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VICO/ “NON SI PUO’ PIU’ VIVERE CON NOSTRE CASE ANCORA SVENTRATE, SI SBLICCHI LA SITUAZIONE”, L’APPELLO DI CHI SI ASPETTA DA MESIRISTRUTTUTAZIONE

Facciate sventrate, infiltrazioni di umidi­tà e acqua piovana, balconi senza in­ferriate, ponteggi abbandonati, lento deterioramento strutturale degli immobili: so­no solo alcune delle criticità poste all’atten­zione de l’Attacco da oltre 100 famiglie resi­denti a Vico del Gargano che da un anno vi­vono nel limbo, in attesa di sapere che ne sa­rà delle loro case. Esattamente a febbraio del 2022 avevamo realizzato un reportage sul posto a seguito del sequestro effettuato dalla Procura di Foggia a carico della Mib. La vicenda è ormai nota, diventata un caso na­zionale per l’entità della somma in ballo: oltre un miliardo di euro. L’impresa edile di San Se­vero è accusata di aver emesso fatture false per maturare crediti d’imposta fittizi, avvalen­dosi dei bonus edilizi disposti dal Governo. Su queste colonne si sono a lungo approfon­diti i temi connessi all’inchiesta che ad oggi non ha ancora chiuso la fase delle indagini. Gli imprenditori hanno sempre dichiarato la loro innocenza, fondando la loro convinzione su quello che definiscono un equivoco di fondo: la Marna International Business non avrebbe beneficiato del super bonus 110%, la norma­tiva applicata sarebbe quella del 2013 sul- l’ecosisma bonus ordinario per le ristruttura­zioni che prevede tutt’altre regole, a detta del­l’azienda pienamente adempiute.

Sta di fatto però che, a seguito di questa in­terpretazione della normativa sulle ristruttu­razioni usata e delle relative note vicende giu­diziarie scaturite che ha portato alla emissio­ne di un provvedimento cautelare della Pro­cura di Foggia, da gennaio 2022 sono stati re­si indisponibili sia i crediti di imposta presenti nel cassetto fiscale delle società dei de Marti­no che le somme depositate nei conti corren­ti delle medesime.

Più volte è stato fatto inoltre notare che la Pro­cura non avrebbe rinvenuto alcuna sottrazio­ne o distrazione di somme necessarie per eseguire le opere e derivanti dalla negozia­zione dei relativi crediti di imposta, come pre­visto dalla legge, tant’è che, dal mese di giu­gno 2022, ha revocato l’incarico all’amministratore giudiziario ed ha restituito la titolarità dell’azienda a Maurizio de Martino, quale le­gale rappresentante ed amministratore uni­co.

Tuttavia, ad oggi, le società non possono di­sporre delle somme che pure sono disponibi­li sui conti correnti e che servirebbero per la realizzazione dei lavori programmati su tutti i cantieri che hanno beneficiato degli aiuti di Stato, fra cui rientrano molti dei codomini che oggi vivono un grave disagio.

Complessivamente sono circa 280 gli immo­bili per i quali la Mib aveva contrattualizzato le ristrutturazioni, concentrati soprattutto a Vico e poi a Marina di Lesina e San Severo, e 280 i milioni commercializzati per i cantieri aperti e in parte conclusi.

Da allora nulla è cambiato, quantomeno per gli inquilini delle case che in modo indiretto so­no state coinvolte nell’inchiesta.

Quello che oggi lamentano è che non hanno idea o informazioni rispetto a ciò che ne sarà degli immobili e del loro diritto di avere la ri­strutturazione che avevano pianificato e su cui si era basata la loro organizzazione di vi­ta. Nel frattempo, come detto, si moltiplicano i disagi: “La muffa ormai è diventata parte del­le nostre murature – hanno raccontato a / At­tacco-, d’inverno fa freddo e d’estate non si re­spira perché ormai ci sono solo dei mattoni fo­rati tra noi e l’esterno; si stacca l’intonaco, mar­ciscono i muri, i mobili sono attaccati dall’umi­dità che entra implacabile nelle stanze, persi­no le doghe delle reti dei letti si deformano. In molti casi mancano le ringhiere dei balconi con tutto il rischio che questo comporta, se ci sono dei bambini in casa o per gli anziani o semplicemente per chi stende il bucato all’aria aperta. Non è più vita questa. Stiamo pen­sando di rivolgerci ad un legale per tutelare i nostri diritti e per avere quantomeno delle ri­sposte dalla Procura. Viviamo nell’incertezza da oltre un anno e nel frattempo le infiltrazioni mettono a rischio la stabilità di alcuni immobi­li che peraltro avevano già bisogno di essere ristrutturati. Altri vivono la beffa di essere arrivati quasi al termine dei lavori per poi veder­seli sospesi un anno fa, alcuni ponteggi sono stati smontati perché erano a noleggio, altri sono rimasti abbandonati a ridosso delle abi­tazioni, sono state portate via anche le mate­rie prime che dovevano servire a completare i lavori. A noi non interessa la questione giu­diziaria, se c’è qualcuno che ha sbagliato pa­gherà, se si riuscirà a chiarire la vicenda an­cora meglio ma nel frattempo non possiamo essere noi a subire le conseguenze peggiori e chiediamo che si sblocchi la situazione quanto prima”.

La Mib ha sempre risposto agli amministrato­ri di condominio dichiarandosi disponibile a completare i lavori e ad adempiere agli obbli­ghi contrattuali ma tutto è ancora fermo. Intanto gli amministratori di condominio sono tartassati dalle sollecitazioni degli inquilini, non solo; sono in attesa di sapere cosa ne sa­rà dei cantieri anche molti tecnici, imprese, operai che avevano accordi con la Mib per completare i lavori.

l’attacco