giunta comunale, nella delibera di approvazione, prevede che serviranno 6 milioni e mezzo di euro. Il varato studio di fattibilità mette a frutto un lungo percorso di ricerca che parte dalle prime segnalazioni sul sito del capitano Angelucci nel lontano 1872, alle missioni dell’Università di Padova del 1959 e alle ricerche archeologiche condotte dall’archeologo dell’università di Pisa prof. Silvio Ferri nel 1961. Un fermento culturale che nei successivi anni ha prodotto alcune pubblicazioni e una mostra (1999) che consentì di formalizzare la prima proposta di parco archeologico dall’architetto Pietro batini, con la consulenza della archelogoga Maria Luisa Nava Il sindaco di Mattinata, Michele Bisceglia, ha fatto presente che «la nuova proposta, pur riconnettendosi a quella, scioglie alcuni nodi che la resero inattuabile, in particolare una dotazione di aree pubbliche strategiche per il decollo dell’iniziativa e, forse ancor più importante, la sua sostenibilità economica nel tempo. Si tratta, in realtà, di un vero e proprio masterplan che intende programmare, attraverso un percorso pluriennale, la complessa | infrastrutturazione di un grande parco, di circa 60 ettari, dove l’archeologia rappresenta solo una – la più importante – tra le tante tematiche e sfaccettature del sito. L’elemento discriminante che rende oggi realizzabile e sostenibile il piano rinviene all’acquisizione strategica (2016), dall’Agenzia del Demanio, delle aree e degli edifici collocati sulla punta estrema di Monte Saraceno. Il restauro e rifunzionalizzazione dei tre edifici consentono di allocare i servizi fondamentali per la gestione del Parco».
In particolare l’edificio di testa, una volta rimosso rimpianto f radiotelevisivo presente, sarà restaurato al fine di accogliere un allestimento museale dedicato al racconto della storia dell’intero comprensorio. La narrazione del sito parte dall’archeologia, senza tuttavia duplicare i contenuti dei vicini musei archeologici di Manfredonia e Mattinata, quale semplice complemento e supporto divulgativo alla passeggiata archeologica. Una seconda fondamentale parte dell’allestimento, invece, approfondisce gli altri temi: la posizione strategica di punto di avvistamento e controllo di un vasto comprensorio suddiviso tra mare, terra e cielo. Sarà rievocata, quindi, anche la stratificazione più moderna sul sito, dalla presenza di una torre di avvistamento per la difesa costiera di epoca aragonese del XVI secolo, il successivo telegrafo ottico, il faro di ausilio della navigazione, sino alle postazioni antiaeree della Prima guerra mondiale. L’allestimento, pur senza veri reperti, è stato pensato in modo agile e divulgativo con diverse installazioni, dal carattere ludico, pensate per amplificare l’esperienza sensoriale del visitatore; è il caso del grande periscopio ottico che consentirà di perpetrare la funzione del punto di vedetta.
Il racconto del nuovo spazio museale si completerà con gli aspetti naturalistici e geologici del sito. Nei due restanti edifici, una volta restaurati, troveranno posto un info-point, un book-shop, una caffetteria ed una foresteria.