Menu Chiudi

PROROGHE AI BALNEARI LE RISERVE DI MATTARELLA. VIA LIBERA MA “CONDIZIONATO”

Alla fine l’atteso ri­chiamo del capo dello Stato sulle misure sui balneari inserite nel decreto milleproroghe arriva for­te e chiaro. Dopo giorni di rumors e di moral suasion il Colle – in una lettera ai presidenti delle Camere e alla premier che accompagna la promulgazione della legge – puntualizza tutte le proprie riserve sul provvedimento, nel merito e nel metodo, facendo trasparire co­me la firma sia arrivata, di fatto, solo per non far decadere altre importanti misure contenute nel testo ma con l’invito a un ine­ludibile intervento correttivo. Ol­tre che, più in generale, a un cam­bio di rotta rispetto a provvedi­menti omnibus e dunque «diso­mogenei» e una stretta sull’utilizzo della decretazione d’urgenza. Palazzo Chigi, a stretto giro, fa sapere che il monito del Quirinale «meriterà attenzione e approfon­dimento da parte del governo nel confronto con le forze parla­mentari».

Va dunque ora individua­to lo strumento utile per even­tuali aggiusta­menti. Intanto le opposizioni vanno all’at­tacco stigmatizzando l’accaduto e invitando il governo a tornare sui suoi passi, mentre i Verdi scri­vono all’Ue chiedendo che si apra una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese. Intan­to nella maggioranza, Lega e For­za Italia si trovano a fare i conti col richiamo su una norma da loro fortemente voluta e sulla quale, durante l’approvazione in Senato è andato in scena anche un duro braccio di ferro con il governo. Del resto – fa notare più di qualcuno – le misure sui balneari sono en­trate nel provvedimento proprio a ridosso del voto delle Regionali. Una contingenza – secondo alcuni rumors – che avrebbe spinto an­cora di più i due partiti alleati di Fratelli d’Italia a fare muro.

Ma tant’è. Il richiamo del Colle è cristallino. Sulle concessioni de­maniali «è evidente che i profili di incompatibilità con il diritto eu­ropeo e con decisioni giurisdizio­nali accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono in­dispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamen­to». Il testo è, però, ormai in vi­gore. Andrà quindi individuato uno strumento utile ad apportare i ritocchi necessari. A lavorare a una soluzione, a partire dalle in­terlocuzioni con l’Europa, sarà ancora una volta il ministro Raf­faele Fitto. Un aggiustamento ap­pare necessario quantomeno en­tro l’anno ma con la spada di Da­mocle dell’attesa sentenza della Corte europea sui ricorsi presen­tati, tra gli altri, dal Tar di Lecce. Se si sceglierà invece di andare -allo scontro con lUe l’apertura di ima procedura di infrazione viene data come inevitabile. Al momen­to, però, se la Lega tace, Forza Italia sembra voler tenere il pun­to. Il senatore Maurizio Gasparri che da subito ha difeso la linea della proroga, sottolinea la «do­verosa attenzione» da dare alle parole del Colle. Ma d’altra parte va all’attacco dei «presupposti opinabili» delle sentenze del Con­siglio di Stato sulle quali si sta basando il dibattito. «Per quanto riguarda le regole europee – sot­tolinea Gasparri – siamo tra quan­ti ricordano bene quanto disse lo stesso Bolkestein in un incontro alla Camera dei deputati a Roma anni fa: la sua direttiva riguarda servizi e non beni, quindi non toc­ca le concessioni balneari. Prima o poi questa interpretazione au­tentica prevarrà su altre tesi».

Al di là del richiamo sui bal­neari e a una richiesta di corre­zione sulle coperture anche di una misura sui concorsi delle forze di polizia, Sergio Mattarella invita anche a un cambio di passo su decreti e provvedimenti omnibus. Il capo dello Stato, richiamando un messaggio in questo senso del­la premier Giorgia Meloni, invita di fatto l’esecutivo a un cambio di rotta. Nell’esame parlamentare – ricorda il Colle – il provvedimento è di fatto triplicato con «205 com­mi aggiuntivi rispetto ai 149 ori­ginari». Serve un’inversione di tendenza – è il monito del Colle – attraverso «il recupero di un’ade­guata capacità di programmazio­ne legislativa da parte del governo e di una corrispondente attitudi­ne del Parlamento a consentire l’approvazione in tempi ragione­voli» dei disegni di legge. Rispetto a ciò – puntualizza il capo dello Stato – «auspico piena collabora­zione istituzionale e invito tutte le forze politiche a valutarla con sen­so di responsabilità».